Raccontare la malattia con leggerezza e ironia, tenerezza ed empatia, senza mettere sotto scacco lo spettatore, è molto raro e difficile soprattutto. Per te di Alessandro Aronadio, tratto dalla storia vera di Mattia Piccoli, lavora in senso opposto ed è un’opera da guardare con rispetto.

È a lui, alla sua famiglia, che si ispira il regista (insieme con Ivano Fachin, Renato Sannio), prodotto da Edoardo Leo con PiperFilm, Lungta Film e Alea Film, che arriverà nei cinema italiani dal 17 ottobre, dopo l’anteprima del 16 alla Festa del Cinema di Roma e Alice nella Città. Il film incomincia con Paolo (Edoardo Leo) di fronte allo specchio che insegna al figlio dodicenne Mattia (Javier Francesco Leoni) come un giorno dovrà radersi. Rasoio per il padre, cucchiaio per Mattia che non ha ancora nessun pelo. La madre Michela (Teresa Saponangelo) li guarda con affetto.

A prima vista sembra tutto normale, invece Paolo ha un segreto che nasconde molto bene. Gli è stato diagnosticato una rara forma di alzheimer precoce, un “male” incurabile, a 43 anni. Il tempo diventa ovviamente una priorità e Paolo incomincia a valutare come spenderlo. Andare al bioparco con Mattia che è appassionato di piante, scrivere in un diario le cose da non dimenticare, andare a cena fuori con la moglie, cercando di vivere al meglio ogni singolo momento e imprimerlo nella mente prima che la nebbia si impadronisca dei suoi ricordi.

Al posto di spingere sul pedale della commozione, Aronadio fa recitare i protagonisti senza drammi o colpi di scena eclatanti finché la situazione alla fine non peggiora e Paolo diventa sconosciuto anche se stesso.

La realtà a volte supera l’immaginazione: Mattia Piccoli, è stato nominato Alfiere della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella per il modo in cui si è preso cura del padre negli anni. Attualmente Paolo vive in una Rsa, sostenuto dalla moglie e dai figli, Mattia (che ora ha 16 anni) e il dodicenne Andrea. Un film senza fronzoli, che non aspira ad altro se non raccontare una bellissima storia d’amore.