Tudùm.

Fino a dieci anni fa quest’onomatopea ci avrebbe fatto pensare a un battito cardiaco o a un breve colpo di avvertimento. Oggi, invece, la associamo subito al suono distintivo di Netflix, l’azienda che (a livello di fruizione) ha cambiato le regole del gioco, aprendo la strada a un nuovo tipo di realtà produttive online. Hollywood prima sottovalutò il loro impatto, poi si illuse che si sarebbero limitate alla serialità televisiva. Ma, per comprendere meglio quell’errore, ripartiamo dal principio.

Fondata da Reed Hastings e Marc Randolph il 29 agosto 1997 a Scotts Valley (California), Netflix nasce come impresa di noleggio di DVD e videogiochi sul modello Blockbuster e, nel 2008, imbocca la via (per l’epoca pionieristica) dello streaming, permettendo di abbonarsi a un catalogo di titoli online. Non accontentandosi di acquisire e basta, dal 2013 inizia a creare le proprie serie, promettendo zero pubblicità e niente più attese (rendere tutte le puntate disponibili in contemporanea genera una nuova abitudine: il binge watching, ossia l’abbuffata di episodi).

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