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Sicilia Express. (L to R) Salvo Ficarra as Salvo, Valentino Picone as Valentino in episode 102 of Sicilia Express. Cr. Oriana Palermo/Netflix © 2025
“La constatazione costante della differenza tra il nord e il sud d’Italia, da Roma in giù, è un problema troppo grande. Non è solo attuale e non può essere ridotto alla questione dello stretto del ponte di Messina. È da sempre che è così e ti viene quasi il dubbio che ci sia una volontà dietro tutto questo”.
Così Valentino Picone, in coppia con il suo sodale Salvatore Ficarra, alla presentazione della loro nuova miniserie dal titolo Sicilia Express, in arrivo dal 5 dicembre solo su Netflix.
Una serie in sei puntate che racconta la storia di Salvo e Valentino, due infermieri siciliani che dividono la loro vita tra il lavoro a Milano e le loro famiglie in Sicilia. Da Nati Stanchi, nel lontano 2002, a Santocielo, uscito lo scorso anno, il famoso duo comico continua dunque a lavorare insieme questa volta nella tripla veste di registi, sceneggiatori e interpreti.
“Nel corso degli anni cambiamo pelle, ma rimaniamo sempre quelli - dice Ficarra -. La comicità è sempre qualcosa di soggettivo e per noi conta la storia e la maniera di raccontarla. L’intento è sempre quello di fare ridere”.
Dopo Incastrati (2022-2023), di nuovo si cimentano con una serie. “La serie è un mondo a parte- dice Picone-. È un lavoro di gruppo. Ti avventuri in tante storie che devi frazionare per tenere sempre alta l’attenzione. Con Incastrati abbiamo preso in giro le serie stesse. Questa volta abbiamo voluto raccontare qualcosa di molto più nostro, qualcosa di siciliano, che però riguarda un po’ tutta l’Italia, perché vorrei ricordare a qualche politico che la Sicilia è in Italia”.
Tanti i personaggi presenti interpretati da diversi colleghi, da Max Tortora a Sergio Vastano, da Giorgio Tirabassi a Jerry Calà. E poi Katia Follesa e Barbara Tabita. Tanti i piani e i toni: commedia, family, favola, ma anche la trama della politica è molto presente in questa serie che mette al centro la Sicilia.
“Noi parliamo della Sicilia per parlare dell’Italia - spiega Picone -. I siciliani sono cambiati, ma la politica non si è evoluta. Gli ultimi scandali fanno rabbrividire. Ci sono tanti problemi sociali da risolvere come l’acqua che manca, i trasporti, la sanità”.
E poi: “Questa è una storia che avevamo dentro da sempre. Noi abbiamo scelto di continuare a vivere in Sicilia. Mi ricordo che quando partivamo per andare a fare Striscia la notizia a Milano si era creata una comunità di gente che prendeva l’aereo per tornare a casa il venerdì sera e poi tornava il lunedì al nord. Eravamo sempre gli stessi. È una condizione che riguarda molti. Tra l’altro i voli costano tantissimo ora sotto Natale: quello Catania-Milano arriva a 800 euro. Fare i pendolari è davvero un’impresa”.
Nella serie un’emblematica battuta del presidente del consiglio: “Ci abbiamo messo una vita a dividere l’Italia, ti pare che la riuniamo”. Si riferisce all’attualità? “Non ci interessa il presente perché non è indicativo - risponde Picone -. Quando vedi che gli stessi comportamenti si reiterano non importa chi c’è al potere in questo momento. Gli scandali sono sempre gli stessi. E nonostante questo il popolo siciliano li rivota anche”.
E Ficarra: “Inizio a pensare che da parte della politica non ci sia la volontà di cambiare le cose”. E a proposito del tema dello stretto di Messina che “si accenderà a metà serie” dicono: “Lo trattiamo per quello che è. Risolverà tutti i problemi e arriverà l’acqua e asfalteranno le strade. Berlusconi voleva fare una piramide per essere ricordato. Salvini prima doveva fare il muro a Reggio Emilia, ora fa il ponte. Questa è la fredda cronaca, ma la nostra miniserie va oltre la cronaca. Penso che prima del ponte bisognerebbe risolvere ben altri problemi in un paese che ha impiegato anni e anni per fare la Salerno-Reggio Calabria. Ecco, ti viene il dubbio che dietro il ponte ci possano essere delle speculazioni”.
“Finalmente Antonio Tajani lo ha detto: il ponte fa evacuare - aggiunge Ficarra -. Noi abbiamo detto la stessa cosa in uno sketch venti anni fa e non siamo ministri. Questa cosa la sosteniamo da sempre e credo che la politica deve smettere di attingere dai comici. A questo punto fateci ministri ad honorem. Ci tengo anche a dire a Salvini che quello sul ponte era uno sketch, ora lui non ha capito che era una cosa ironica e lo vuole costruire. Mi ricordo che abbiamo dato noi la notizia quando stavamo a Striscia che era caduto il ponte dell’autostrada Palermo-Catania. Anni dopo c’è stato il crollo del ponte Morandi: quest’ultimo è stato ricostruito, quello in Sicilia ancora no. È un’Italia a due velocità. Anche nella sanità in Sicilia c’è gente che aspetta i risultati delle analisi per otto mesi e ci rimette la vita”.
Infine Picone conclude: “Non ci sono sottotesti. Qua ci si occupa di fare la facciata quando i pilastri stanno cadendo. Quello che raccontiamo nella serie è talmente evidente che abbiamo semplicemente deciso di togliere il velo. Sembra un destino che non possiamo cambiare ed è un peccato perché ci siamo autoconvinti che non ci meritiamo alcune cose”.
