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Antonino @AngeloCampolo
In Italia la chiamano “messa alla prova”. Siamo nell’ambito della giustizia riparativa e l’obiettivo è dare un’opportunità di riscatto a chi ha sbagliato, soprattutto quando si parla di minori. Protocolli come “Liberi di Scegliere” di Roberto Di Bella, presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, prevedono percorsi alternativi al carcere, con il sostegno alle famiglie, e il reinserimento in comunità educative. Appartiene a questa realtà il teatro sociale della compagnia DAF Project, con cui collabora l’attore e regista Angelo Campolo, dietro e davanti la macchina da presa per il cortometraggio Antonino, ispirato a una storia vera di cui è stato protagonista. “Il film nasce da un episodio realmente accaduto durante il primo laboratorio teatrale che ho condotto con un gruppo di giovani in messa alla prova. In una delle prime giornate, uno di loro provocò un compagno fino a colpirlo davanti a tutti. Quel gesto mise in crisi il percorso, ma divenne anche il punto di partenza per una trasformazione reciproca. Da lì in poi ho spesso sentito il bisogno di raccontare e condividere le storie vissute con tanti ragazzi, quel momento in cui il teatro, pur non potendo “salvare”, apre uno spiraglio per vedere e sperimentare scenari di vita diversi”, spiega Campolo.
Nel corto, Antonino è il ribelle e sfida la guida di Matteo, l’attore che gestisce il laboratorio teatrale. Tra loro nasce uno scontro duro, forse inevitabile, ma anche necessario per dare a entrambi la possibilità di cambiare.
Antonino si inserisce nel filone cinematografico che racconta come il teatro possa essere un’esperienza salvifica. Si passa da Cesare deve morire dei Taviani a Qui è altrove – Buchi nella realtà di Gianfranco Pennone, senza dimenticare Grazie ragazzi di Riccardo Milani con Antonio Albanese. Aggiunge Campolo: “Da diversi anni conduco laboratori di teatro sociale con la mia compagnia DAF Project insieme a minori sottoposti a misure giudiziarie, in collaborazione con gli USSM (gli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni) di Messina, Catania e Milano, spesso nell’ambito del protocollo “Liberi di Scegliere” ideato dal magistrato Roberto Di Bella. È un’esperienza che ha arricchito profondamente il mio percorso professionale e umano: ho imparato molto più di quanto io possa insegnare. Inoltre opero in un contesto complesso e poco conosciuto come quello della messa alla prova: uno spazio dove l’errore commesso non coincide con una condanna, ma diventa una possibilità di ricominciare”.
Il messaggio che lancia Antonino è quello di rieducare, non di punire. Campolo gira con rigore, mettendo l’essere umano al centro. Si sofferma sulle sfaccettature, sulle colpe, ma soprattutto sulla rinascita. Nella sua carriera si è dedicato al teatro, al cinema, adesso aggiungendo la regia. “Per me questa transizione ha significato cambiare ritmo e modo di ascoltare. Amo affrontare linguaggi diversi, che si ritrovano nella stessa esigenza di far nascere una riflessione nello spettatore. In teatro il tempo lo condividi dal vivo, nel cinema lo costruisci, lo scolpisci piano piano insieme alla troupe e soprattutto in fase di montaggio. Con Antonino ho cercato la forma più semplice possibile, togliendo tutto ciò che poteva sembrare artificio. Mi sono lasciato ispirare da film che ho amato molto, come Porte aperte e Il ladro di bambini di Gianni Amelio: racconti capaci di unire rigore e compassione senza mai scivolare nel sentimentalismo. Tra i titoli più recenti, La sala professori mi ha colpito per quella stessa tensione morale e per come mette a nudo il rapporto, a volte doloroso, ma necessario, tra educatori e ragazzi”.
Il cortometraggio sarà presentato in anteprima il 24 ottobre alle ore 13:00 alla Casa del Cinema di Roma (Sala Cinecittà) nella vetrina NUOVO IMAIE delle Giornate della Festa del Cinema di Roma. Successivamente Antonino inizierà un tour indipendente tra scuole, comunità e festival di tutta Italia, per riaccendere il dibattito sull’importanza del recupero di chi ha sbagliato e sul diritto di scegliere il proprio destino.