Ad Alice nella città è il giorno di Kenneth Lonergan: il drammaturgo e regista, premio Oscar alla miglior sceneggiatura per il dramma Manchester by the Sea, è quest’anno il presidente di giuria di Onde Corte, sezione concorsuale dedicata ai cortometraggi della rassegna diretta da Fabia Bettini. 

Il cineasta statunitense classe 1962 ha incontrato il giovane pubblico accorso al Cinema Adriano di Roma, ripercorrendo da principio la sua carriera: “Quando avevo dieci anni ho iniziato a scrivere opere teatrali, a venti ho cominciato con i film ma era solo per soldi. Mai avrei immaginato di passare dietro la cinepresa”.

Sin da giovanissimo, in effetti, la sua creatività si esprimeva in forme diverse: “Quando ero piccolo mi piaceva disegnare, ma scrivevo anche lunghissimi romanzi di fantascienza. Più tardi mi sono appassionato al teatro grazie a un validissimo insegnante. Lì esprimevo a pieno le mie emozioni, mentre il cinema mi permetteva di mantenermi economicamente: mi sembrava un buon compromesso”.

Tuttavia in ogni lavoro ciò che contava allora e ancora oggi è “il rapporto diretto con gli attori, non potrei mai scrivere da solo chiuso in una stanza. Amo veder prendere corpo quello che ho scritto”. Tra palcoscenico e grande schermo, però, corre una differenza sostanziale: “Il teatro poco si presta a raccontare storie che si svolgono all’esterno. Mentre in tutti i film che ho fatto le ambientazioni all’aperto sono fondamentali”.

A proposito di scritture, Lonergan, dialogando con la giornalista e critica cinematografica Chiara Nicoletti, ha ripercorso la lunga gestazione della sua prima sceneggiatura: “All’epoca facevo lo scrittore per un comparto industriale, compilavo presentazioni di prodotti per aziende, un lavoro noiosissimo. Poi il mio patrigno, uno psicanalista, mi raccontò di un suo collega siciliano che un giorno si trovò davanti alla porta uno dei massimi boss di New York. Così ho cominciato a scrivere Terapia e pallottole. Ma sapevo che la sceneggiatura una volta venduta non ti appartiene più: otto anni dopo, quando hanno prodotto il film, non era rimasta più neanche una parola scritta da me, a parte il titolo”.

Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan
Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan

Manchester By The Sea di Kenneth Lonergan

L’esordio alla regia cade nel 2000 con il dramedy tra fratelli orfani Conta su di me: “Al liceo ero innamorato di una ragazza che aveva visto morire tra le sue braccia un uomo alla fermata dell’autobus. Una sera andammo a cena insieme e mi raccontò il fatto, ma io speravo fosse una serata romantica. Tornai a casa, scrissi un piccolo copione teatrale di 7 pagine: divenne tanti anni dopo la base del film”.

Del film la critica apprezzò soprattutto la cura maniacale nei dettagli che sarebbe diventata distintiva, poi, del suo cinema: “Più che le parole mi intriga il comportamento, la postura del corpo, il tono della voce, le espressioni del viso degli attori. – spiega il regista - Ultimamente vedo tanti film dipendenti da dialoghi lunghissimi e scritti male. Tanti autori non rispettano il pubblico”. 

Il regista, premio Oscar alla miglior sceneggiatura per Manchester By The Sea presentato alla Festa del cinema di Roma del 2016, è concittadino di Martin Scorsese: “Quando lo conobbi mi commissionò subito una sceneggiatura che non fu mai girata. Per Gangs of New York prima mi disse che voleva un altro scrittore, poi a venti giorni dall’inizio delle riprese mi chiese di andare a Roma ad aiutarlo (parte del film fu girato a Cinecittà, ndr). Io ho preso subito l’aereo”.

Progetti per il futuro? “Tornerò a teatro presto, sto lavorando a un copione da sei anni, ma ho scritto anche due sceneggiature: una è quasi conclusa”.

E a chi gli chiede di più proprio sui film futuri, Lonergan confessa sibillino che “anche se dai miei lavori può non sembrare, sono sempre stato interessato ai film in costume. Spero presto di dirigerne uno”.