La quindicenne Bětka insieme alla sua Migliore amica Alma stanno passando l’estate in un cottage sul lago, sperando tutto il tempo di andare sul lato opposto per partecipare a una festa. Marie, la sorella più grande di Bětka, però non glielo permette. Tra lunghi bagni e chiacchierate le giornate passano lentamente per non dire noiosamente, finché un giorno Alma incontra Aneta, una misteriosa ragazza che ha scoperto un piccolo stagno, anzi una piscina magica nascosta, che ha il potere di trasportare le persone in un mondo altro.

È The Other Side of Summer, scritto e diretto dal regista ceco Vojtěch Strakatý, e interpretato da Lucie Fingerhutová, Nikola Kylarová, Eliška Bašusová e Sofie Anna Švehlíková. Presentato in concorso ad Alice nella Città, il secondo lungometraggio di di Vojtěch Strakatý (dopo After Party del 2024) è un coming of age condito di mistero e realismo magico. Le atmosfere poetiche dell’estate appena evocate fanno da sfondo a un film che mette l’avventura al centro di tutto.

L’approfondimento psicologico dei personaggi è scarso, i dialoghi sono pochi, nel cinema di Vojtěch Strakatý sono piuttosto i corpi a parlare e gli sguardi, gli occhi delle brave protagoniste, interpreti di un tempo sospeso tra l’adolescenza e un’età adulta, con le paure e le relative ansie in agguato.

E con pochi mezzi attraverso splendidi paesaggi naturali (un’unica location e nessun effetto speciale: semplicemente un po’ di acqua sorgiva) nella seconda parte (la prima non è particolarmente appassionante) riesce a dare spazio al mistero, cosa non comune in un film di formazione, e a tenere alta la suspence raccontando un'età sospesa tra sogno e realtà. Ma soprattutto il finale fa riflettere: la ricerca di un posto migliore porta all’unione. E l’unione, o meglio la condivisione, fa crescere.