PHOTO
Il cast di The Voice of Hind Rajab - Foto Karen Di Paola
Alla vigilia della cerimonia di premiazione dell'82ma Mostra di Venezia, in programma domani 6 settembre alle 19, come di consueto si rincorrono le voci sul possibile palmares.
Il giorno spartiacque di questa edizione è stato lo scorso 3 settembre, quando al Lido è arrivato il nuovo film della regista tunisina Kaouther ben Ania, The Voice of Hind Rajab, che ricostruisce (attraverso la reale registrazione della voce della bambina) le drammatiche ore della telefonata della piccola Hind Rajab con i volontari del pronto interventi della Mezzaluna Rossa, prima del tragico, noto epilogo: accoglienza fragorosa in proiezione stampa, 24 minuti di applausi in Sala Grande al termine della premiere ufficiale, record storico per la Mostra.
Non sembrerebbero dunque esserci dubbi per il Leone d'Oro di quest'anno, riconoscimento che premierebbe non solo il film ma anche l'urgenza di un'attualità dilaniante: sarebbe la risposta più fragorosa della Biennale alle tante polemiche occorse nei giorni scorsi relative alla "presa di posizione" sul massacro della striscia di Gaza.
Si potrà discutere all'infinito, sarebbe un premio al film più "bello" di questo concorso o a quello emotivamente più straziante?
Partendo dal solito presupposto che decretare un "vincitore" tra opere d'arte è sempre esercizio quantomeno discutibile (in fin dei conti non è una competizione sportiva, dove a vincere è chi arriva primo o fa più punti dell'avversario), è bene anche considerare che a volte il contesto storico non può essere lasciato in secondo piano. E il concetto di "bellezza" può tranquillamente sottostare rispetto al principio di necessità, e di urgenza , che un film come quello della ben Ania porta con sé.
Ammesso che davvero andrà così, tutto il resto - a livello artistico, di cronaca - passerebbe naturalmente in secondo piano. Ma siccome è un gioco che facciamo ogni anno, non ci sottraiamo nemmeno stavolta: partiamo dall'Italia, con cinque titoli in concorso (tutti, per un motivo o per l’altro, di ottima fattura) le chance di finire in palmares ci sono. In primo luogo sul fronte attoriale: la Coppa Volpi femminile potrebbe andare infatti o a Valeria Bruni Tedeschi per Duse o a Barbara Ronchi per Elisa (sarebbe la prima volta per entrambe).
C'è poi chi giura di aver rivisto Paolo Sorrentino (La grazia) aggirarsi nuovamente al Lido, chi dà per certo un premio a Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi e chi, ma il film passerà oggi, giornata di chiusura del concorso, un premio per la sceneggiatura di Un film fatto per Bene (scritta da Franco Maresco e Claudia Uzzo, con Umberto Cantone e Francesco Guttuso).
Per quanto riguarda l'altra Coppa Volpi, quella maschile, a meno di un'affermazione importante del film (The Smashing Machine di Benny Safdie) il candidato principale dovrebbe essere Dwayne "The Rock" Johnson. Discorso analogo va fatto per No Other Choice di Park Chan-wook: o va a premio il film o il suo attore protagonista, Lee Byung Hun. Attenzione però al Tony Leung di Silent Friend di Ildikó Enyedi, altro titolo che passa oggi.
Anche A House of Dynamite di Kathryn Bigelow, altro film che dialoga pesantemente con i nostri giorni, potrebbe ambire ad un Leone d'argento (Gran Premio o Regia).
E non abbiamo ancora fatto i conti con il ritorno del cinese Cai Shangjun (già Leone d'Argento per la regia nel 2011), che chiude il concorso con il melodrammone The Sun Rises on Us All.
Tra i restanti in ballo, per Premio speciale della giuria e sceneggiatura, potrebbero entrare Jim Jarmusch con Father Mother Sister Brother, Bugonia di Lanthimos e Il mago del Cremlino di Assayas.
Il Premio Mastroianni potrebbe andare alla giovane attrice taiwanese Lai Yu-Fei (Girl) o a Luna Wedler, attrice svizzera classe 1999, tra i protagonisti di Silent Friend.