Come funziona il processo di selezione per l’Oscar al miglior film internazionale (già miglior film straniero)? Ogni anno l’Academy invita tutti i paesi del mondo a presentare un film, dopodiché due comitati interni designano i candidati e poi tutti i membri aventi diritto votano il vincitore.

Ogni paese agisce come meglio ritiene, di norma affidando la scelta a un comitato ristretto istituito dalle principali associazioni di categoria. Per la 98a edizione, le iscrizioni scadono l’1 ottobre.

È sempre molto istruttivo leggere la lista dei prescelti: c’è chi rilancia con i nuovi lavori di vincitori o candidati in edizioni precedenti e c’è chi punta su titoli interpretati da attori o attrici già noti all’Academy, c’è chi crede di andare sul sicuro con il film più esportabile all’estero (paesaggi riconoscibili, messaggio edificante, repertorio di stereotipi) e c’è chi stupisce con prodotti più piccoli o di nicchia (ci sono molti documentari).

Il comitato italiano ha puntato su Familia di Francesco Costabile, ma quali sono gli sfidanti per la corsa alla candidatura all’Oscar per il miglior film internazionale?


Albania: 

In attesa della designazione.


Algeria: 

In attesa della designazione.


Arabia Saudita: 

In attesa della designazione.


Argentina: 

In attesa della designazione (24 settembre).


Armenia: My Armenian Phantoms di Tamara Stepanyan

Un viaggio suggestivo nel mondo dimenticato del cinema armeno tra filmati d’archivio e memorie personali, un documentario che restituisce al pubblico una profonda eredità culturale e artistica attraverso temi universali come identità, amore, lotta ed espressione artistica. La regista è figlia dell’attore Vigen Stepanyan. In Italia è passato all’Unarchive Found Footage Fest di Roma.

My Armenian Phantoms
My Armenian Phantoms

My Armenian Phantoms


Australia: 

In attesa della designazione.


Austria: Peacock di Bernhard Wenger

Presentato alla Settimana della Critica di Venezia 2024, è la storia di un uomo che lavora fingendosi qualcun altro (un “fidanzato colto” per far colpo sugli amici, un “figlio perfetto” per compiacere gli altri, un interlocutore per fare le prove di una conversazione) e cerca di essere se stesso. Il protagonista è Albrecht Schuch, noto per quel Niente di nuovo sul fronte occidentale che fu amatissimo dall’Academy.

Peacock
Peacock

Peacock


Azerbaijan: Taghiyev: Oil di Zaur Gasimli

Dopo due anni di assenza, l’Azerbaigian torna a proporre un film all’Academy: il biopic del milionario e filantropo azero Haji Zeynalabdin Taghiyev, ambientato alla fine dell’Ottocento tra giochi di potere, lotte per i giacimenti petroliferi e storie familiari intrecciate a eventi storici. È il primo capitolo di una tetralogia e il sequel ha giù un titolo: Taghiyev: The Tsar (2025).

Taghiyev: Oil
Taghiyev: Oil

Taghiyev: Oil


Bangladesh: 

In attesa della designazione.


Belgio: Giovani madri di Jean-Pierre e Luc Dardenne

I fratelli più celebri del cinema d’autore europeo, vincitori di due Palme d’Oro e di svariati allori a Cannes, non hanno mai ricevuto una candidatura all’Oscar (quattro tentativi: Rosetta, Il figlio, L’enfant e Due giorni, una notte, che comunque valsa una nomination a Marion Cotillard). Ci riprovano con un film intenso e poetico sulla responsabilità, la maternità e la forza della cura. Prossimamente nelle nostre sale con BIM Distribuzione e Lucky Red.

Jeunes Mères dei fratelli Dardenne
Jeunes Mères dei fratelli Dardenne

Jeunes Mères dei fratelli Dardenne


Bhutan: 

In attesa della designazione.


Bolivia: 

In attesa della designazione.


Bosnia ed Erzegovina: Blum: Masters of Their Own Destiny di Jasmila Žbanić

Dopo la candidatura per Quo Vadis, Aida?, la più rilevante delle autrici bosniache presenta un documentario su Emerik Blum, ebreo di origine ungherese che nel 1944 riuscì a fuggire da un famigerato campo di concentramento fascista e, negli anni di Tito, fondò uno dei maggiori conglomerati ingegneristici d’Europa fino a diventare sindaco di Sarajevo nel 1984. Un omaggio costruito con materiali d’archivio.

Blum: Masters of Their Own Destiny
Blum: Masters of Their Own Destiny

Blum: Masters of Their Own Destiny


Brasile: L’agente segreto di Kleber Mendonça Filho

Vincitore in carica con Io sono ancora qui, il Brasile tenta il bis con un’altra storia che guarda al passato più nero (e il regista cerca un riscatto dopo la mancata nomination per Retratos Fantasmas). Opera magnifica e audace, ambientata nel 1977 negli anni della dittatura, un thriller politico d’autore che ibrida generi anche diversi. Acclamato e pluripremiato all’ultimo Festival di Cannes, uscirà in sala in Italia il 15 gennaio 2026 con Filmclub Distribuzione.

O agente secreto
O agente secreto

O agente secreto


Bulgaria: Tarika di Miko Lazarov

Nella campagna bulgara, padre e figlia vivono in pace, ma isolati dalla loro comunità. Quando la bambina inizia a sviluppare le “ali di farfalla”, una formazione ossea ereditata dalla madre, viene vista con timore e superstizione dagli abitanti del villaggio. Presentato al London Film Festival e, in Italia, al Bergamo Film Meeting, potrebbe diventare il primo film bulgaro nella storia a ottenere la candidatura all’Oscar.

Tarika
Tarika

Tarika


Cambogia: Tenement di Inrasothythep Neth a Sokyou Chea

Alla morte della madre, una mangaka si reca nella casa di famiglia per ricongiungersi con i parenti e ritrovare l’ispirazione: peggio per lei. Lungometraggio d’esordio dei registi, è un folk horror che riflette sul turbolento passato della Cambogia stando dalla parte del popolo Khmer. Lanciato al Festival di Rotterdam.

Tenement
Tenement

Tenement


Canada: The Things You Kill di Alireza Khatami

Scritto, diretto, prodotto e montato da un autore canadese di origini iraniane, è un crime su un professore universitario di origine turca che ingaggia un giardiniere per vendicare la morte della madre. Passato al Sundance, punta a diventare l’ottavo candidato canadese nella categoria e il secondo vincitore nella storia dopo Le invasioni barbariche (2003).

The Things You Kill
The Things You Kill

The Things You Kill


Cile: The Mysterious Gaze of the Flamingo di Diego Céspedes

Vincitore di Un Certain Regard all’ultimo Cannes, è un eccentrico e barocco, esordio ambientato in una città mineraria nel deserto che è stata colpita da una malattia sconosciuta, che pare si trasmetta quando un uomo si innamora di un altro attraverso il suo sguardo. Un western moderno abitato da una comunità queer e dallo spettro dell’AIDS.

La misteriosa mirada del flamenco
La misteriosa mirada del flamenco

La misteriosa mirada del flamenco


Colombia: A Poet di Simón Mesa Soto

Un poeta e insegnante decaduto vive tra rimpianti e velleità. L’occasione di riscatto arriva quando incontra con un giovane e talentuosa ragazza proveniente da un barrio poverissimo. Una feroce satira della società colombiana in una commedia cannibale: una bella conferma dopo la rivelazione Amparo. Presentato a Un Certain Regard all’ultimo Cannes, ha vinto il Premio della Giuria. Sono passati esattamente dieci anni dall’unica nomination colombiana (El abrazo de la serpiente).

Un poeta di Simón Mesa Soto (2025)
Un poeta di Simón Mesa Soto (2025)

Un poeta di Simón Mesa Soto (2025)


Corea del Sud: No Other Choice di Park Chan-wook

Dopo il rivoluzionario successo del connazionale Bong Joon-ho e la mancata nomination di Decision to Leave, ecco la grande occasione per risarcire il maestro sudcoreano. Che, forte dell’International People’s Choice Award ottenuto a Toronto, è tra i favoriti per un posto in cinquina. Anche grazie a una storia che, tra commedia nera e satira sociale (e con un’allusione grottesca allo schema di Squid Game), esplora il lato oscuro del suo Paese. In sala nel 2026 con Lucky Red.

No Other Choice
No Other Choice

No Other Choice


Costa Rica: The Altar Boy, the Priest and the Gardener di Juan Manuel Fernández

Tra i documentari più interessanti dell’annata, racconta l’inchiesta che ha portato all’incriminazione del sacerdote Mauricio Víquez Lizano, colpevole di abusi sessuali su bambini. Il film mette al centro le testimonianze di due uomini, vittime del prete. La Costa Rica non ha mai ricevuto una nomination all’Oscar.

The Altar Boy, the Priest and the Gardener
The Altar Boy, the Priest and the Gardener

The Altar Boy, the Priest and the Gardener


Croazia: Fiume o morte di Igor Bezinović

Con uno stile che mescola documentario e finzione, il racconto dei sedici mesi dell’occupazione della città di Fiume, l’odierna Rijeka, da parte del poeta Gabriele D’Annunzio. Tra memoria (o rimozione) collettiva e atteggiamento ironico, un’inchiesta in cui i cittadini stessi interpretano i momenti più importanti di quel periodo. Coproduzione tra Croazia, Italia e Slovenia, è il primo film in corsa per l’Oscar parlato in dialetto fiumano. La Croazia non è mai entrata in cinquina.

Fiume o morte
Fiume o morte

Fiume o morte


Danimarca: Mr. Nobody Against Putin di David Borenstein

Uno dei paesi più competitivi della categoria (negli ultimi dieci anni ha collezionato una statuetta, quattro nomination e tre shortlist) scommette su un documentario dedicato a un insegnante russo che, coinvolto suo malgrado nella propaganda governativa, diventa un informatore internazionale diffondendo filmati rivelatori di una società che cambia. Uno dei tanti titoli in gara sul tema del dissenso.

Mr. Nobody Against Putin
Mr. Nobody Against Putin

Mr. Nobody Against Putin


Ecuador: Chuzalongo di Diego Ortuño

Un altro folk horror in lizza per una nomination, basato sulla leggenda tradizionale andina che riguarda il personaggio citato dal titolo, un elfo bambino che aggredisce sessualmente le donne. Anche per l’Ecuador sarebbe la prima candidatura nella storia.

Chuzalongo
Chuzalongo

Chuzalongo


Egitto: Happy Birthday di Sarah Goher

Coming of age che ha vinto al Tribeca Film Festival e il Nora Ephron Award, segue una domestica di otto anni (sì, avete letto bene) che organizza una festa di compleanno per un’amica coetanea, che peraltro è la figlia del suo datore di lavoro. Il sistema gerarchico innesca la perdita dell’innocenza in questa analisi tenera ma spietata sui privilegi attraverso gli occhi di una bambina.

Happy Birthday
Happy Birthday

Happy Birthday


Estonia: Rolling Papers di Meel Paliale

La vita di un ventenne insoddisfatto cambia quando incontra un’esplosiva sognatrice: insieme sognano di acquistare un biglietto di sola andata per il Brasile e vivere una vita piena e libera. Presentato al Tallinn Black Nights Film Festival (stessa città in cui è ambientato il film), potrebbe rappresentare la seconda candidatura estone nella storia dopo Tangerines (2014).

Rolling Papers
Rolling Papers

Rolling Papers


Filippine: Magellan di Lav Diaz

Al secondo tentativo dopo Norte, the End of History (designato nel 2024), il massimo regista filippino ci riprova con la monumentale biografia del leggendario navigatore, interpretato da Gael García Bernal. Un’opera che giunge alle radici della poetica dell’autore: una storia di violenza, di ammutinamenti sedati nel sangue, dagli echi ancestrali. Presentato a Cannes nella sezione Premiere.

Gael García Bernal in Magellan di Lav Diaz
Gael García Bernal in Magellan di Lav Diaz

Gael García Bernal in Magellan di Lav Diaz


Finlandia: 100 litri di birra di Teemu Nikki

Dal regista di La morte è un problema dei viviIl cieco che non voleva vedere Titanic, l’odissea tragicomica di due sorelle produttrici di sahti, la bevanda artigianale finlandese. Presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma del 2024, un film ad alta gradazione alcolica, grottesco e di grana grossa. In Italia con I Wonder Pictures.

Elina Knihtilä e Pirjo Lonka in 100 litri di birra - Foto Rami Rusinen
Elina Knihtilä e Pirjo Lonka in 100 litri di birra - Foto Rami Rusinen

Francia: Un semplice incidente di Jafar Panahi

Il vincitore della Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes è una coproduzione tra Iran, Francia e Lussemburgo: seguendo uno schema simile a quello che ha portato la candidatura a Mohammad Rasoulof con Il seme del fico sacro in quota tedesca (sostegno “politico” e “di sistema” a un artista dissidente inviso alla propria nazione), i francesi tentano di riconquistare una statuetta che manca dal 1993. Al cinema dal 6 novembre con Lucky Red.

Un Simple Accident
Un Simple Accident

Un Simple Accident

(Jafar Panahi Productions/Les Films Pelleas)

Georgia: Panopticon di George Sikharulidze

C’è un po’ d’Italia in questa opera prima che coinvolge anche Georgia, Francia e Romania in cui un adolescente introverso e solo cade in una spirale di incertezze adolescenziali quando suo padre segue una vocazione spirituale e diventa monaco (uno degli atti più nobili nella Georgia post-sovietica, profondamente religiosa), mentre la madre lavora illegalmente all’estero e la nonna è troppo anziana per pensare a lui.

Panopticon
Panopticon

Panopticon


Germania: Sound of Falling di Mascha Schilinski

Nell’arco di un secolo, quattro generazioni di donne in una fattoria nella regione tedesca dell’Altmark: traumi, segreti, memorie e rimozioni. Secondo lungometraggio della regista, uno spettrale e gotico dramma art-house retto da un potente cast femminile e vincitore del Premio della Giuria a Cannes 78. Nelle sale italiane da dicembre con I Wonder Pictures.

Sound of Falling - @ Fabian Gamper / Studio Zentral
Sound of Falling - @ Fabian Gamper / Studio Zentral

Sound of Falling - @ Fabian Gamper / Studio Zentral


Giappone: Kokuho di Lee Sang-il

Dal bestseller di Shūichi Yoshid, un grande melodramma di quasi tre ore che ha sbancato al botteghino giapponese: il figlio di uno yakuza rimane orfano e viene adottato da un grande attore kabuki, diventando una celebrità del teatro tradizionale. Nel cast anche Ken Watanabe. Presentato alla Quinzaine di Cannes 2025.

Kokuho
Kokuho

Kokuho

(Pyramide Distribution)

Giordania: Tutto quello che resta di te di Cherien Dabis

Diretto da una regista palestinese-americana, racconta ottant’anni di storia palestinese attraverso gli occhi di tre generazioni di una famiglia che non ha mai smesso di lottare per difendere la propria identità. Un affresco storico intimo e commovente che affronta un trauma che si tramanda di padre in figlio, dai primi sfollamenti da parte dell’esercito israeliano nel 1948 fino alle Intifada. Nelle sale italiane con Officine Ubu.

Tutto quello che resta di te
Tutto quello che resta di te

Tutto quello che resta di te


Grecia: 

In attesa della designazione.


Groenlandia: Walls – Akinni Inuk di Sofie Rørdam

A Ruth Mikaelsen Jerimiassen, una donna che sconta un ergastolo nel carcere di Nuuk per tentato omicidio, viene data una possibilità di redenzione quando il suo caso viene aperto per la revisione. Uno dei tanti documentari dell’annata.

Walls – Akinni Inuk
Walls – Akinni Inuk

Walls – Akinni Inuk


Haiti: Kidnapping Inc. di Bruno Mourral

Due gangster di bassa lega devono rapire il figlio del candidato alla presidenza e portarlo nel quartier generale del loro capo: le cose, ovviamente, non vanno per il verso giusto. Esordio nel segno della commedia crime, cinetica e con elementi slapstick, coprodotta con Francia e Canada, era già stato presentato l’anno scorso senza ottenere l’approvazione dall’Academy.

Kidnapping Inc.
Kidnapping Inc.

Kidnapping Inc.


Indonesia: Sore: Wife from the Future di Yandy Laurens

Basato su una webserie del 2017, una fantascienza romantica in cui una donna che arriva dal futuro afferma di essere la moglie di un fotografo: la sua missione è cambiare il destino dell’uomo intrecciando i piani temporali. L’Indonesia sottopone titoli dal 1987 ma finora non ha ancora ottenuto una nomination nella categoria.

Sore: Wife from the Future
Sore: Wife from the Future

Sore: Wife from the Future


Iran: Cause of Death: Unknown di Ali Zarnegar

Mentre il dissidente Panahi riceve il sostegno della comunità internazionale e della Francia che lo sceglie addirittura come rappresentante per gli Oscar, l’Iran propone questo dramma che analizza il panorama sociale esplorandone le sfumature etiche e morali.

Cause of Death: Unknown
Cause of Death: Unknown

Cause of Death: Unknown


Iraq: The President’s Cake di Hasan Hadi

Opera prima su una bambina di nove anni costretta a preparare una torta per celebrare il compleanno di Saddam Hussein. Premio del pubblico alla Quinzaine des Cinéastes e Caméra d’Or all’ultimo Festival di Cannes, potrebbe diventare il primo film iracheno a ottenere la candidatura a vent’anni dalla prima partecipazione del paese.

The President's Cake
The President's Cake

The President's Cake


Irlanda: Sanatorium di Gar O’Rourke

Documentario in forma di commedia, segue le vite e gli amori dei residenti del sanatorio Kuyalnik, un ex centro medico sovietico che ora fornisce cure mediche e conforto ai suoi ospiti mentre infuria la guerra russo-ucraina. È uno dei titoli che punta alla doppietta con la categoria dei migliori documentari.

Sanatorium
Sanatorium

Sanatorium


Islanda: The Love That Remains di Hlynur Pálmason

Un anno nella vita di una famiglia, mentre i genitori si separano: tra momenti giocosi e toccanti, il racconto di un amore finito. Il regista è al secondo tentativo dopo aver sfiorato la candidatura due anni fa, quando finì nella shortlist grazie a Godland – Nella terra di Dio. Negli ultimi quattro anni, per tre volte l’Islanda è entrata nella quindicina finale.

The Love That Remains
The Love That Remains

The Love That Remains


Israele: The Sea di Shai Carmeli-Pollak

Ironia della sorte, il designato israeliano per l’Oscar è un film filopalestinese che segue le vicende di un dodicenne che, respinto dall’esercito, cerca di raggiungere il mare per la prima volta nella sua vita. Secondo le regole locali, avendo vinto l’Ophir Award (l’Oscar israealiano) come miglior film, Ophir, viene automaticamente proposto all’Academy come rappresentante per la categoria.

The Sea
The Sea

The Sea


Kazakhstan: 

In attesa della designazione.


Kenya: 

In attesa della designazione.


Kosovo: 

In attesa della designazione.


Kyrgyzstan: Black Red Yellow di Aktan Abdykalykov

Basato sui racconti dello scrittore Topchugul Shaidullaeva, è un racconto che ha per protagonisti una tessitrice di tappeti tradizionali e un pastore che lavora con i cavalli. Un’esplorazione sui temi dell’amore, della famiglia e del destino attraverso il simbolismo cromatico dei tappeti.

Black Red Yellow
Black Red Yellow

Black Red Yellow


Lettonia: Dog of God di Lauris Ābele e Raitis Ābele

Un surreale cartoon horror basato sulla storia vera di Thiess di Kaltenbrun, un uomo livoniano che, essendosi proclamato lupo mannaro e sostenendo di essersi avventurato all’Inferno per combattere il Diavolo, fu processato per eresia a Jürgensburg nel 1692. Coproduzione lettone-americana presentata a Tribeca, punta anche alla nomination per l’animazione dopo l’inaspettato trionfo del lettone Flow – Un mondo da salvare.

Dog of God
Dog of God

Dog of God


Libano: 

In attesa della designazione.


Lituania: The Southern Chronicles di Ignas Miškinis

Ambientato negli anni Novanta, anni dopo la riconquista dell’indipendenza della Lituania, è il coming of age di un diciassettenne più interessato a giocare a rugby, ascoltare musica e commerciare al mercato neroche a studiare. Tutto cambia quando si innamora. Trionfatore ai Silver Crane, principali riconoscimenti lituani, e miglior film baltico a Tallinn Black Nights Film Festival.

The Southern Chronicles
The Southern Chronicles

The Southern Chronicles


Lussemburgo: 

In attesa della designazione.


Macedonia del Nord: The Tale of Silyan di Tamara Kotevska

Una fiaba macedone prende vita quando una cicogna bianca ferita viene soccorsa in una discarica da un improbabile salvatore, trasformando in meglio la vita di entrambi. Dopo la presentazione all’ultima Mostra di Venezia, la regista trentaduenne ci riprova dopo la storica doppietta del 2020, quando ottenne le nomination per il miglior documentario e il miglior film internazionale con Honeyland.

The Tale of Silyan
The Tale of Silyan

The Tale of Silyan


Madagascar: 

In attesa della designazione.


Malesia: 

In attesa della designazione.


Malta: 

In attesa della designazione.


Marocco: Calle Màlaga di Maryam Touzani

Premio del pubblico alla Mostra di Venezia, segna il ritorno della regista de Il caftano blu, in shortlist nel 2023. Una commedia graffiante in cui Carmen Maura è un’anziana signora spagnola di stanza a Tangeri che deve lottare per far sì che la figlia non venda la sua casa. Il Marocco non ha mai conquistato un posto in cinquina. Prossimamente in Italia con Movies Inspired.

Carmen Maura in Calle Málaga
Carmen Maura in Calle Málaga

Carmen Maura in Calle Málaga


Messico: 

In attesa della designazione.


Mongolia: 

In attesa della designazione.


Montenegro: The Tower of Strength di Nikola Vukčević

Ambientato durante la seconda guerra mondiale in Jugoslavia, è il racconto di un bambino montenegrino di religione cristiana che perde i genitori per mano dei nazisti albanesi e si rifugia a casa di un uomo albanese musulmano. Ispirato a una storia vera e a un racconto di Zuvdija Hodzic, potrebbe rappresentare la prima nomination per il Montenegro.

The Tower of Strength
The Tower of Strength

The Tower of Strength


Namibia: 

In attesa della designazione.


Nepal: 

In attesa della designazione.


Nigeria: 

In attesa della designazione.


Norvegia: Sentimental Value di Joachim Trier

È già uno dei favoriti per tutte le categorie. Dopo l’exploit internazionale di La persona peggiore del mondo (nomination per la sceneggiatura originale), il sesto film del grande regista norvegese è un’esplorazione intima e commovente della famiglia, dei ricordi e del potere riconciliatorio dell’arte. Cast sugli scudi: Renate Reinsve, Stellan Skarsgård, Inga Ibsdotter Lilleaas, Elle Fanning. Arriverà in Italia con Teodora Film e Lucky Red.

Renate Reinsve e Inga Ibsdotter Lilleaas in Sentimental Value
Renate Reinsve e Inga Ibsdotter Lilleaas in Sentimental Value

Renate Reinsve e Inga Ibsdotter Lilleaas in Sentimental Value

(Kasper Tuxen)

Paesi Bassi: Reedland di Sven Bresser

Un tagliatore di canne scopre il cadavere di una ragazza sulla sua terra e viene sopraffatto da un senso di colpa ambiguo. Un esordio in gara alla Semaine de la Critique di Cannes, che potrebbe riportare la statuetta nei Paesi Bassi dopo quasi trent’anni (l’ultima, la terza nella storia, fu per Bastardo eccellente).

Reedland di Sven Bresser
Reedland di Sven Bresser

Reedland di Sven Bresser


Pakistan: 

In attesa della designazione.


Palestina: Palestine 36 di Annemarie Jacir

Ovviamente è un osservato speciale, anche se il “film palestinese” più forte dell’annata lo presenta un’altra nazione (leggi sotto). Ambientato nel 1936, si concentra nei giorni della rivolta araba contro l’occupazione britannica. La regista è una delle voci principali del cinema palestinese ed è alla sua quarta avventura come rappresentante agli Oscar.

Palestine 36
Palestine 36

Palestine 36


Panama: Beloved Tropico di Ana Endara

Il giardino di una casa diventa il palcoscenico per l’incontro di due donne sole: un’immigrata colombiana incinta con problemi economici e una ricca e dispettosa matriarca con principio di demenza. Un crepuscolare passo a due, senza retorica e con malinconica ironia, interpretato dall’ottima Paulina Garcia (indimenticata Gloria). In concorso alla Festa del Cinema di Roma 2024.

Querido trópico
Querido trópico

Querido trópico


Papua Nuova Guinea: Papa Buka di Bijukumar Damodaran

Per la prima volta nella storia, la Papua Nuova Guinea sottopone un proprio film all’Academy. Storia di coraggio e resilienza, segue un anziano veterano di guerra che aiuta due storici indiani a riscoprire eventi dimenticati della Seconda Guerra Mondiale.

Papa Buka
Papa Buka

Papa Buka


Paraguay: Under the Flags, the Sun di Juanjo Pereira

Nel 1989, la caduta del dittatore Alfredo Stroessner segna la fine di uno dei regimi autoritari più longevi del mondo, ma anche l’abbandono degli archivi audiovisivi che avevano cementato il suo potere. A distanza di decenni, sono stati recuperati per rivelare i meccanismi di potere nascosti dietro il governo di Stroessner. Premio della Giuria FIPRESCI all’ultimo Festival di Berlino.

Under the Flags, the Sun
Under the Flags, the Sun

Under the Flags, the Sun


Perù: Motherland di Marco Panatonic

Un uomo vorrebbe studiare per diventare ingegnere, ma non vuole lasciare la madre e la sorella: che fare? Tornare indietro è il suo destino, anche se questo significa ricominciare da capo, perché il suo cuore sarà sempre diviso, proprio come il suo Paese. Il Perù cerca la sua seconda presenza in cinquina a sedici anni da Il canto di Paloma. In Italia è stato presentato al Trento Film Festival.

Motherland
Motherland

Motherland


Polonia: Franz di Agnieszka Holland

La terza volta della regista (molto attiva anche nell’industria hollywoodiana) come rappresentante polacca agli Oscar: dopo la nomination del 2012 con In Darkness e il tentativo del 2017 con Spoor (ma anche la mancata designazione del 2024 con Green Border, inviso alle autorità politiche) ci riprova con il biopic di Kafka, presentato al Toronto Film Festival. La Polonia ha ottenuto 13 nomination e una statuetta nel 2015 con Ida.

Franz
Franz

Franz


Portogallo: Banzo di Margarida Cardoso

Una rivisitazione dell’eredità del colonialismo portoghese in Africa: nel 1907, un medico arriva su un’isola tropicale e scopre le devastanti condizioni di vita degli schiavi. In oltre quarant’anni di Oscar, il Portogallo non ha mai ottenuto una nomination per il film internazionale.

Banzo
Banzo

Banzo


Regno Unito: 

In attesa della designazione.


Repubblica Ceca: I’m Not Everything I Want to Be di Klára Tasovská

Ritratto della vita e della carriera della fotografa ceca Libuše Jarcovjáková, nota per i suoi lavori nella scena LGBTQ underground a Praga prima della depenalizzazione dell’omosessualità nel paese. Presentato alla Berlinale, premiato in molti festival di area queer, punta al secondo Oscar della Repubblica Ceca a trent’anni da Kolya.

I'm Not Everything I Want to Be
I'm Not Everything I Want to Be

I'm Not Everything I Want to Be


Repubblica Domenicana: Pepe di Nelson Carlo de Los Santos Arias

Vincitore dell'Orso d'Argento per la miglior regia alla Berlinale 2024, è il racconto di un giovane ippopotamo ucciso nella giungla della Colombia che torna sotto forma di fantasma. Sorta di realismo magico di matrice sudamericana, è un racconto dal punto di vista dell’animale, appartenuto a Pablo Escobar. Disponibile in streaming su MUBI.

Pepe
Pepe

Pepe


Romania: Traffic di Teodora Mihai

In Belgio, tre immigrati rumeni decidono di organizzare una rapina che cambierà le loro vite per sempre. Scritto da Cristian Mungiu, che si è ispirato al vero furto di dipinti di Picasso, Monet e Gauguin avvenuto in un museo olandese nel 2012, e interpretato anche da Anamaria Vartolomei, ragiona sulle disuguaglianze sociali e sullo sfruttamento del lavoro senza rinunciare all’umorismo.

Traffic
Traffic

Traffic


Rwanda: 

In attesa della designazione.


Serbia: 

In attesa della designazione.


Singapore: Stranger Eyes di Yeo Siew Hua

Dopo la misteriosa scomparsa della loro bambina, una giovane coppia riceve strani video e si rende conto che qualcuno ha filmato la loro vita quotidiana, anche nei loro momenti più intimi. La polizia indaga. La prima produzione di Singapore in gara alla Mostra di Venezia (nel 2024): un film sul guardare e sull’essere guardati, che dirotta in continuazione la nostra attenzione verso altre piste, altre possibilità di interpretazione, di controllo.

Stranger Eyes - Foto Grace Baey - Credits Akanga Film Asia
Stranger Eyes - Foto Grace Baey - Credits Akanga Film Asia

Stranger Eyes - Foto Grace Baey - Credits Akanga Film Asia 


Slovacchia: Father di Tereza Nvotová

Un tragico errore distrugge la vita di un uomo, isolandolo nel senso di colpa e mettendo a dura prova il suo matrimonio. Ora che rischia la prigione, riuscirà a trovare la via del perdono? In concorso nella sezione Orizzonti a Venezia, un dramma sulla “sindrome del bambino dimenticato”. La Slovacchia non ha mai ricevuto una candidatura all’Oscar.

Father
Father

Father


Slovenia: La ragazza del coro di Urška Djukić

Una timida sedicenne entra in un coro, stringe amicizia con una ragazza più spigliata finché, durante un ritiro in un monastero, l'interesse per un restauratore la porta a esplorare la propria identità e sessualità. Girato tra Cividale del Friuli e il Natisone, un racconto di formazione che ha vinto il Premio FIPRESCI nella sezione Perspectives a Berlino. Dal 9 ottobre al cinema con Tucker Film.

La ragazza del coro
La ragazza del coro

La ragazza del coro


Spagna: Sirāt di Óliver Laxe

Consacrazione di uno dei registi più interessanti della sua generazione, è il Mad Max: Fury Road del cinema trascendentale, un film fisico e metafisico che si rivela un’esperienza immersiva, mistica e sensoriale, veicolata da immagini di grande impatto e dai suoni della cultura rave. Premio della Giuria a Cannes, è tra i favoriti per la cinquina e arriverà nelle sale italiane con MUBI.

Sirat di Óliver Laxe
Sirat di Óliver Laxe

Sirat di Óliver Laxe


Sudafrica: 

In attesa della designazione.


Sudan: 

In attesa della designazione.


Svezia: Eagles of the Republic di Tarik Saleh

Un divo caduto in disgrazia deve accettare di recitare in un film di propaganda del regime di al-Sisi. Il regista svedese conclude la trilogia del Cairo dopo Omicidio al Cairo e La cospirazione del Cairo con un noir che si rivela soprattutto una critica all’élite politica e religiosa egiziana. In Concorso a Cannes 78.

Eagles of the Republic
Eagles of the Republic

Eagles of the Republic


Svizzera: L’ultimo turno di Petra Volpe

Notturno di un’infermiera che lavora con passione e professionalità nel reparto di chirurgia di un ospedale. Opera seconda che ha colpito l’ultima Berlinale, medical drama dal ritmo serrato e tour de force per Leonie Benesch (protagonista di La sala professori, candidato  all’Oscar internazionale nel 2024, e di September 5, in corsa come miglior film nella scorsa edizione). Distribuito nelle nostre sale da Bim.

L'ultimo turno - Credit SPORTHILFE/KEYSTONE/SALVATORE VINCI
L'ultimo turno - Credit SPORTHILFE/KEYSTONE/SALVATORE VINCI
SCHWEIZ SPORTHILFE GALA 2024 (KEYSTONE)

Taiwan: Left-Handed Girl di Shih-Ching Tsou

Una madre single e le sue due figlie tornano a Taipei per aprire una bancarella in un mercato notturno: tre generazioni tra vincoli tradizionali, segreti di famiglia e nuove speranza. Co-sceneggiato (e dunque sponsorizzato) da Sean Baker, appena entrato nella storia dell’Academy per i cinque riconoscimenti personali vinti con Anora.

Left-Handed Girl
Left-Handed Girl

Left-Handed Girl


Thailandia: A Useful Ghost di Ratchapoom Boonbunchachoke

Esordio che ha trionfato all’ultima Semaine de la Critique di Cannes, è un incrocio stravagante tra satira sociale e commedia romantica in cui i fantasmi protestano contro l’oblio reincarnandosi in elettrodomestici per attirare l'attenzione dei vivi e smuovere tutte le loro particelle. Un anno fa, la Thailandia ha ottenuto il suo miglior risultato entrando nella shortlist con How to Make Millions Before Grandma Dies.

A Useful Ghost
A Useful Ghost

A Useful Ghost


Tunisia: La voce di Hind Rajab di Kaouther Ben Hania

Il vincitore morale dell’ultima Mostra di Venezia. Diretto da una regista già candidata nel 2021 con L’uomo che vendette la sua pelle e nel 2024 per il miglior documentario con Quattro figlie, e prodotto anche da Brad Pitt, Joaquin Phoenix, Rooney Mara, Jonathan Glazer e Alfonso Cuarón, il film racconta dell’omicidio di Hind Rajab, una bambina palestinese di cinque anni uccisa nel gennaio 2024 dall’esercito israeliano assieme a sei familiari e due paramedici nel corso dell’invasione israeliana della striscia di Gaza, utilizzando la vera registrazione della telefonata fatta agli operatori della Mezzaluna Rossa. Negli Stati Uniti, al momento, non ha una distribuzione in sala. In Italia ci pensa I Wonder Pictures.

The Voice of Hind Rajab
The Voice of Hind Rajab

The Voice of Hind Rajab


Turchia: One of Those Days When Hemme Dies di Murat Fıratoğlu

Altra opera prima in gara, presentata a Orizzonti a Venezia 2024, è la storia esteticamente potente di un lavoratore stagionale che, dovendo ripagare un grosso debito, lavora sotto il sole cocente durante la raccolta dei pomodori a Siverek. La Turchia cerca la sua prima nomination.

One of Those Days When Hemme Dies
One of Those Days When Hemme Dies

One of Those Days When Hemme Dies


Ucraina: 2000 Meters to Andriivka di Mstyslav Chernov

Uno dei tanti documentari della selezioni, è un’inchiesta giornalistica che segue un plotone ucraino impegnato nella liberazione di un villaggio occupato dai russi. Lanciato al Sundance, cerca di bissare il successo di 20 Days in Mariupol, premiato come miglior documentario nel 2024.

2000 Meters to Andriivka
2000 Meters to Andriivka
A still from 2000 Meters to Andriivka by Mstyslav Chernov, an official selection of the 2025 Sundance Film Festival. Courtesy of Sundance Institute | photo by Mstyslav Chernov (Mstyslav Chernov)

Uganda: 

In attesa della designazione.


Ungheria: Orphan di László Nemes

Dopo l’Oscar per Il figlio di Saul, il regista ci riprova con la sua controversa opera terza, lanciata all’ultima Mostra di Venezia. Al centro della storia, un ragazzino, cresciuto dalla madre con il racconto di un padre morto idealizzato, che si trova, dopo la rivolta ungherese del 1956, di fronte a un uomo brutale che sostiene di essere il suo vero padre. Prossimamente nelle nostre sale con Movies Inspired.

Orphan di László Nemes
Orphan di László Nemes

Orphan di László Nemes


Uruguay: Don’t You Let Me Go di Ana Guevara e Leticia Jorge

Dramma sull’elaborazione del lutto di una ragazza dopo la prematura scomparsa della sua migliore amica, premiato al Tribeca di New York: un delicato e poetico sguardo disincantato che esplora i legami familiari e il senso di perdita. L’Uruguay aspetta la sua prima candidatura.

Don't You Let Me Go
Don't You Let Me Go

Don't You Let Me Go


Uganda: 

In attesa della designazione.


Venezuela: 

In attesa della designazione.


Vietnam: 

In attesa della designazione.


Zimbabwe: 

In attesa della designazione.