Il film – che chiude la “trilogia del potere” – è un j’accuse alla religione come potere w solleva il tema del dialogo tra fede e ragione che caratterizza il confronto tra Chiesa e società
Quello di Amos Gitai non è un pamphlet polemico, ma il racconto di un’enclave ortodossa in cui la condizione sociale è fortemente condizionata dall’integralismo delle regole
Altro che Nostradamus: Nanni Moretti con le sue “profezie” porta i credenti a reimmergersi in una rinnovata, e coerente, primavera che ponga l’uomo al centro di tutto
Quello di Ajejandro Amenábar è un film privo di amore, di pietà, dove la verità non rende veramente liberi. Che, attraverso la storia di Ipazia, mette in guardia sui pericoli del radicalismo ideologico
Leone d’Oro a Venezia 2002, il film esprime una versione unilaterale di una pagina di storia socio-religiosa dell’Irlanda degli anni Sessanta. Ma stimola la consapevolezza e l’urgenza di rinnovarsi come sincera volontà di conversione
A cinquant’anni dal massacro del Circeo, torniamo sul film tratto dal romanzo di Edoardo Albinati. In cui manca la mano di un autore che riesca a “sistemare” una narrazione straboccante
Nel grande film di Clint Eastwood ci sono poche ed essenziali parole, compresa quella di Dio che si propone nella sua pietà misericordiosa nell’immagine del Figlio crocifisso