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Lo squalo
La storia del cinema più importante mai realizzata è forse quella per immagini di Mark Cousins: The Story of Film: An Odissey. Si tratta di un’opera monumentale, quindici episodi da un’ora, per un totale di novecento minuti. Il regista irlandese racconta un incedere che galoppa attraverso la passione e l’innovazione.
Ma vi ricordate qual è la prima sequenza che viene mostrata? Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg. Si parte sott’acqua, con i proiettili che fischiano. La voce fuori campo spiega che la carneficina è stata girata su una spiaggia in Irlanda. C’è quindi una connessione tra Cousins e Spielberg. In qualche modo a unirli c’è una sottile linea rossa che armonizza lo schermo e la meraviglia.
Che cosa ha provato quando ha visto per la prima volta Lo squalo?
Ero a Belfast, in Irlanda. C’erano i Troubles, ovvero il conflitto nordirlandese. Ero un bambino nervoso. Avevo dieci anni, ero spaventato da molte cose. Mia zia Cecilia lavorava in un cinema. Ci fece intrufolare senza biglietto, e il film in programmazione era proprio Lo squalo. Mi sono nascosto nel foyer, sulle scale, al buio, aspettando che finisse la proiezione precedente per poter entrare. La sala aveva ottocento posti. Mi soffermavo a guardare le porte, a immaginare quali emozioni invadessero gli spettatori all’interno. A un certo punto proprio quelle porte si sono aperte, e tre persone sono scappate via. Erano molto spaventate da qualcosa che avevano visto. Immediatamente mi sono domandato: cosa c'è di così agghiacciante lì dentro? Mi rendo conto oggi che la fuga era avvenuta quando la bestia attacca la barca. Ma in realtà per me ha rappresentato e rappresenta un percorso verso l’estasi. E poi: se è così terrificante, che bisogno hai di correre? Non ti puoi nascondere.


Mark Cousins
(Jenny Leask)Chi sono gli squali oggi?
Ryan Coogler, Jordan Peele. Lo squalo è trasgressivo, vive. Vibra in Titane di Julia Ducournau. Descrive come cambia l’essere umano quando è minacciato. Non tutti coloro che riflettono su questi temi hanno cose interessanti da dire. Lo squalo ha insegnato soprattutto una cosa: a uscire dalle nostre esistenze noiose e ad andare di più al cinema. I suoi eredi sono quelli che vogliono sentire quell’elettricità: sperimentando il contatto con l’acqua, l’essere vulnerabili. Non avevo mai pensato prima a che cosa ci potesse essere sotto il livello del mare. Quelle fauci hanno aperto qualcosa di nuovo in noi. È nato un nuovo impero dell’ansia!