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ENZO ©Les Films de Pierre
"Aver realizzato questo film per me è il culmine di una lunga amicizia. Per diversi anni, mi sono trovato in una posizione piuttosto unica rispetto a Laurent Cantet, avendo montato sei dei suoi film e co-sceneggiato cinque di essi. Quando Laurent ha scoperto di avere il cancro, abbiamo deciso di riprendere questa collaborazione in modo che potessi assisterlo in tutte le fasi della realizzazione del film. La sua salute è improvvisamente peggiorata poche settimane prima delle riprese, ed è stato allora che Laurent e la sua compagna Isabelle, insieme a Marie-Ange Luciani, la produttrice, hanno deciso di portare avanti il progetto. Ho detto subito a Laurent che avrei rispettato tutto ciò che ci eravamo detti, ma che non ero in grado di fare un film 'nello stile di...'. In ogni caso, abbiamo sempre finito per concordare sulla naturale evoluzione del cinema in generale. Enzo rimane il film di Laurent, è il suo progetto, la sua visione dei conflitti umani".


Enzo ©Les Films de Pierre
Robin Campillo apre la Quinzaine des Cinéastes di Cannes 78 con Enzo, film di Laurent Cantet diretto dal regista di 120 battiti al minuto all'indomani della scomparsa dell'autore/amico: il protagonista eponimo è un 16enne (Eloy Pohu) apprendista muratore a La Ciotat, località di mare vicino Marsiglia. Incalzato dal padre che lo vorrebbe vedere intraprendere gli studi superiori, il giovane cerca di fuggire dall’ambiente confortevole ma soffocante della villa di famiglia. È nei cantieri, a contatto con Vlad (Maksym Slivinskyi), collega ucraino, che Enzo intravedrà un nuovo orizzonte.
Ad interpretare Paolo, il padre del ragazzo, è il nostro Pierfrancesco Favino: “Se Laurent Cantet ti incontra sei già felice di questo. Da padre mi sono ritrovato nella difficoltà di avere a che fare con un figlio che attraversa quel momento complicato che è l'inizio della costruzione della propria identità. Ho pensato che l'amore alle volte possa non sempre generare il bene, possiamo amare male. Pensiamo di essere sempre nel giusto, amando, e forse da genitore non è sempre così. Mi ha fatto domandare molto di me come padre”.
Perché Enzo sceglie questa sorta di emancipazione, silenziosa e oscura per certi versi?
"Ci sono tantissimi temi, sociale, una domanda che il film si fa rispetto all'idea di progressismo, sulla borghesia, su cosa significa appartenere ad ambienti che consideriamo intellettualmente vivi e a volte ignoriamo le richieste di qualcuno che, come un adolescente, vuole diventare se stesso magari rompendo il legame con le proprie radici”, dice ancora Favino, che aggiunge: “Penso che il regista, Robin Campillo, sia stato molto bravo a restituire tutto questo con la lucidità e la semplicità necessari”.


Enzo ©Les Films de Pierre
Proprio Campillo, spiega: "Attraverso il personaggio di Enzo, Laurent ha voluto dipingere il ritratto di un giovane apprendista che sfugge ai vincoli del sistema educativo e ai suoi nuovi strumenti di controllo (il famigerato programma di accesso all'università francese seguito dal fratello Nathan) e cerca di fare i conti con la brutalità del mondo. In altre parole, la realtà della vita operaia e poi, attraverso il contatto con Vlad e Miroslav, la minaccia della guerra. È come se Enzo cercasse di anticipare la chiamata alle armi, non perché sia coraggioso, ma perché ha paura del mondo che lo attende. Di fronte a una famiglia che gli offre una vita tranquilla e soleggiata a bordo piscina, è un adolescente che si schiera risolutamente dalla parte della luna, della notte e delle onde che si infrangono contro le scogliere. Inventa una forma di romanticismo che potrebbe allontanarlo da questa famiglia che non riconosce", dice ancora Campillo, che sull'infatuazione del giovane protagonista per Vlad spiega: "Per Enzo, questo romanticismo si incarna nel personaggio di Vlad, che è come il suo mentore in cantiere e che gradualmente diventa l'oggetto del suo desiderio. Laurent ed io non eravamo d'accordo sulla natura del desiderio di Enzo. Per Laurent, l'adolescente aveva una sessualità fluida che gli permetteva di esplorare tutte le esperienze, mentre per me, attraverso questa fantasia di un lavoratore straniero, Enzo stava scoprendo un nuovo lato della sua libido. La verità è che né Laurent né io ne sapevamo nulla. E il film, come la vita stessa, non tenta mai di esprimere un giudizio sull'argomento. Il film non parla mai di coming out. Enzo sa fin troppo bene che Vlad non può ricambiare i suoi sentimenti (è minorenne e Vlad è eterosessuale). Ma il desiderio che attrae Enzo verso Vlad è una speranza più grande di una semplice questione d'amore o di sesso. Ciò che Enzo cerca è un compagno d'armi di fronte all'incertezza del presente, ed è per questo che questo desiderio non è privo di una certa virilità".


Enzo ©Les Films de Pierre
Infine, sulle dinamiche familiari, il regista aggiunge: "La famiglia è forse la costruzione più casuale della società. Enzo si sente certamente un emarginato nella sua stessa famiglia. Laurent ha voluto non ritrarlo come un adolescente problematico che lotta per raggiungere l'età adulta, ma piuttosto come un personaggio completamente estraneo alla sua famiglia. Certo, suo padre ha ragione a dirgli che in fondo è "solo un ragazzino viziato che si autoillude", ma ciò che angoscia il padre è riconoscere in suo figlio un lato oscuro che senza dubbio condivide. Vede quindi suo figlio come una sorta di rimprovero permanente che minaccia il benessere sociale della famiglia. Enzo rimane per lui un mistero: perché si rifiuta di conformarsi allo stile di vita spensierato della borghesia? Perché non si accontenta di integrarsi in un progetto familiare così rassicurante: godersi l'estate, il mare, il sole, una gita in barca, le rovine in pieno giorno. Godersi la vita prima che sia troppo tardi".
Tornando invece all’attualità della situazione industriale e politica del nostro cinema (proprio ieri un nutrito gruppo di registi e attori ha inviato una lettera al ministro Giuli), Favino - anche lui tra i firmatari - commenta: "Credo che quell'appello dica tutto, si cita il maestro Avati che con molta chiarezza la serata dei David ha detto quello che andava detto. Dobbiamo creare ponti, vorrei che qualcuno mi spiegasse quale sia la difficoltà nel gestire i fondi da destinare alla cultura, perché io non lo so e non è il mio mestiere. Ci sono presidi da molto tempo, organizzati da volti meno riconoscibili e quindi forse sarebbe anche compito vostro (rivolgendosi ai cronisti, ndr) di andare a sentire queste persone".
Enzo arriverà in Italia distribuito da Lucky Red, anche coproduttore internazionale del film.