"Chiudo gli occhi e vedo Shirley MacLaine che corre verso Jack Lemmon. Il cinema non morirà mai perché è qualcosa che continua a vivere in eterno, dentro ognuno di noi".

Mark Cousins introduce così la sua nuova fatica, The Story of Film: A New Generation, special screening che in qualche modo pre-apre la 74° edizione del Festival di Cannes, in attesa della cerimonia d'apertura ufficiale prevista con la premiere di Annette diretto da Leos Carax e interpretato da Adam Driver e Marion Cotillard.

Il regista Mark Cousins
Il regista Mark Cousins
Il regista Mark Cousins
Il regista Mark Cousins

Esattamente dieci anni dopo il monumentale The Story of Film: An Odissey, il regista britannico aggiorna quel progetto (915 minuti divisi in 15 episodi) prendendo in esame le immagini cinematografiche più potenti dell'ultimo decennio: dal 2010 al 2021, inclusa la recente pandemia, Cousins ​​esplora nel dettaglio frammenti di film famosi e non, provenienti da tutto il mondo, per dimostrare come si siano sviluppati rapidamente nuovi modi di vedere, di percepire il cinema, nel tumulto della nostra era digitale.

Partendo da Joker (2019) - portandoci sulla scalinata iconica nel Bronx dove la gente va a immortalarsi assumendo le stesse pose di Joaquin Phoenix - e Frozen (2013), Cousins dà il via a questo incredibile viaggio (lungo 160') che tocca la Thailandia di Apichatpong Weerasethakul (Cemetery of Splendour, 2015), la Finlandia di Sami van Ingen (Flame, corto sperimentale del 2018), per esplorare temi ricorrenti e nuovi stilemi, dall'evoluzione del linguaggio cinematografico al ruolo della tecnologia nel cinema di oggi, alle identità mutevoli nel cinema mondiale del 21° secolo.

The Story of Film: A New Generation - cr. Mark Cousins
The Story of Film: A New Generation - cr. Mark Cousins
The Story of Film: A New Generation - cr. Mark Cousins
The Story of Film: A New Generation - cr. Mark Cousins

Da Parasite a Shoplifters, da The Farewell a Black Panther, da Frank a Lazzaro felice, passando per Us e It Follows, Cousins ​​cerca film, registi e comunità sottorappresentate nelle storie cinematografiche tradizionali, con un'enfasi particolare sulle opere asiatiche e mediorientali, oltre a documentari che spingono a superare i confini delle logiche abituali (The Look of Silence e The Act of Killing di Joshua Oppenheimer) e film che plasmano i generi in nuovi modi.

E mentre la pandemia sembra allontanarsi (?), Cousins ​​ragiona sulla nuova era dello streaming: come siamo cambiati come cinefili? E come il cinema continuerà a trasformarsi nel secolo digitale? La meraviglia collettiva rimarrà intatta?

Una riflessione fiume, potenzialmente infinita, che ci invita a riposizionarci come spettatori (non poteva mancare, in tal senso, il frammento dedicato all'apertura di Holy Motors, diretto proprio dal già citato Leos Carax), a soffermarci nuovamente, o per la prima volta, su impensabili affinità tra opere diversissime e sulla continua abilità trasformativa di un'arte, il cinema, destinata a vivere in eterno. Basta chiudere gli occhi.