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“Appena ci siamo conosciuti, la responsabile del casting ci ha fatto fare un esercizio semplice: guardarci negli occhi in silenzio. Si è creata subito una connessione. Recitando è stato quasi naturale che i ruoli si invertissero; Mariana mi ha fatto da madre nel momento in cui il mio personaggio sperimenta il dolore della perdita, anche se è solo una ragazza”.
Tomasín Padrón e Yazmina Estupiñan. Un’atleta di lotta canaria di quarantacinque anni e una giovane adolescente. Nessuno dei due aveva mai recitato prima, ora sono i protagonisti di Dance of the Living (La lucha è il più centrato titolo spagnolo), opera prima di José Alayón che racconta il delicato rapporto padre e figlia alla prova del lutto sullo sfondo delle sue isole Canarie.
"Sono stato coinvolto nel film casualmente, non avrei mai pensato di fare l’attore, sono molto timido e riservato”. Spiega Padròn: “Il regista Alayòn, però, ha voluto incontrare noi lottatori: cercava nell’isola una squadra maschile e femminile. Il giorno in cui è venuto ero di buon umore, forse per questo mi ha convinto” (ride, ndr).
Sulla stessa lunghezza d’onda la giovane Yazmina Estupiñan, per la prima volta davanti alla cinepresa: “José ha chiesto a una mia amica se conoscesse una persona che facesse la lucha. All’inizio ho detto no, perché non volevo recitare; ma dopo vari tentativi ho accettato”. Immedesimarsi in un’adolescente che ama combattere ma perde la madre in fondo non è stato difficile: “ho riversato nel personaggio tutta la rabbia e la tristezza che avevo dentro di me. Anche se sono appena una ragazza, ho vissuto traumi simili: è stato facile connettere la mia vita al personaggio”.
In fondo, non cambia moltissimo tra un combattimento di lotta canaria e una scena di un film: "La differenza forse è nel livello di concentrazione: quando bisogna fare un incontro si mette tutta nella lotta, ma in un film è come se si facesse un’esibizione, per cui si riduce l’investimento di energia al 40% e bisogna concentrarsi anche sul modo in si combatte” spiega l’attore protagonista”
La lotta canaria è un’usanza tipica e molto diffusa nell’arcipelago atlantico per cui cattura la vera essenza di queste isole: "dal di fuori si vede un posto molto turistico, accogliente, pieno di sole e buon umore ma per renderla tale c’è chi lavora ogni giorno. – continua Tomasín Padrón - Io vengo dall’isola di Ghierro, un luogo che ha un’identità secolare, che passa attraverso la lotta canaria, la gastronomia, l’agricoltura”. E l’attrice conclude: “Il lavoro di Josè era tutto teso a catturare l’essenza dell’isola al di là delle immagini promozionali che girano per il mondo, quindi ha voluto dare molto spazio alla quotidianità di Mariana, al lavoro in fabbrica, alla lotta che chiaramente è il simbolo di questa terra”.