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Yorkshire. 1916. La guerra infuria nell’Europa continentale, scippando la cittadina di Ramsden dei suoi giovani e decimando il coro locale. Il dottor Guthrie, di ritorno dalla Germania, ora direttore d’orchestra contro lo scetticismo generale, raduna ragazze, comuni e veterani: in programma non c’è più la passione di Matteo, ma un grande concerto ispirato a Il sogno di Geronte di Edward Elgar.
Sir Nicholas Hinter ambienta nella Prima Guerra Mondiale una commedia corale dei caratteri, lasciando fuoricampo i cannoni per un romanzo-calderone tra i film più fiacchi, sovrabbondanti e confusionari della sua filmografia.
Il che lascia abbastanza di stucco, dato che il film, dopo The Lady in The Van, è scritto dal fido Alain Bennett illustre novecentista, penna fina dei palchi inglesi che ha già regalato a Hinter più mirabili copioni.
Lo scorcio storico, però, è più un pretesto che un'ambientazione: Hinter guarda la Storia ad altezza dei popolani e piega lo spirito del tempo a una sensibilità attualizzante per risventolare, ora che le bombe hanno ripreso a cantare, la bandiera del pacifismo. Del 1916, di fatti, sopravvivono per essere motteggiato, un intenso sciovinismo, una sconsiderata fiducia nella guerra e una castrante ottusità religiosa.
Hinter democratizza e metaforizza il Coro come corpo unico mutilato dalla guerra, rimbalzata nelle vite dei musicisti a suon di lettere e giornali. Così, i vari personaggi che si accalcano in quasi due ore di storia diventano affluenti tematici del macro-tema, giammai creature rotonde, prismatiche e ambivalente. In testa un posato Ralph Fiennes maestro di coro discriminato e guardato con sospetto. Roger Alman è, invece, proprietario di fabbrica in lutto ma con improbabili rivalse canterine, Robert Emms diventa un pianista mirifico, ma socialmente disadattato costretto a reprimere i sentimenti per il maestro di piano. Alan Armstrong è un becchino umorista, Emily Fairn una focosa ragazza che si consola con un locale pensando di aver perso il marito al fronte, Amara Okerek attivista dell’Esercito della Salvezza, è una voce prodigio dalle fantasie sessuali frenate, Mark Addy il fotografo che impara a rispettare una prostituta.
Il reducismo; la disgregazione sociale della guerra; la repressione, la discriminazione e il benessere sessuale; la maldicenza; il pregiudizio razziale; il potere catartico dell’arte che trascende l’idiozia nazionalista; l’isolamento dell’artista; il coro come rovesciamento delle gerarchie sociali, messinscena del dramma, valorizzazione collettiva del sè.
Veramente tanti, troppi i tasti suonati dalla tastiera di Hinter: la musica che è esce fuori è arraffazzonata. Dispersiva. Stonata.