Con i primi verdetti (Gotham Awards e National Board of Review) la stagione dei premi entra nel vivo. In attesa delle nomination, che saranno svelate il 24 gennaio 2023, vediamo quali sono i film maggiormente lanciati nella 95a edizione degli Oscar (cerimonia di premiazione il 12 marzo).

MIGLIOR FILM

Con la sorprendente vittoria ai National Board of Review, pare in grande ascesa Top Gun: Maverick, anche se negli ultimi dieci anni solo una volta il film scelto dallo storico ente newyorkese ha ottenuto la statuetta più pesante dell’Academy (nel 2018 con Green Book; negli ultimi tre anni hanno vinto The Irishman, Da 5 Bloods e Licorice Pizza). Dalla sua, l’hit mondiale di Tom Cruise ha il grande successo popolare, il fascino nostalgico, il sistema valoriale che rimanda alla tradizione americana. Sarebbe un contendente inedito per la recente storia dell’Academy ma dovrà vedersela con altri film al momento più forti.

Il front runner rimane Everything Everywhere All at Once, perfetto per lo spirito del tempo (il più grande successo commerciale dell’indie A24, con al centro i temi del multiverso e dell’integrazione), mentre restano alte le quotazioni di The Fabelmans (storia della vocazione cinematografica Steven Spielberg attraverso la storia della sua famiglia), Tár (insieme a Women Talking, corale femminile, la proposta d’autore più lanciata dell’anno, sostenuta da Cate Blanchett in odore di statuetta e da un argomento attuale, le conseguenze del Me Too), Gli spiriti dell’isola (forte della stima dell’Academy per Martin McDonagh, di un piccolo racconto che tocca il cuore e di un cast in stato di grazia) e The Woman King (c’è qualcosa più in linea con lo spirito del tempo?). Resta l’incertezza sul titolo su cui punterà davvero Netflix (Pinocchio? Bardo? O alla fine la spunterà Glass Onion? O addirittura il war movie tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale?). E naturalmente non sono da sottovalutare Avatar: La via dell’acqua (un’impresa titanica che dovrebbe assicurarsi la maggior parte dei premi tecnici) e Babylon, forse “troppo grandi” per le scelte recenti dell’Academy.

Le previsioni:

  1. Avatar: La via dell’acqua
  2. Babylon
  3. Elvis
  4. Everything Everywhere All at Once
  5. The Fabelmans
  6. Glass Onion: Knives Out
  7. Gli spiriti dell’isola
  8. Tár
  9. Top Gun: Maverick
  10. The Woman King
Everything Everywhere All at Once
Everything Everywhere All at Once

Everything Everywhere All at Once

MIGLIOR REGIA

Più o meno i candidabili sono i registi dei film in gara per il miglior film. Ci pare evidente che Spielberg agogni la terza vittoria, a venticinque anni da Salvate il soldato Ryan: se vincesse, sarebbe il regista più anziano a trionfare (al momento il record è di Clint Eastwood, che a 74 anni vinse con Million Dollar Baby). In ascesa i Daniels, cioè Daniel Kwan and Daniel Scheinert, che sarebbe il secondo duo a ottenere la statuetta per la regia dai tempi di Robert Wise e Jerome Robbins, premiati nel 1961 con West Side Story. Sul fronte femminile, Sarah Polley per Women Talking e Gina Prince-Bythewood per The Woman King potrebbero confermare la tendenza a premiare una donna dopo Chloé Zhao e Jane Campion, ma attenzione alla debuttante Charlotte Wells che si sta facendo notare nel circuito dei premi con Aftersun. Come capita da qualche anno, ci dovrebbe essere spazio anche per registi non aglosassoni: il posto se lo giocano lo svedese Ruben Östlund per la Palma d’Oro Triangle of Sadness, il sudcoreano Park Chan-wook per Decision to Leave e il già molto premiato Alejandro González Iñárritu per Bardo.

  1. James Cameron – Avatar: La via dell’acqua
  2. Daniels – Everything Everywhere All at Once
  3. Martin McDonagh – Gli spiriti dell’isola
  4. Ruben Östlund – Triangle of Sadness
  5. Steven Spielberg – The Fabelmans
Steven Spielberg © Brian Bowen Smith. Courtesy Amblin Partners.
Steven Spielberg © Brian Bowen Smith. Courtesy Amblin Partners.

Steven Spielberg © Brian Bowen Smith. Courtesy Amblin Partners.

MIGLIOR ATTRICE

Gara molto agguerrita, con due dive che sicuramente saranno presenti in cinquina: Cate Blanchett, lanciata verso il terzo Oscar per la sua incandescente interpretazione dell’insopportabile direttrice d’orchestra Tár, e Michelle Yeoh, eroina action di Everything Everywhere All at Once appena celebrata dal Time come “Icona dell’anno” e miglior attrice per il National Board of Review e che con un alloro del genere coronerebbe una lunga carriera. Michelle Williams, mamma di The Fabelmans, ha imposto alla Universal di competere come protagonista e non nella categoria di supporto: scelta onorevole ma che forse non le garantirà la statuetta. Attenzione a Danielle Deadwyler, quarantenne ma emersa solo negli ultimi tempi, che con il biopic Till (è la mamma di un ragazzo afroamericano torturato e ucciso da bianchi segregazionisti) potrebbe mettere in difficoltà Blanchett e Yeoh. Per un posto in cinquina se la giocano l’ormai affezionata Olivia Colman per Empire of Light, Margot Robbie in cerca di premio con Babylon, Vicky Krieps per Il corsetto dell’imperatriceNaomi Ackie nel ruolo di Withey Huston in I Wanna Dance with Somebody, Rooney Mara per Women Taking e la già vincitrice Jennifer Lawrence per Causeway, il cavallo Apple (vincitrice in carica con CODA) dell’annata.

  1. Cate BlanchettTár
  2. Danielle DeadwylerTill
  3. Margot Robbie – Babylon
  4. Michelle Williams – The Fabelmans
  5. Michelle Yeoh – Everything Everywhere All at Once
Todd Field’s TÁR will have its world premiere at the Venice International Film Festival. Cate Blanchett stars as Lydia Tár in director Todd Field's TÁR, a Focus Features release. Credit: Florian Hoffmeister / Focus Features
Todd Field’s TÁR will have its world premiere at the Venice International Film Festival. Cate Blanchett stars as Lydia Tár in director Todd Field's TÁR, a Focus Features release. Credit: Florian Hoffmeister / Focus Features
Cate Blanchett in Tár. Credit: Florian Hoffmeister / Focus Features

MIGLIOR ATTORE

In linea di massima, quest’anno le categorie maschili sembrano essere meno interessanti di quelle femminili. Ciò che unisce i due principali competitor ci sembra la simpatia umana: sono due star, infatti, che non hanno nascosto le difficoltà del privato e hanno finalmente trovato due ruoli capaci di assorbire malinconia e sensibilità. Da una parte, Brendan Fraser, il tragico protagonista di The Whale, ex sex symbol segnato dalle molestie subite dai potenti di Hollywood, alle prese con il ruolo della vita; dall’altra, Colin Farrell, già premiato a Venezia e dal National Board of Review per Gli spiriti dell’isola, che sceglie la sottrazione per dar vita il suo common man devastato dall’inspiegabile rottura di un’amicizia. In pole position anche Austin Butler, straordinaria reincarnazione di Elvis. Cercano un posto al sole anche Gabriel LaBelle, giovane Spielberg in The Fabelmans, Hugh Jackman come padre tormentato in The Son, il lanciatissimo Paul Mescal per Aftersun, e il veterano Bill Nighy che avrebbe la prima candidatura grazie a Living. Senza dimenticare il dark horse Tom Cruise.

  1. Austin Butler – Elvis
  2. Colin Farrell – Gli spiriti dell’isola
  3. Brendan Fraser – The Whale
  4. Hugh Jackman – The Son
  5. Bill Nighy – Living
Brendan Fraser in The Whale. Credits: Courtesy of A24
Brendan Fraser in The Whale. Credits: Courtesy of A24
Brendan_Fraser in The Whale. Credits: Courtesy of A24

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA

Situazione molto interessante. C’è un film corale, Women Talking, che punta su Jessie Buckley e Claire Foy. C’è Everything Everywhere All at Once, che ha a disposizione una valida newcomer come Stephanie Hsu e l’amatissima veterana Jamie Lee Curtis. C’è The Whale, che offre la giovane star di Stranger Things Sadie Sink e la stimata vietnamita Hong Chau. E poi una colonna dell’intrattenimento americano come la settantunenne Jean Smart per Babylon, Kerry Condon che ha colpito tutti come sorella di Farrell in Gli spiriti dell’isola, Janelle Monáe sempre più vicina al cinema grazie al doppio ruolo in Glass Onion (premiata dal National Board of Review), la musa di Christian Petzold Nina Hoss per Tár. E poi Carey Mulligan in Anche io, Keke Palmer per Nope, la filippina Dolly DeLeon per Triangle of Sadness. Ma sembra imporsi sempre di più una veterana che aspetta da tempo un riconoscimento: Angela Bassett, la regina di Wakanda in Black Panther, che sarebbe la prima interprete candidata per un film Marvel.

  1. Angela Bassett – Black Panther: Wakanda Forever
  2. Jessie Buckley – Women Talking
  3. Kerry Condon – Gli spiriti dell’isola
  4. Jamie Lee Curtis – Everything Everywhere All at Once
  5. Dolly DeLeon – Triangle of Sadness
Angela Bassett in Black Panther: Wakanda Forever
Angela Bassett in Black Panther: Wakanda Forever

Angela Bassett in Black Panther: Wakanda Forever

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

Al momento la statuetta ci sembra alla portata del massiccio veterano Brendan Gleeson, magnifico co-protagonista di Gli spiriti dell’isola e premiato dal National Board of Review (e ambisce alla cinquina anche Barry Keoghan), e soprattutto di Ke Huy Quan, che con Everything Everywhere All at Once è tornato sulle scene dopo vent’anni. Per The Fabelmans, il papà Paul Dano dovrebbe assicurarsi un posto, ma noi sogniamo nomination e premio per lo zio Judd Hirsh, che appare per nemmeno dieci minuti ma è assolutamente indimenticabile (e che a 87 anni potrebbe diventare il vincitore più anziano di sempre, ma non il candidato: Christopher Plummer fu nominato a 88 anni per Tutti i soldi del mondo). Netflix sta spingendo molto il già vincitore Eddie Redmayne per il suo ruolo da serial killer in The Good Nurse, ma corrono per un posto anche Ben Whishaw, unico uomo del cast di Women TalkingBrian Tyree Henry per CauseawayMicheal Ward per Empire of Light, Mark Rylance come spaventoso villain di Bones and AllAnthony Hopkins e Jeremy Strong nonno e papà del protagonista di Armageddon Time.

  1. Paul Dano – The Fabelmans
  2. Brendan Gleeson – Gli spiriti dell’isola
  3. Ke Huy Quan – Everything Everywhere All at Once
  4. Barry Keoghan – Gli spiriti dell’isola
  5. Ben Whishaw – Women Talking
Brendan Gleeson e Colin Farrell in Gli spiriti dell'isola © 2022 20th Century Studios All Rights Reserved.
Brendan Gleeson e Colin Farrell in Gli spiriti dell'isola © 2022 20th Century Studios All Rights Reserved.

Brendan Gleeson e Colin Farrell in Gli spiriti dell'isola © 2022 20th Century Studios All Rights Reserved.

MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE

Anche se la shortlist con i quindici titoli in semifinale saranno divulgati solo il 21 dicembre, possiamo ipotizzare che le chance di Nostalgia, selezionato dall’Italia, non siano molte. Considerando gli altri premi come indicatori generali, possiamo dire che c’è una rosa molto stretta, forse più degli altri anni: il tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale spinto da Netflix, il belga Close, Holy Spider per la Danimarca, EO dalla Polonia, Saint Omer per la Francia, Argentina, 1985 promosso da Amazon Prime, l’austriaco Il corsetto dell’imperatrice, il pakistano Joyland. Ma negli ultimi anni l’Academy non ha mancato di segnalare film spesso dimenticati dai pronostici come Lunana dal Bhutan o il tunisino L’uomo che vendette la sua pelle.

  1. Argentina, 1985 (Argentina)
  2. Close (Belgio)
  3. Joyland (Pakistan)
  4. Niente di nuovo sul fronte occidentale (Germania)
  5. Saint Omer (Francia)
Close
Close

Close

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE

Manca il Pixar che chiude la partita prima del fischio d’inizio (Red è così forte? Lightyear ha qualche possibilità?), ma c’è Guillermo del Toro che gioca con Pinocchio. Sta sorprendendo il successo che Marcel the Shell with Shoes On, con un mollusco che riflette sulla sua vita, sta raccogliendo nel circuito dei premi, mentre Netflix dovrebbe puntare su Wendell & Wild, ritorno di Henry Selick, e non sull’emozionante Apollo 10 ½ di Richard Linklater. Titoli più mainstream che potrebbero entrare in cinquina sono Troppo cattivi, il Disney Strange World e il nuovo Gatto con gli stivali.

  1. Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio
  2. Marcel the Shell with Shoes On
  3. Pinocchio
  4. Red
  5. Wendell & Wild
Pinocchio di Guillermo del Toro
Pinocchio di Guillermo del Toro
Pinocchio di Guillermo del Toro