Monica Guerritore è Anna Magnani. Semplicemente Anna, questo il titolo dell'opera prima scritta, diretta e interpretata dalla Guerritore presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public e prossimamente in sala con Notorius Pictures.

Un film che racconta diversi momenti cruciali nella vita di questa donna che è stata al tempo stesso forte e fragile. Dalla notte del 21 marzo del 1956 quando attende in solitudine la notizia della vittoria dell’Oscar per La rosa tatuata all’addio doloroso a Roberto Rossellini, una rottura che segnerà l’inizio di un distacco crescente dal cinema e il ritorno al teatro. Un viaggio interiore di questa grandissima attrice tra ferite, amore e memoria.

“Su Anna pensiamo di sapere tutto- racconta-. E lo sappiamo per il suo mestiere e le sue opere d’arte, quelle per le quali dovrebbe prendere i diritti come dice lei. Perché alcune creazioni sono state fatte proprio dall’interprete. Sono opere della mente, immagini del nostro immaginario. Ma non sappiamo la vita che c’è sotto, il fiume che scorre sotto il fiume. Vediamo solo il cambio di sguardo che si incupisce mano a mano. Io, come un palombaro, sono andata a cercare lì per portare vita a quella immagine”.

E ancora sulla comunanza tra Anna e Oriana Fallaci, altro personaggio interpretato dalla Guerritore nel monologo teatrale Mi chiedete di parlare, da lei anche scritto e diretto, dice: “Sono due feritoie. Dentro hanno qualcosa che non dicono e non trapela. Anche dalla Fallaci sono partita dallo sguardo. Nel 1973 nell’ufficio di Carol Levi c’era l'immagine di Anna Magnani e mi ha sorretto nel modo di fare il mestiere di attrice. Io mi sono riferita a quel modo di essere che era vicino pure ai miei tratti somatici. Volevo pensare più a cosa vuole dire il personaggio che non a come appare. Talvolta mi vedo orrenda, ma non importa, non conta altrimenti la gente non verrebbe più a vedermi. Anna mi ha indicato la strada, io mi sono accucciata e è diventata il mio riferimento. Lo è stata per me anche caratterialmente un pochino brusca, un po’ rompiscatole, come sono le donne quando sanno che la loro esperienza, alla loro età, deve contare e non si deve chiedere permesso. Ci sono dei momenti in cui la sua vita, quello che ha passato, ancora mi commuove”.

Nel cast: Tommaso Ragno (Roberto Rossellini), Lucia Mascino (Carol Levi da adulta), Roberto De Francesco (Ferruccio Ferrara), Beatrice Grannò (Carol Levi – giovane), Edoardo Purgatori (Luca Magnani da adulto), Alvia Reale (Ada), Nicolò Giacalone (Vieri Niccoli), Francesca Cellini (Suso Cecchi D’Amico: “Colei che fa sapere a Rossellini che la Magnani è gravemente malata”), Diego Migeni (Antonello Trombadori), Luca Lazzareschi (Carlo Ponti), Antonio Zavattieri (Alberto Moravia), Matteo Cirillo (Federico Fellini), Stefano Rossi Giordani (Sergio Amidei), Massimiliano Vado (Indro Montanelli), Giampiero Judica (Tennessee Williams), Tania Bambaci (la Rossa: “Un personaggio molto intenso che rimanda a Fellini senza mai essere sopra le righe”) e Lucia Lavia (Ingrid Bergman).

Sui tanti attori Monica Guerritore dice: “Mi manca molto il teatro perché per me è un riparo. In loro ho trovato una grande dolcezza. L’attore è fragile e io tante volte mi sono sentita così davanti a un regista. L’attore, se lo accompagni, va tranquillo. Ci sono certe battute che ancora mi commuovono. Penso a ‘Robè me devi fa morì’, ma anche quando dice: ‘Che c’ha sta faccia che non va, mo il cinema è diventata una faccia’. Non la facevano più lavorare. Per lei vivere è stato difficilissimo tra il tradimento di Rossellini e la malattia del figlio”.

Infine conclude: “Cinque settimane, un film in costume (una produzione LuminaMGR, Masi Film e Mediaflow con Rai Cinema) e ricco di attori e attrici bravissimi. Ho sopportato e combattuto per questo film perché continuamente mi sentivo dire che mi andavo a schiantare. Per questo l’ho dedicato ad Andrea Purgatori che è stato il primo ad avere fiducia in questo film. Ho immaginato tutto qui e magari farò Anna Magnani 2, perché alcune cose non sono riuscita a metterle dentro”.