Per la prima volta un film di Hélène Cattet e Bruno Forzani viene distribuito nelle sale italiane. Ed è un’occasione da non mancare: Reflection in a Dead Diamond e l’esperienza totalizzante di un cinema in purezza
Brad Pitt a 300km/h con l’utopia di ritrovare la solitudine nel silenzio. L’eroismo edonista va a braccetto con la perfezione del blockbuster moderno. E la classica retorica del film “sportivo” USA per ribadire la supremazia del talento umano sull’ingegno tecnologico
Kosinski realizza un western su circuito. Gioca con la colpa e la redenzione, gira una sfida infernale, adrenalinica. Guarda a Top Gun, abbraccia la malinconia e proietta Brad Pitt verso un giorno di tuono. Trascinante
28 anni dopo di Danny Boyle e il coming of age nell’immaginario post-apocalittico e zombie. Ricordati che devi morire, certo, ma non dimenticare di amare. Per sopravvivere oggi, e sperare di continuare a esistere domani
Danny Boyle trasforma il suo zombie movie in un’allegoria dell’Occidente isolato: pandemia, Brexit, violenza, e un’Inghilterra che educa alla paura. Molta carne al fuoco ma gran mestiere
Steven Soderbergh si misura con la spy story. Inserisce una sottotraccia morale, conferma come il suo cinema sia una seduta psicanalitica, in un passo a due imperdibile
Un mélo ricco di colpi di scena che conferma l’amore di François Ozon per le strutture narrative forti e incentrate sul piacere del racconto. Cast eccellente, con una grande Hélène Vincent
“Ozon ha sempre amato tantissimo le donne mostrandole in tutte le loro diversità”, dice l’attrice. Protagonista ai Rendez-vous del cinema francese a Roma e nelle sale dal 10 aprile
Dopo il concorso a Cannes, il regista canadese presenta la sua ultima fatica: “Non sono un visionario. Ho fatto questo film per elaborare il lutto, ma non è servito. La sofferenza rimane”. Tanti i temi toccati: ateismo, religione, Intelligenza Artificiale, Musk. E dice: “Il corpo è tecnologia”
La sua filmografia evoca una spiritualità laica al lavoro sull’invisibile ed è abitata da personaggi capaci di reinventarsi la vita, sfuggendo al destino. Una ricerca che trova l’apoteosi con Le assaggiatrici
Nel cinema italiano, il nazismo diventa una metafora della relazione pericolosa tra vittime e carnefici: dal desiderio più osceno del Portiere di notte a Le assaggiatrici di Silvio Soldini
Silvio Soldini porta sullo schermo il romanzo premio Campiello di Rosella Postorino, a sua volta ispirato alla vera storia di Margot Wölk: un film rigoroso e doloroso, che ragiona sul paradosso delle “soldatesse” hitleriane costrette a rischiare la morte mangiando
A Different Man rilancia il più ampio tema della diversità e dell’accettazione: ma con Trump alla Casa Bianca molti Studios stanno facendo marcia indietro sui diritti
Dalla parodia con Franco Franchi all’autoironia di Lillo: un filone che qui non ha mai sfondato. Cambierà qualcosa con La città proibita di Gabriele Mainetti?
Gabriele Mainetti porta Hong Kong a Piazza Vittorio, creando un ponte tra culture diverse attraverso una storia d’amore forse impossibile. Un film fluviale, inaspettato, ma soprattutto molto coraggioso. Da sostenere
A tu per tu con il regista romano, che dopo Jeeg Robot e Freaks Out “gioca” con un altro immaginario, quello relativo al kung fu hongkonghese: “Il cinema è artigianato che deve saper divertire, ma anche emozionare”. Con Yaxi Liu, Enrico Borello, Sabrina Ferilli e Marco Giallini. Dal 13 marzo in sala
Covid, contrazione dell’export, tagli produttivi e consumi seriali: così il modello è crollato come un castello di carte: dopo vent’anni di inarrestabile ascesa nel pop (BTS), nel cinema (Parasite) e nella serialità (Squid Game), qualcosa sta cambiando
Se il recente cinema persiano traccia le immagini della contraddizione sociale, politica e religiosa, racconta anche della repressione, delle bugie, dell’opposizione fino alla morte: da Farhadi ad Abbasi, per Rasoulof
Magnifica riscrittura dell’Italian Spy da parte di Cattet e Forzani: 87 minuti che sono fuori da tutto, smontano la dittatura del racconto e si affidano solo all’arte dell’immagine. In concorso
“Il giornalismo libero è il guardiano della democrazia”: parola di Steven Spielberg, che con The Post (2017) realizza una sorta di prequel a Tutti gli uomini del presidente