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François Ozon
(Cinematografo/Adnkronos) – François Ozon sbarca all'82esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia con il film in concorso ‘L’Étranger’ (‘Lo Straniero’), tratto dall’omonimo romanzo del 1942 di Albert Camus. Per il regista e sceneggiatore francese “è stata una grande sfida trattare una delle opere francesi più lette al mondo. Non volevo fare un adattamento come ha fatto Visconti nel 1967, ma portare sul grande schermo questa storia con uno sguardo contemporaneo", dice Ozon.
“All’inizio ero un po’ angosciato, avevo un altro progetto su un giovane di oggi che si interroga sull'assurdità di questo mondo, ma non ho trovato gli investimenti”, ricorda il regista, che quando ha riletto Camus “mi si sono chiarite tante cose - dice - lo avevo letto per la prima volta quando ero a scuola”.


Benjamin Voisin in L’Étranger
(Carole Bethuel)La prima frase del libro “è incredibile 'La mamma è morta, forse è morta ieri' invece la frase del protagonista quando entra in carcere dice ' ho ucciso un arabo' e questo mi ha interessato molto”. La storia - con protagonisti Benjamin Voisin e Rebecca Marder - è ambientata ad Algeri nel 1938. Meursault, un tranquillo e modesto impiegato sulla trentina, partecipa al funerale della madre senza versare una lacrima. Il giorno dopo inizia una relazione occasionale con Marie, una collega, e torna rapidamente alla solita routine. Ben presto, però, la sua vita quotidiana è sconvolta dal vicino, Raymond Sintès, che lo trascina nei suoi loschi affari, finché su una spiaggia, in una giornata torrida, si abbatte la tragedia.
"Lavorando a questo film ho scoperto che in ogni famiglia francese c'è un legame con l'Algeria. Mio nonno era giudice lì. Ma dopo essere sfuggito a un attentato, è tornato in Francia", ricorda il regista, che ha deciso di tornare su questa storia familiare perché "non se ne parlava abbastanza. Non vuole essere un film didattico, ma "portare sul grande schermo una storia", girata in bianco e nero. Una scelta di Ozon che si è imposta dall'inizio perché "tutti i miei ricordi erano in bianco e nero e poi avevo tra le mani un libro filosofico". Ma anche "per questioni di budget", spiega.