“Avevo scritto il soggetto tanti anni fa mossa da alcune domande che hanno continuato a bussare alla mia porta. Ho poi scritto la sceneggiatura. Ho proposto a tante registe e tanti registi di farlo, forse tentavo inconsciamente di sbolognarlo, ma tutti mi dicevano: questo lo devi fare tu. Magari era un modo carino per trarsi d’impaccio, invece io ho iniziato a crederci”. E così dopo tanto tempo la sceneggiatrice Ludovica Rampoldi ha deciso di debuttare alla regia con Breve storia d’amore.

Presentato alla 20esima edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, prodotto a Indigo Film, Ht Film e Rai Cinema e dal 27 novembre al cinema distribuito da 01 distribution, il film vede protagonisti da un lato Pilar Fogliati e Andrea Carpenzano, dall’altro Valeria Golino e Adriano Giannini. Due coppie i cui destini collideranno quando una sera Lea (Fogliati) incontrerà in un bar Rocco (Giannini) e tra loro inizierà una relazione clandestina.

“Le domande che mi ponevo erano: che cosa è una coppia? – racconta-. Perché si sta insieme? Perché si tradisce? Spero di aver veicolato le risposte attraverso le storie di questi quattro personaggi. Quando scrissi il soggetto avevo vent’anni, non avevo ancora molta esperienza della vita, ma proprio per questo avevo convinzioni molto nette su quello che è giusto o sbagliato, sul male e sul bene, su come si sta al mondo. Avevo un modo di pensare più radicale. Rileggendolo lo trovai inautentico, insincero e moralista. C’era qualcosa in quel copione che non mi piaceva perché era in uno stadio non del tutto sincero e era un po’ generico perché mancava dell’individualità di un regista. In seguito ho abitato il copione di me e ho cercato di dare delle risposte alle domande che mi ponevo. Non credo di aver dato una risposta, ma in qualche modo ho interrogato lo spettatore un po’ come io mi sono interrogata in prima battuta”.

Andrea Carpenzano e Pilar Fogliati sul set di Breve storia d'amore
Andrea Carpenzano e Pilar Fogliati sul set di Breve storia d'amore

Andrea Carpenzano e Pilar Fogliati sul set di Breve storia d'amore

(Kimberley Ross)

E Pilar Fogliati, qui nei panni di una dark lady dai contorni insoliti, dice: “Lea scopre il tradimento. Potrebbe cedere e arrabbiarsi con il suo compagno, invece la vede come un’occasione, non giudica e mette su uno schema mentale per capire cosa significa il tradimento. Si chiede cosa si prova ad essere come quelli che tradiscono, entra in questo stato di domande e decide di voler giocare con la seduzione. Sente di non essere quel tipo di donna misteriosa, è una che si deve ancora capire, ma dato che di natura non è una cinica, piuttosto una romantica, ha una breve storia d’amore”.

Mentre Valeria Golino, nel ruolo di una psicoanalista cinquantenne, racconta: “Il mio personaggio ha una doppia essenza: è l’antagonista e al tempo stesso la mentore della protagonista, la quasi amica per un attimo di Lea. Tra loro si crea un vero rapporto concettuale, fatto anche di seduzione e sensualità. Lei ha un modo di pensare molto più spregiudicato rispetto alla donna più giovane”.

Adriano Giannini e Valeria Golino sul set di Breve storia d'amore
Adriano Giannini e Valeria Golino sul set di Breve storia d'amore

Adriano Giannini e Valeria Golino sul set di Breve storia d'amore

(Andrea Pirrello)

“Qui interpreto un personaggio che è già un disagiato- dice Giannini-. Uno che come sport fa scacchi pugilato, sposato con la sua psicoanalista, vittima sacrificale del personaggio di Pilar e con un’indolenza del vivere. Ludovica ha raccontato il tema del tradimento sapendo agilmente muoversi tra tre generi diversi: la commedia, il romance e il thriller”. Infine Andrea Carpenzano scherzando dice: “Il mio personaggio già fa l’attore e quindi non è un genio e comunque è uno che fa il vago e inizia a pensare quando il film è finito”.

Un’immagine sicuramente colpisce molto nel film: quella delle formiche, fuori dalla teca, che girano per casa. “Ho studiato le formiche- racconta la regista-. Mi piaceva rendere l’idea che la nostra casa, un posto sicuro, venisse compromessa da questa invasione di un elemento disturbante. Le formiche girano intorno, spesso muoiono di stenti in questo annaspare, ognuna segue quella davanti, convinta che l’altra sappia la strada. È una sorta di spirale della morte”. Ma il finale è aperto? “Una coppia si lascia, l’altra no, ma i due protagonisti ritrovano loro stessi “.