“Saranno tanti i fili conduttori di questa edizione. È una festa, non una bolla, quello che sta accadendo nel mondo entrerà. Quindi ci saranno i conflitti di guerra, ma ci saranno anche la musica e la letteratura. Viviamo in tempi estremamente duri e abbiamo bisogno di tutte le arti che abbiamo e che alla festa si presentano sotto forma di cinema”. Così la direttrice Paola Malanga alla presentazione della ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma che si svolgerà dal 15 al 26 ottobre all’Auditorium e in altre realtà culturali della Capitale.

Affiancata dal presidente Salvatore Nastasi che sottolinea: “Ci saranno più di 150 titoli da 38 paesi diversi. Volevo che fosse la casa degli autori indipendenti e non solo la Festa di Roma e credo proprio che ci siamo riusciti. Lo scorso anno abbiamo superato le 110mila presenze e quest’estate le 130mila presenze sulle arene, un risultato straordinario per la città di Roma e unico nel mondo. Speriamo di fare ancora meglio”.

E alla domanda fatta da un giornalista durante la conferenza stampa: troppi film? Risponde: “I film non sono troppi. Se aumenta l’offerta, aumenta il pubblico. Il desiderio di vedere cinema in questa città è enorme. Quindi non bisogna avere limiti. La grandezza della Festa è quella di mettersi sempre in discussione. Cambiare linea e orizzonti per me è una forza, non è un difetto, è il suo carattere. Non so quindi come sarà la Festa dalla 21esima edizione in poi anche perché cambia il mondo. Oggi non facciamo proclami sulla situazione. Il pubblico è maturo e per noi parlano i film che presentiamo anche su temi scottanti”.

40 secondi
40 secondi

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Dunque guardando ai titoli sono diciotto i film in concorso, di cui quattro italiani. Si va da 40 Secondi di Vincenzo Alfieri, con Francesco Gheghi e Francesco Di Leva, tratto dall’omonimo libro di Federica Angeli, una ricostruzione delle drammatiche ventiquattr’ore che precedono l’omicidio di Willy Duarte Monteiro, giovane capoverdiano di ventun anni ucciso a Colleferro il 6 settembre 2020 mentre difendeva un amico a Gli occhi degli altri di Andrea De Sica, con Jasmine Trinca e Filippo Timi, storia ispirata dal delitto Casati Stampa, quando, il 30 agosto 1970, il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino uccise la moglie Anna Fallarino e il suo giovane amante, per poi suicidarsi.

E poi: il doc Roberto Rossellini, più di una vita di Ilaria de Laurentiis, Andrea Paolo Massara e Raffaele Brunetti, costruito su materiali di archivio, molti dei quali inediti, e Sciatunostro di Leandro Picarella, che torna alla Festa di Roma con un film di formazione ovvero la storia di un’amicizia tra due ragazzini a Linosa. Tra i titoli in concorso: L’accident de piano del francese Quentin Dupieux, con una straordinaria Adèle Exarchopoulos nel ruolo di una star del web; Good Boy del candidato all’Oscar (Corpus Christi) polacco Jan Komasa, interpretato da Stephen Graham, una fiaba nera, un thriller psicologico che vede protagonista un diciannovenne che si ritrova sequestrato in una villetta di periferia; Kota di György Pálfi, storia di una gallina che vuole disperatamente vivere; Miss Carbon di Agustina Macri, la storia vera di Carla Antonella Rodriguez che in Patagonia è riuscita a sconfiggere la superstizione per cui alle donne era vietato mettere piede nelle miniere; Re-Creation del sei volte candidato all’Oscar Jim Sheridan e David Merriman, ispirato al caso reale dell’omicidio della regista francese Sophie Toscan du Plantier.

Good Boy
Good Boy

Good Boy

E ancora: Six jours ce printemps-là di Joachim Lafosse (premio per la Migliore regia con Un Silence alla Festa del Cinema di Roma 2023) con una storia che si svolge in Costa Azzurra; The Things You Kill di Alireza Khatami, un dramma psicologico su un uomo che torna in Turchia dopo aver vissuto negli Stati Uniti, e si trova ad affrontare un lutto, un padre autoritario e un matrimonio in crisi e Winter of the Crow di Kasia Adamik, con la psicologa londinese Joan Andrews (Lesley Manville) che arriva a Varsavia per una conferenza appena prima che venga imposta la legge marziale, il 13 dicembre 1981.

Tante le opere prime del concorso: dal neo noir cinese Chang Ye Jiang Jin di Wang Tong, sulla solitudine degli anziani e lo smarrimento dei giovani, al noir Esta Isla di Lorraine Jones Molina, su un uomo che vive di pesca a Porto Rico, ma che decide di avvicinarsi ad attività illecite, fino a Left-Handed Girl di Shih-Ching Tsou, film del Nuovo Cinema Taiwanese. Sempre tra le opere prime troviamo: Mad Bills to Pay di Joel Alfonso Vargas, un film che si svolge sulla spiaggia di Orchard Beach; Nino della francese Pauline Loquès, un film non sulla malattia, ma sull’amicizia con un protagonista che scopre che il suo mal di gola è in realtà un cancro e lo statunitense Our Hero, Balthazar di Oscar Boyson, sull’onda della denuncia della gun culture statunitense.

Nino
Nino

Nino

Tra le opere prime presenti alla Festa di Roma troviamo nella sezione Grand Public l’esordio alla regia della sceneggiatrice Ludovica Rampoldi, ovvero Breve storia d’amore, con Pilar Fogliati, Adriano Giannini, Andrea Carpenzano e Valeria Golino, con al centro un tradimento, apparentemente ordinario, mentre nella sezione Freestyle la commedia tra cucina e amore La Petite Cuisine de Mehdi della francese Amine Adjina; l’horror Queens of the Dead di Tina Romero, con zombie e drag queen a New York e Tienimi presente di Alberto Palmiero, una commedia in parte autobiografica su un ventisettenne che vuole fare il regista, ma deluso da tutto decide di tornare a casa dai suoi a Caserta.

Apre la Festa del Cinema di Roma il già annunciato film di Riccardo Milani, La vita va così, con Virginia Raffaele, Diego Abatantuono e Aldo Baglio, mentre chiude il festival la serie Vita da Carlo di Carlo Verdone. Tra le star internazionali attese (“altre soprese ve le annunceremo più avanti”, dice Paola Malanga) sul tappeto rosso: Jennifer Lawrence per il film Die, My Love di Lynne Ramsay, ma anche il regista Luc Besson e l’attore Christoph Waltz per Dracula, nel quale recita anche l’attrice italiana Matilda De Angelis.

Dracula di Luc Besson
Dracula di Luc Besson

Dracula di Luc Besson

(Shanna Besson)

Grande attesa anche per Cinque Secondi di Paolo Virzì con Valerio Mastandrea, Pirandello - Il gigante innamorato di Costanza Quatriglio con Donatella Finocchiaro, Manuela Ventura, Matilde Gioli, Gioia Spaziani, Ester Pantano, Chiara Russo, Simona Distefano, Jennifer Ulrich, Gaetano Aronica e il ritratto di Anna Magnani di Monica Guerritore con Anna. E ancora: Il falsario, il film Netflix di Stefano Lodovichi con Pietro Castellitto; Io sono Rosa Ricci di Lyda Patitucci con Maria Esposito, prequel della serie di successo Mare Fuori; scene del crimine e indagini in Illusione di Francesca Archibugi con Jasmine Trinca nei panni della sostituta procuratrice Cristina Camponeschi; Matilda De Angelis torna nei panni di un avvocata dopo La legge di Lidia Poet ne La lezione di Stefano Mordini; e Per te (in coproduzione con la kermesse autonoma e parallela Alice nella Città) di Alessandro Aronadio con Edoardo Leo e Javier Francesco Leoni che racconta la vera storia di Mattia Piccoli e di suo padre Paolo, affetto da Alzheimer precoce. Grande spazio anche alla musica. Arrivano i doc che raccontano Rino Gaetano, Brunori Sas, Lucio Corsi, Willie Peyote e Giovanni Allevi. E alle serie: attese l'ultima stagione di Vita da Carlo di Carlo Verdone, Mrs Playmen, Sandokan e La preside su Eugenia Carfora interpretata da Luisa Ranieri.

E poi gli omaggi a Pier Paolo Pasolini, Claudio Caligari, Franco Pinna (a cui è dedicato il manifesto di questa edizione) e Carlo Rambaldi e i Premi alla carriera al regista iraniano Jafar Panahi, e al produttore cinematografico britannico Lord David Puttnam. Tra le novità il premio trasversale che andrà al Best Doc, quindi una maggiore attenzione al documentario e all’industry. “Questa festa ha avuto molte anime, ma se è ancora molto viva è un ottimo segno- precisa Paola Malanga-. Ogni direttore ha una propria linea editoriale che tenta di realizzare. Per il futuro si vedrà. Al mio quarto anno la linea editoriale non è cambiata a parte qualche novità”.

C’è comunque una grande novità: Alice nella Città, in virtù del nuovo accordo con la Festa del Cinema, avrà un accredito separato. “Sono molto contento- dice Nastasi-. Dopo un inverno di trattativa abbiamo firmato una convenzione nuova per il prossimo triennio e abbiamo risolto brillantemente delle questioni che c’erano. Ci siamo messi a tavolino e abbiamo firmato questa nuova convenzione con biglietterie separate. Era giusto che fosse così dopo tanti anni: nella reciproca autonomia. Troverete anche una scontistica adeguata che vi permetterà di vedere tutto senza spese ulteriori”.