Comparso all’improvviso sulla piattaforma Netflix, dopo un’anteprima al festival Sundance, Train Dreams di Clint Bentley ha subito conquistato milioni di persone in pochi giorni.

Ispirato al racconto di Denis Johnson, è un’opera contemplativa, intrisa di umanità che ha come protagonista assoluto Robert (Joel Edgerton), un boscaiolo all’alba del Novecento. Orfano e cresciuto a Fry, da adolescente lascia la scuola per le esplorare le foreste del suo Paese, l’Idaho.

Un giorno incontra Gladys (Felicity Jones) o piuttosto lei incontra lui e dopo poco tempo capiscono di voler passare la vita insieme. Si sposano e da quel matrimonio felice nasce Kate, una bambina bionda con la meraviglia negli occhi.

Robert per continuare a lavorare è costretto a lunghe separazioni, che da un lato gli permettono di viaggiare e di conoscere stagionali come lui, con storie e percorsi diverse. Dall’altro la lontananza da Gladys e Kate diventa un dolore insopportabile, così cerca di stare il più possibile con loro.

Echi malickiani attraversano questo film insolito, raccontato con grazia e sentimento, anche quando avviene la tragedia. Edgerton affronta le sfide senza tirarsi indietro, cerca lavori meno distanti dalla baita, finché un giorno dal treno che lo riporta indietro, vede il fumo che divora il bosco. Le fiamme bruciano tutto, anche la  casa con dentro Gladys e Kate (i cui corpi però non vengono mai trovati), lasciandolo solo e in preda alla disperazione.

Da quel momento in poi, le cercherà e le aspetterà senza sosta, ponendosi domande senza risposte. Una notte sognerà di aver ritrovato e curato Kate, perdendosi tra allucinazioni e ricordi. Dirà a Claire, ex infermiera arrivata di recente in quei luoghi, “qualche volta mi sento consumato dalla tristezza, altre penso che sia successo a qualcun altro".

Un film avvolgente e malinconico, che lavora di sottrazione e attanaglia il cuore, grazie anche alla fotografia bellissima e al protagonista a dir poco stupefacente.