Boccaccio '70

FRANCIA 1962
"Renzo e Luciana" - Luciana, per una clausola del suo contratto di lavoro deve tenere segreto a tutti il suo matrimonio con Renzo, che lavora nella stessa azienda. Un giorno però vengono scoperti dal loro capoufficio che li licenzia. Con le liquidazioni riescono ad affittare un appartamento e riusciranno anche a stare insieme tutto il giorno, senza dover più lavorare in orari diversi. "Le tentazioni del dottor Antonio" - Il dottor Antonio, che vede il male ovunque, viene sconvolto da un cartellone pubblicitario. La donna ritratta lo ossessiona a tal punto che egli crederà di averla viva davanti a sé. Antonio segue questo fantasma, docile, allucinato fino a perdere la ragione. "Il lavoro" - Un conte viene coinvolto in uno scandalo; ma la reazione della moglie è singolarissima. Per il futuro, la contessa vorrà essere retribuita tutte le volte che effettuerà i suoi doveri di moglie. "La riffa" - Zoe organizza ogni settimana una speciale "riffa": il vincitore avrà diritto alla sua compagnia. Il vincitore è questa volta il sacrestano che dovrà però lasciare il suo posto ad un più aitante giovanotto di cui Zoe si è innamorata.
SCHEDA FILM

Regia: Mario Monicelli - "Renzo e Luciana", Federico Fellini - "Le tentazioni del dottor Antonio", Luchino Visconti - "Il lavoro", Vittorio De Sica - "La riffa"

Attori: Marisa Solinas - Luciana ("Renzo e Luciana", Germano Giglioli - Renzo ("Renzo e Luciana", Peppino De Filippo - Dottor Antonio Mazzuolo ("Le tentazioni del dottor...", Anita Ekberg - Anita ("Le tentazioni del dottor...", Mario Passante - Il sacrestano ("Le tentazioni del dottor...", Silvio Bagolini - Segretario di Mons. ("Le tentazioni del dottor...", Polidor - Capo operaio ("Le tentazioni del dottor...", Alfredo Rizzo - Capo operaio ("Le tentazioni del dottor...", Dante Maggio - Capo operaio ("Le tentazioni del dottor...", Alberto Sorrentino - Operaio ("Le tentazioni del dottor...", Giacomo Furia - Operaio ("Le tentazioni del dottor...", Ciccio Barbi - Ing. nell'auto ("Le tentazioni del dottor...", Giuliano Gemma - Ercole ("Le tentazioni del dottor...", Antonio Acqua - Comm. La Pappa ("Le tentazioni del dottor...", Franco Magno - Segretario di La Pappa ("Le tentazioni del dottor...", Lina Alberti - Questuante ("Le tentazioni del dottor...", Donatella Della Nora - Donatella Mazzuolo ("Le tentazioni del dottor...", Romy Schneider - Pupe ("Il lavoro", Tomas Milian - Conte Ottavio ("Il lavoro", Romolo Valli - L'avvocato ("Il lavoro", Paolo Stoppa - Giurista ("Il lavoro", Sophia Loren - Zoe ("La riffa", Luigi Giuliani - Gaetano ("La riffa", Alfio Vita - Cuspet, il sagrestano ("La riffa", Valentino Macchi - Uno sfaccendato ("La riffa", Tano Rustichelli - Se stesso ("La riffa", Antonio Ravaglia - Se stesso ("La riffa", Romano Lolli - Se stesso ("La riffa", Luciano Baldrati - Se stesso ("La riffa", Angelo Casadio - Se stesso ("La riffa", Antonio Mantovani - Se stesso ("La riffa"

Soggetto: Cesare Zavattini - tutti gli episodi

Sceneggiatura: Giovanni Arpino - "Renzo e Luciana", Italo Calvino - "Renzo e Luciana", Suso Cecchi d'Amico - "Renzo e Luciana"/"Il lavoro", Mario Monicelli - "Renzo e Luciana", Federico Fellini - "Le tentazioni del dottor Antonio", Ennio Flaiano - "Le tentazioni del dottor Antonio", Tullio Pinelli - "Le tentazioni del dottor Antonio", Brunello Rondi - coll., "Le tentazioni del dottor...", Goffredo Parise - coll., "Le tentazioni del dottor...", Luchino Visconti - "Il lavoro", Cesare Zavattini - "La riffa"

Fotografia: Armando Nannuzzi - "Renzo e Luciana", Otello Martelli - "Le tentazioni del dottor Antonio"/"La riffa", Giuseppe Rotunno - "Il lavoro", Arturo Zavattini - operatore, "Le tentazioni del dottor Antonio"

Musiche: Piero Umiliani - "Renzo e Luciana", Nino Rota - "Le tentazioni del dottor Antonio"/"Il lavoro", Armando Trovajoli - "La riffa"

Montaggio: Adriana Novelli - "Renzo e Luciana"/"La riffa", Leo Catozzo - "Le tentazioni del dottor Antonio", Mario Serandrei - "Il lavoro"

Scenografia: Piero Gherardi - "Renzo e Luciana", Piero Zuffi - "Le tentazioni del dottor Antonio", Mario Garbuglia - "Il lavoro", Elio Costanzi - "La riffa"

Durata: 200

Colore: C

Genere: COMMEDIA FILM A EPISODI

Specifiche tecniche: TECHNICOLOR

Tratto da: "Scherzo in 4 atti" ideato da Cesare Zavattini. L'episodio "Renzo e Luciana" è ispirato al racconto "L'avventura di due sposi" di Italo Calvino; "Il lavoro" al racconto "Au bord du lit" di Guy de Maupassant

Produzione: CARLO PONTI E ANTONIO [TONINO] CERVI PER CONCORDIA COMPAGNIA CINEMATOGRAFICA, CINERIZ (ROMA), FRANCINEX, GRAY FILM (PARIGI)

Distribuzione: CINERIZ - DOMOVIDEO - NUOVA ERI - MONDADORI VIDEO

NOTE
- PER L'EPISODIO "IL LAVORO", L'ACCONCIATURA DI ROMY SCHNEIDER E' DI ALEXANDRE. - NELLA VERSIONE DESTINATA ALL'ESTERO E' STATO ELIMINATO L'EPISODIO "RENZO E LUCIANA". - PER L'EPISODIO "LA RIFFA", FRA GLI INTERPRETI: GLI ABITANTI DI LUGO, DOVE E' STATO GIRATO.
CRITICA
"Superficiale come impostazione (...) è l'esempio (...) dei pericoli cui i compromessi tra arte e spettacolo possono portare: quadretti di costume (...) di critica alle strutture e ai pregiudizi sociali (...) ricerca formale e di mestiere, e tanto sesso (...). E' nato da una delle tante idee che Zavattini tira fuori dalla sua fervida mente".("Nuovo Spettatore Cinematografico", 30-31, marzo/aprile 1962). "Fellini con 'Le tentazioni del dottor Antonio' si è concesso una vacanza. Si è voluto divertire, e ha saputo divertire, toccando da buon cattolico uno degli aspetti più grotteschi di certe campagne moralizzatrici. E' riuscito a far recitare benissimo Peppino De Filippo, a dare alla Ekberg il modo di mostrare tutte le sue risorse, e ha messo loro d'intorno una piccola folla di personaggi caratterizzati fino allo spasimo. In questo è stato bravissimo (...) ha confermato le sue doti di inventiva, l'incisività del suo sarcasmo. Ma nulla più d'un sorriso." (Giovanni Grazzini, 24 febbraio 1962). "Il gioco di Fellini è troppo facile e superficiale per convincere. Mette insieme un tipo di moralizzatore che ha tutti i requisiti per essere odioso, ridicolo, mostruoso. Poi lo consacra predicatore di morale. L'impressione che ne risulta è quella di una massiccia messa in ridere di ogni riflessione tesa e preoccupazione morale. Così massiccia e pesante che a un certo punto non si ride più." (Luigi Bini, "Letture", aprile 1962). "L'episodio felliniano è un grottesco avanzato da |La dolce vita|, con cartocci e volute di un consapevole, e compiaciuto, barocchismo. Comincia assai bene, infilzando i nuovi flagellatori di costumi; gli ipocriti censori, con l'impeto di un Salvator Rosa, poi la cupola si schiaccia su una macchinosa saccenteria di dubbio gusto." (Leo Pestelli, "La Stampa", 24 febbraio 1962).