Tra Cannes, TikTok e sale d’essai: come le nuove etichette indipendenti stanno cambiando il modo di produrre, distribuire e vivere i film, senza rinunciare alla visione e all'identità
Al Festival di Cannes abbiamo incontrato uno degli attori più talentuosi del momento, nel cast di La trama fenicia. E ci ha parlato anche di Sidney Lumet (“Non sprecava neanche un respiro”) e Spike Lee, che lo dirige in Highest 2 Lowest, fuori concorso sulla Croisette
Con la vittoria a Cannes, il regista iraniano ha conquistato i massimi riconoscimenti dei quattro principali festival europei. Ed eguaglia il record del maestro dell’incomunicabilità: ci sono altri che possono entrare nel club? (Spoiler: sì)
Da Resurrection a Sound of Falling, passando per O agente secreto, Renoir e Romería. Nel passato - delle nostre esistenze e del cinema - le radici su cui costruire il presente. E il futuro dell’immaginario
Il festival è uno spazio di tensione tra rappresentazione e realtà, per reagire alla saturazione digitale del presente e aprire varchi sul mondo. E ci ha dimostrato la necessità di prendere posizione
Flashback, voice-over, split screen, danza: quattro strategie formali per un cinema che risponde al cul de sac dell’immaginario. E un’assenza di peso: il drone
Dalla clandestinità alla Palma d’Oro 2025, il maestro iraniano scolpisce la memoria collettiva trasformando ogni fotogramma in gesto politico e carne viva dell’immagine
Premi a Mendonça Filho, Trier, Schilinski e Laxe per un palmarès che intreccia gesto politico e ricerca formale, consacra nuove voci e lascia fuori Loznitsa.
Giuria a maggioranza femminile, equilibrio geopolitico, potere delle indie-prestige. Tutti gli incastri e un solo frontrunner: A Simple Accident di Panahi. Con Loznitsa e Laxe pronti al colpo di scena
Kelly Reichardt firma un film di impeccabile rigore formale, sospeso tra minimalismo, disillusione e un'America che si perde nei suoi stessi ideali. Ma il coinvolgimento emotivo resta un'ipotesi. In concorso
L’insostenibile leggerezza di essere israeliani: Nadav Lapid firma un’opera batailliana, furiosa e scomposta, un grido animale che percuote non solo il Medio Oriente. Incredibilmente alla Quinzaine e non in concorso
I fratelli Dardenne ritrovano la loro voce più autentica: un film intenso e poetico sulla responsabilità, la maternità e la forza della cura. In concorso
Un’opera che giunge alle radici delle storie di Lav Diaz. E così l’avventura dell’esploratore diventa una storia di violenza, di ammutinamenti sedati nel sangue, dagli echi ancestrali e primordiali classici nel cinema del regista filippino. In Cannes Premiere
Europa Cinemas Cannes Label e premio degli autori al film del belga Valéry Carnoy, che affronta temi legati alla questione maschile e al rapporto con la violenza
La giuria, presieduta da Rodrigo Sorogoyen, sceglie l’esordio del thailandese Ratchapoom Boonbunchachoke, un incrocio stravagante tra satira sociale e commedia romantica in cui i fantasmi si reincarnano elettrodomestici
A Un Certain Regard, il film di Rigo de Righi e Zoppis sovverte i codici del genere: da Buffalo Bill alla ribellione femminile, passando per un buttero vulnerabile. In scena anche Nadia Tereszkiewicz e John C. Reilly
Nel nuovo film di Saeed Roustaee, nemmeno la morte di un bambino scuote una società sclerotizzata. Un'opera bulimica e forzata, che soffoca la denuncia sociale annegando nella telenovela. In concorso
Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis giocano ancora col western e il picaresco. Buono ma non superbo come Re Granchio, bravi Nadia Tereszkiewicz e Alessandro Borghi. In Un Certain Regard a Cannes 78
Tra la classicità di Brokeback Mountain e la malinconia privata di Moffie, Hermanus tenta una riflessione errante e dolente sul tempo, sull’amore e sul non essere mai dove si dovrebbe. Con più anacronismo che affettazione, in concorso
In concorso a Cannes il ritorno di Carla Simón. Che esplora con delicatezza e qualche sbavatura il legame tra identità e memoria in un film irrisolto ma sincero