PHOTO
CHAD POWERS - Eight years after an unforgivable mistake nukes his promising college football career, hotshot quarterback Russ Holliday tries to resurrect his dreams by disguising himself as Chad Powers - a talented oddball who walks on to the struggling South Georgia Catfish. (Disney/Daniel Delgado Jr.) GLEN POWELL
Sulle maschere del cinema o sul cinema delle maschere? Almeno una decade separa l’intramontabile Mrs. Doubtfire di Chris Columbus – titolo che Powell e Waldron, senza troppi giri di parole, annunciano come principale riferimento della loro miniserie sportiva Chad Powers, disponibile su Disney+ dal 30 settembre – dall’altrettanto memorabile Tootsie di Sidney Pollack. Due lungometraggi assai distanti tra loro, capaci però di instaurare negli anni un inatteso dialogo. Tanto rispetto ai codici di genere quanto alla ricerca identitaria e sentimentale dell’individuo, dapprima perduto e poi rinvenuto, o meglio rinato. E ancora, ad unirli vi è un’America ipocrita e spietata che, al pari dello show business – in un caso ai margini del racconto e nell’altro invece centrale – è pronta a tutto pur di mettersi in salvo.
Eppure, la maschera cui la star in ascesa Glen Powell sembra puntare più di qualsiasi altra è quella indossata dal maestro Tom Cruise – abbiamo letto e inquadrato le considerazioni di quest’ultimo, tanto rispetto a Top Gun: Maverick quanto a Twisters. Il destino di Powell è chiaro – e nulla ha a che fare con Eyes Wide Shut, bensì con Vanilla Sky di Cameron Crowe – laddove la protesi facciale si scorda della commedia, rintracciando la disperazione dell’amor perduto e l’orrorifico.


Powell, al contrario di Cruise, intende però adeguarsi ad entrambi i linguaggi, muovendosi – o almeno tentando di farlo – con ambizione e visibile divertimento tra i codici del dramma e quelli della commedia demenziale, oltreché sportiva. Touchdown.
La parabola di Chad Powers si rifà al genere cinematografico statunitense per eccellenza, definito un tempo dalle majors come “From rags, to stars” – letteralmente “dagli stracci alle stelle”. Peccato che il protagonista di Chad Powers gli stracci non li abbia conosciuti mai, trattandosi di un pluripremiato e miliardario giocatore di football, caduto nel dimenticatoio (e mai in disgrazia) a seguito di un’inspiegabile sconfitta, aggravata ulteriormente da una pessima figura di carattere emotivo, trasmessa istantaneamente sui maggiori notiziari e divenuta virale poco dopo. Al centro, un giovane fan malato di cancro e le conseguenze crudeli di uno shock maldestramente elaborato dal campione Powers. Di lì in avanti il buio, e poi la luce ritrovata: quella di una squadra. A patto però d’indossare una maschera e una nuova identità: Chad Powers, la miglior versione possibile del controverso Russ Holliday.


La premessa esilarante – e per certi versi tragicomica – della maschera, qui in dialogo con l’esasperazione e, perché no, perfino con l’esaltazione dell’idiota, figura coeniana per eccellenza, riscoperta con merito perfino dal Paul Thomas Anderson di Una battaglia dopo l’altra, rivela immediatamente i linguaggi centrali della miniserie ideata e diretta da Powell e Waldron: ossia quelli della commedia. I quali, pur restando tali, non soffrono l’off screen, lasciando ampio margine d’espressione e libertà ai toni via via più dolenti e adulti del dramma, che affonda i denti nelle complessità familiari – dall’elaborazione del tradimento, al travagliato rapporto padre/figlia – e negli scenari più bui della mente.


La maschera di Powers, infatti, non esiste soltanto oggi, bensì da sempre. È quella che tutti ci portiamo addosso, chi più, chi meno, fingendo d’essere qualcuno e qualcosa che in realtà non siamo. Non del tutto almeno, poiché è la società a richiederlo. A risentirne, l’autostima e non solo quella. Il citazionismo cinefilo di Chad Powers è ricco, divertito e spudorato, per quanto instancabilmente esibito. Tornano infatti Jerry Maguire, Ogni maledetta domenica, Il sapore della vittoria e The Blind Side.
Eppure, c’è un unico grande riferimento mai realmente discusso (né tantomeno mostrato) per la nascita effettiva dell’amabile idiota Chad Powers: Simple Jack. Nomen omen. Checché se ne dica, potrebbe scalzare presto Ted Lasso. Staremo a vedere.