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Before Sunset
Si dirà che l’amore trascende le epoche, eppure ci deve essere un motivo se un film si impone come uno dei più rappresentativi di un certo momento storico. Si penserà a Via col vento perché “domani è un altro giorno” (l’apoteosi dello studio system), a Casablanca e chi “avrà sempre Parigi” (la guerra in diretta), a Titanic e ai cuori che riposano nel fondo dell’oceano (il romanticismo for- mato kolossal).
Ci si ricorderà di questi film perché costruiranno quella memoria collet- tiva fatta dall’incontro di tutte quelle perso- nali: dopotutto, non c’è genere (è un genere?) più universale dello spettacolo di due persone che si innamorano. Non sorprende, allora, che In the Mood for Love spunti quasi sempre in ogni classifica dedicata ai film degli ultimi venticinque anni, che occupi addirittura i piani alti del sondaggio di Sight & Sound sui migliori della storia: uscito in quella linea di confine che è il 2000, spiega e destruttura il cinema di prima e annuncia e anticipa quello che verrà.
Il capolavoro di Wong Kar-wai è il palinsesto emotivo e politico di questi anni, il manifesto romantico del “secolo della nostalgia”: nel 1962, nella Hong Kong ancora colonizzata dagli inglesi, due vicini di casa scoprono che i rispettivi coniugi hanno una relazione, iniziano a sentirsi attratti l’uno dall’altra ma si negano la possibilità di un amore. The New York Times lo celebra per “la curva sensuale della schiena di una donna che diventa emblema del desiderio” e “il fumo della sigaretta che esprime il dolore della fugacità della vita”, ma oltre al suo catalogo di immagini impressionanti a definirne la statura è l’atlante tematico che squaderna le nostre ossessioni scandendo il ritmo di tutti i battiti dei nostri cuori in fiamme.