Una notte al museo

Night at the Museum

USA 2006
Larry Daley, guardia notturna al Museo di Storia Naturale di New York, vive la più straordinaria avventura della sua vita: durante il giro di ricognizione, infatti, avverte uno strano rumore e improvvisamente si rende conto che gli animali impagliati e le statue dei personaggi ospitati nelle sale espositive, si sono animati e stanno mettendo a soqquadro l'intero edificio...
SCHEDA FILM

Regia: Shawn Levy

Attori: Ben Stiller - Larry Daley, Carla Gugino - Rebecca, Dick Van Dyke - Cecil Fredericks, Mickey Rooney - Gus, guardia di sicurezza, Bill Cobbs - Reginald, Robin Williams - Teddy Roosevelt, Jake Cherry - Nick Daley, Ricky Gervais - Dottor McPhee, Kim Raver - Erica Daley, Patrick Gallagher - Attila l'Unno, Rami Malek - Ahkmenrah, Mizuo Peck - Sacajawea, Steve Coogan - Octavius, Anne Meara - Debbie, Pierfrancesco Favino - Cristoforo Columbo, Martin Christopher - Lewis, Darryl Quon - Unno, Dan Rizzuto - Uomo di Neanderthal, Matthew Harrison - Uomo di Neanderthal, Jono Lee - Cinese, Paul Rudd - Don

Soggetto: Milan Trenc

Sceneggiatura: Thomas Lennon, Robert Ben Garant

Fotografia: Guillermo Navarro

Musiche: Alan Silvestri

Montaggio: Don Zimmerman

Scenografia: Claude Paré

Costumi: Renée April

Effetti: Jim Rygiel, Bruce Woloshyn, Dan DeLeeuw, Kevin Baillie, Rhythm & Hues, The Orphanage, Rainmaker Animation & Visual Effects

Durata: 108

Colore: C

Genere: FANTASY AZIONE COMMEDIA

Tratto da: libro per ragazzi omonimo di Milan Trenc

Produzione: TWENTIETH CENTURY FOX FILM CORPORATION, 1492 PICTURES, 21 LAPS ENTERTAINMENT

Distribuzione: 20TH CENTURY FOX ITALIA

Data uscita: 2007-02-02

CRITICA
"Oltre a essere divertente, il tutto contrabbanda anche un messaggio per grandi e piccini: i musei sono archivi di vita." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 2 febbraio 2007)

"E' un filmetto ultra convenzionale, tutto ovvio e privo della minima sorpresa. La faccetta sorridente di Ben Stiller ha un valore e un significato letterali: vi procura un gradevole e sorridente passatempo. (...) Non è un thriller ma un film comico zeppo di effetti speciali, però c'è il mistero. Un film infantile e per bambini. Ben Stiller, comico di scuola aggressiva e nevrotica, è addomesticato." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 2 febbraio 2007)

"'Una notte al museo' di Shawn Levy è un giocattolone anni '80 che rispetto a 'Gremlins' e 'Ghostbusters' manca di 2 elementi essenziali su 5: un buon regista e una sceneggiatura frizzante. Gli altri li ha tutti: l'eroe (Stiller, anche se più moscio del solito), gli effetti speciali e un cuore grande nel finale. Puro intrattenimento hollywoodiano per famiglie oggi sempre più affidato all'animazione. Dal vivo non se ne fanno più. Tra qualche anno Una notte al museo verrà considerato come un reperto storico da ammirare in un museo. Per ora è un successone." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 2 febbraio 2007)

"Con 'Una notte al museo' di Shawn Levy, Ben Stiller raggiunge l'ultima area di pubblico che gli mancava: quella sotto i dieci anni. Ci riesce al primo colpo, a giudicare dagli incassi americani, ma senza fare nulla che non abbia già fatto ed è un peccato, perché ha una bella inventiva. (...) Fra scheletri di tirannosauri dediti al riporto canino, mammut e renne, pretoriani e cow boy (fra loro, Owen Wilson), unni dal cuore di bambini, lo spettacolo è sconclusionato, ma brioso. Fra i guardiani disonesti, due pezzi di storia del cinema: Mickey Rooney e Dick Van Dyke." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 2 febbraio 2007)

"Arrivato in Italia sulla scia dell' eccezionale successo al box office americano (oltre 200 milioni di dollari), 'Una notte al Museo' obbliga la critica a confrontarsi con uno dei suoi più amletici interrogativi: il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Che, appena un po' aggiornato alla complessità sociologica di questi nostri anni, si può trasformare in: ma gli americani sono solo eterni bambinoni (e tutto quello che producono sono solo bambocciate: corollario) oppure dobbiamo apprezzare la loro capacità di vedere nella realtà il lato favolistico e consolatorio? (...) Trasformando la morale pedagogica del film (la stima dei propri figli si conquista affrontando le avversità) nell'ennesima conferma che l'etica protestante del successo è sempre l unica vera regola di vita made in Usa. E che anche le favole devono adattarsi alle logiche del mercato. Con buona pace di chi si ostina a credere che al di là dell' Atlantico ci siano solo bambinoni mai cresciuti o ingenui sognatori." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 2 febbraio 2007)