(Cinematografo.it/Adnkronos) – Oggi è il giorno del quinto e ultimo film italiano in concorso all'82esima Mostra del Cinema di Venezia: Un film fatto per bene di Franco Maresco. Ma lui non è sbarcato al Lido. A parlare del film - da oggi al cinema - è Andrea Occhipinti che lo ha prodotto e distribuito con Lucky Red: "Lui non c'è, dal film si capisce che tipo di persona sia. È un misantropo che rifugge e che scappa".

Poi "si è messo talmente a nudo che sarebbe complicato parlare di certe sue cose personali, a partire dalle sue ossessioni. Anche se io ho sperato che venisse", dice Occhipinti. Il film racconta le riprese interrotte bruscamente del film di Maresco su Carmelo Bene dopo l'ennesimo incidente sul set. A chiudere i rubinetti dei fondi è il produttore Occhipinti - del quale si sente la voce in alcune scene - esasperato dai ciak infiniti e dai ripetuti ritardi. Dal canto suo, il regista accusa la produzione di “filmicidio”, facendo poi perdere le sue tracce.

"Io il carnefice? Sì, ma sono anche vittima", ammette il produttore, accusato da Maresco "di essere parte del sistema che non gli permette di fare cinema, di sperimentare e trovare quale sarà il film con mezzi infiniti: cosa che non è possibile e vengo accusato di questo".

A cercare di ricucire lo strappo è un amico di Maresco, Umberto Cantone, che chiama a testimoniare tutti coloro che hanno partecipato all'impresa, in un'indagine che è l'occasione per ripercorrere la personalità e le idee dell'autore più corrosivo e apocalittico del cinema italiano. Il conflitto tra produttore e regista "è nella storia, ma Maresco è particolare". Alla fine "ce l'abbiamo fatta a portarlo a termine. Sarebbe stato un peccato non finire il film anche per tutte le persone che si sono spese per anni".

È la prima volta "che mi capita una situazione del genere in una maniera così stravagante". In una nota di regia, Maresco scrive di essersi accorto che ogni suo film "non è stato altro che una trappola in cui mi andavo a infilare con impietoso autolesionismo. Stavolta, però, per la prima volta, ho paura che non ne uscirò bene, diciamo tutto d'un pezzo".

Ma per Occhipinti, da Un film fatto per bene Maresco "ne esce per quello che è, con tutti i suoi problemi, con il suo pessimismo cronico, con la sua visione del mondo, con la sua lucidità sul mondo. Tutto quello che dice è vero".

Il filo rosso di questa Venezia 82 sono i mostri, non solo quelli interiori, e storie sul fallimento e Maresco "è in linea con questa edizione. È un 'mostro' in quanto inusuale, diverso e poco conforme a tutto il resto. Un regista fuori dai canoni ed è questo a renderlo eccezionale".