“Questo è il primo film in cui parlo un pochino di me, ci metto dentro un po' di paure, ansie, dubbi, domande”. Gabriele Salvatores presenta Il ritorno di Casanova in anteprima al Bif&st 2023, la celebre storia dell’amatore veneziano riletta in chiave autobiografica: “un film che stava nella mia testa e nel cuore da tempo, sin dagli inizi a teatro. Allora avevo riflettuto sul tema del doppio, dato anche dal fatto che Schnitzler e Freud erano amici. Questo tema, infatti, mi ha sempre colpito a tal punto che il primo spettacolo che ho fatto al teatro dell'Elfo era Faust. Andando avanti, poi, ho scoperto quello del passaggio del tempo, penso che sia uno dei romanzi più crudeli sul tale argomento. Schnitzler, per esempio, s’inventa una scena con un duello tra i due rivali completamenti nudi, un corpo flaccido e uno giovane. Casanova, così, come dice Fabrizio (Bentivoglio ndr) nel film, realizza di essere vecchio solo quando vede sé stesso, giovane, morto per terra”.

L’attore stesso, al centro della vicenda ambientata nel Settecento, è in sintonia con il regista: “del personaggio mi ha intenerito il non aver previsto l'invecchiamento, questo esserne totalmente impreparato. Io, per esempio, che non ho visto i miei genitori invecchiare, sono sorpreso dal mio corpo. Questo è l'elemento del film che lo umanizza rispetto al Casanova conosciuto, che è più stereotipato, fin troppo prevedibile. Per fortuna Gabriele è stato particolarmente sensibile e attento nello svolgimento di questo tema”.

Non solo vecchiaia e meditatio mortis, però: “ho scelto di rilanciare inventandomi un altro seduttore, – continua Salvatores - perché un regista deve essere un seduttore, così da raddoppiare il concetto. Il film è la storia di un regista che non è in crisi creativa -ha, infatti, un sacco di inviti- ma umana. Ciò che mi ha colpito scrivendo la sceneggiatura era che il personaggio è destinato a fallire nel tentativo di ripetere sé stesso. Il personaggio di Toni è un seduttore con un certo status sociale e artistico, ma alla fine si apre una piccola porta sul futuro grazie a una donna esperta di imprevisti, come tutte le donne”.

Leo Bernardi, protagonista della storia ambientata nei nostri giorni, è incarnato invece da Toni Servillo, al primo film con il regista napoletano: “c’è una frase molto bella attribuita a vari autori: ‘la vita è ciò che ci accade mentre ci occupiamo di altro’. Leo si occupa ossessivamente del suo film, della sua vanità, della sua carriera, ma la vita gli va incontro mentre lui goffamente cerca di barcamenarsi tra la sua professione e una ragazza molto più giovane di lui che con il mondo del cinema ha poco a che fare. Per cui il film suggerisce che la vita molto spesso in certi momenti la vita corre più veloce del cinema, si gira verso il cinema e gli fa ‘maramao!’. Contiene anche tanta autoironia, è stato il modo per prenderci un po' in giro. Leo è un vanesio con molte frivolezze, senza autoindulgenza e questo penso che lo abbia reso molto simpatico. Gabriele (Salvatores ndr) ha voluto raccontare senza preoccupazione vizi, manie, capricci, vanità del nostro mestiere”.

Per l’attore, però, la riflessione sul decadimento non implica il rimpianto del tempo passato: “non credo sia un film sulla giovinezza perduta: Schnitzler viviseziona l'argomento della vecchiaia. Il film e il libro raccontano proprio il decadimento fisico, e Fabrizio (Bentivoglio ndr) lo fa in una scena allo specchio, ma ancor di più in quella del duello in cui si affrontano, nudi, vecchiaia e gioventù”.

Il regista stesso sottolinea come questo film interpreti anche il nostro tempo: “due anni fa ho comprato una casa domotica, ci ho messo due mesi a capire come funzionasse. Il film discute anche il tema della tecnologia che prende il potere. Ne ho parlato già in Nirvana, ma tanta fantascienza americana indipendente anni Settanta, da Philip K. Dick in poi, lo aveva già fatto. Se diamo troppo spazio alla tecnologia prima o poi ci sostituirà. L’intelligenza artificiale, infatti, propone delle opere d'arte che sono schifezze dal punto di vista artistico. Perché il pc è fondamentale, ma ci vuole un uomo dietro che le muova. L'anima e le emozioni non apparterranno mai alla tecnologia”.

Nella conferenza stampa, in cui erano presenti anche Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema e Marco Cohen (Indiana Production), ha preso parte anche Bianca Panconi che incarna la giovane Biancolina, oggetto del desiderio di Giacomo Casanova: “questo film è stata un’esperienza incredibile. Lavorare con grandissimi maestri del cinema è stata un'opportunità unica. Ho ricevuto tantissimi consigli da Fabrizio (Bentivoglio ndr) per la recitazione”.