La parabola oscura di Iman, un improbabile Pier Delle Vigne dantesco capace di trasformare la sua casa in un capestro, svela la complicità muta dell’individuo nel sistema oppressivo degli ayatollah
Un sentimento vischioso, senza colpa né salvezza: la disperazione pasoliniana è un abisso domestico. Resta il “legame” di sangue come fragile appiglio all’esistenza
Partite a tris come messaggi in bottiglia per naufraghi dell’esistenza cui aggrapparsi per non scomparire del tutto: tra l’invisibile di Wim Wenders e la poesia di Fukuda Chiyo-ni
Uno spazio sintetico che non invecchia, non imputridisce, non mostra i segni della catastrofe che nutre le sue radici: in quel luogo c’è l’allegoria perfetta dell’anima del nazista
Corpi estranei la cui parestesia rende insensibili al reale. Forse è questo il lato ambiguo della bellezza: nasce per indicare la via e finisce per dar corpo ad un miraggio