“C’è la teoria che uno non cambia mai. Io penso invece che ci sia una possibilità di cambiamento. E che noi cambiamo in base ai rapporti e agli incontri. Parlando di casi italiani si imparano tante cose. Nelle figure di Moro, di Buscetta e di Tortora, ma anche raccontando la storia di Rapito si ritrovano tanti sentimenti personali”.

Così Marco Bellocchio a Venezia 82, fuori concorso, per presentare il suo ultimo lavoro: Portobello. La serie HBO Originale, per la nuova piattaforma streaming HBO Max in arrivo a marzo 2026, racconta uno dei più clamorosi errori giudiziari italiani: la vicenda del presentatore televisivo Enzo Tortora, qui interpretato da Fabrizio Gifuni, la parabola tragica della caduta di un uomo innocente.

“Ho lavorato su quest’uomo innocente in carcere - dice Marco Bellocchio -. Ci sono delle casualità, la vita non è fatta di programmi da rispettare pedissequamente. L’idea, anzi la scintilla, è nata dopo aver letto un libro di Enzo Tortora dal titolo Lettere a Francesca, una selezione di lettere che Tortora scrisse dal carcere alla sua compagna Francesca Scopelliti. A quel punto le ho telefonato e ho deciso di fare questa serie”. E sulla trasmissione Portobello: “Noi la guardavamo con un certo distacco da intellettuali di sinistra. Tortora insieme a Baudo, Corrado e Mike era tra i grandi conquistatori dell’audience. Lui forse era il primo tra questi. Io abitavo già a Roma, ero impegnato in molte cose ideologiche che andavano in altre direzioni. Tortora per me era qualcosa di lontano, anche se 28 milioni di italiani lo vedevano e aveva moltissimo successo. Quando lessi che era stato messo in galera perché camorrista e trafficante mi stupii molto”.

Fabrizio Gifuni è Enzo Tortora in Portobello di Marco Bellocchio - Foto ANNA CAMERLINGO
Fabrizio Gifuni è Enzo Tortora in Portobello di Marco Bellocchio - Foto ANNA CAMERLINGO

Fabrizio Gifuni è Enzo Tortora in Portobello di Marco Bellocchio - Foto ANNA CAMERLINGO

“Questa storia è una ferita che ha lasciato un segno profondo nella società di oggi- racconta Fabrizio Gifuni-. Tutta la vicenda televisiva di Portobello ha sullo sfondo un’Italia che cambia faccia, che va da un’epoca storica a un’altra, dalla fine degli anni settanta agli inizi degli anni ottanta. Scavalcati i corpi insepolti di Pasolini e Moro si entra in un’altra Italia. Io stavo facendo gli esami di maturità quando Tortora fu arrestato. Il viaggio che ho fatto con Marco Bellocchio mi ha dato la possibilità di scoprire cose che non sapevo. Mi sono chiesto come mai un personaggio così popolare abbia poi accumulato negli anni un sentimento di antipatia nei suoi confronti”.

E ancora su Tortora: “Iniziò Portobello dopo aver già subito un esilio dalla televisione italiana perché aveva criticato fortemente la Rai, è stato colui che più si è battuto per la liberalizzazione in tv, diceva cose che facevano saltare dalla sedia, di grande libertà e forza. Un personaggio che non era né democristiano, né comunista, né massone. Allora che odio si era accumulato nei suoi confronti? Forse solo la gioia di vedere cadere un personaggio famoso, ma ci sono pure tanti altri strati”.

Nel cast anche Romana Maggiora Vergano, Lino Musella, Barbora Bobulova, Carlotta Gamba, Pier Giorgio Bellocchio, Gianfranco Gallo. Lino Musella nel ruolo di Giovanni Pandico, uomo di fiducia del boss Raffaele Cutolo e spettatore assiduo di Portobello, racconta: “Il territorio in cui si muove il mio personaggio è l’altro emisfero. Non conoscevo bene questa storia. È un personaggio incredibile. Era anche pericoloso trattare questi personaggi che anche nella vita sono un po’ delle maschere e riuscire a tirare fuori la loro autenticità in questo mondo incomprensibile. La materia si forma lavorando e bisogna avere il coraggio di modificare e plasmare quello che si sta facendo”.

E Barbara Bobulova, nelle vesti di Anna, la sorella di Tortora, dice: “Sono stata felicissima di tornare sul set con Marco, era da Il principe di Homburg nel 1996 che non lavoravamo insieme. Di Anna Tortora si sapeva ancora molto poco, è stata sempre al suo fianco e è stata il suo braccio destro. Sempre devota al fratello”.

Pier Giorgio Bellocchio e Fabrizio Gifuni in Portobello
Pier Giorgio Bellocchio e Fabrizio Gifuni in Portobello

Pier Giorgio Bellocchio e Fabrizio Gifuni in Portobello

(Anna Camerlingo)

Mentre Francesca Romana Maggiora Vergano nel ruolo di Francesca Scopelliti racconta: “Ho ventisette anni e non conoscevo questa storia. Ho conosciuto Tortora attraverso le lettere che scriveva e sono rimasta davvero colpita. Poi mi sono informata attraverso il podcast Indagini di Stefano Nazzi. Francesca è una donna che ci è stata sempre senza esserci. Non ha mai preteso il riconoscimento di un posto pubblico. Non si è mai avvicinata al carcere per non dare adito a ulteriori scandali visto che all’epoca la loro storia d’amore non era ancora nota. Mi piace anche la sua dimensione spirituale. Non vedo l’ora di conoscerla stasera”.

Alla prima questa sera ci sarà anche Gaia, la figlia di Tortora, insieme a Francesca Scopelliti. “Francesca mi rivelò di essere credente e mi disse che pregava durante il processo, mentre avvenivano cose penose per l’uomo che amava. Tortora invece era agnostico. La figlia ha visto le prime due puntate ed è stata più che generosa. Da parte loro non c’è mai stata alcuna ingerenza e alcuna censura”.

Tortora è stato tra le prime vittime della ‘cancel culture’ in Rai, e questa è la prima produzione italiana HBO: “C’è comunque una collaborazione con la Rai che avrà questa serie come seconda finestra”, assicura Lorenzo Mieli. La serie in sei episodi (i primi due saranno presentati questa sera, mentre gli altri quattro sono ancora in fase di montaggio) è prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Our Films e da Simone Gattoni per Kavac Film. “Gli altri episodi li stiamo mettendo a punto. Speriamo di finire le altre quattro puntante entro l’anno perché ho già voglia di mettermi a lavorare su qualcos’altro”, conclude Bellocchio.