A Sorrento, tra un applauso di rito e un sospiro di preoccupazione, il cinema italiano ha mostrato anche il suo “resto del carlino”: quel segmento medio-alto, autoriale o aspirante tale, che non vive di soli Natali ma di storie più complesse, spesso conturbanti, quasi sempre agganciate al reale. A cominciare da Vision, ormai

Quarta gamba del tavolo nazionale insieme a Rai Cinema–01 Distribution, Medusa e Piper, Vision ha presentato un listino molto riconoscibile: cinema italiano medio-alto, abituato ai festival, dalle atmosfere prevalentemente conturbanti, che ama immergersi nelle suggestioni della cronaca nera e del malessere sociale.

Su questo versante si colloca La gioia di Nicolangelo Gelormini, liberamente ispirato all’omicidio di Gloria Rosboch: un melò nerissimo tratto da Se non sporca il mio pavimento di Giuliano Scarpinato, con Valeria Golino, Saul Nanni e Jasmine Trinca, affiancati da Francesco Colella e Betti Pedrazzi.

Sempre dal pozzo del “crime di casa nostra” arriva Gli occhi degli altri di Andrea De Sica, che rievoca il delitto Casati Stampa del 1970: un thriller sensuale e ossessivo, già passato alla Festa del Cinema di Roma, guidato dalla coppia Filippo Timi–Jasmine Trinca, atteso in sala il 19 marzo 2026.

Più contemporaneo Domani interrogo di Umberto Riccioni Carteni, storia vera di una professoressa d’inglese catapultata in un liceo nel quartiere difficile di Rebibbia: un film sulla scuola come campo di battaglia e di resistenza, sorretto da Anna Ferzetti, affiancata da Miriam Previati e Fabio Bizzarro (in uscita dal 19 febbraio).

Nel territorio del thriller psicologico si muove La lezione di Stefano Mordini, che rielabora la materia incandescente dello stalking: una donna, un persecutore, una spirale di violenza emotiva che diventa gabbia mentale. Il duello è tutto nei volti di Matilda De Angelis e Stefano Accorsi, con Eugenio Franceschini a completare il triangolo, in uscita il 5 marzo 2026.

Non mancano le commedie brillanti: 2 cuori e 2 capanne , presentato sul palco da Massimiliano Bruno, Edoardo Leo e Claudia Pandolfi, è una commedia sentimentale sulle geometrie, sempre più complicate, delle relazioni adulte. Benvenuti in campagna affida a Maurizio Lastrico il racconto di un’Italia che prova a ritrovarsi “fuori città”, in una provincia però che ha perso l’idillio. Antartica – Quasi una fiaba , con Silvio Orlando e Barbara Ronchi, segue una comunità di scienziati ai confini del mondo.

Più indecifrabili, e dunque più intriganti, È andata così di Gianni Zanasi – che Michele Riondino, in sala, ha definito “una commedia familiare punk” – e Il dio dell’amore di Francesco Lagi, racconto corale con Corrado Fortuna, Francesco Colella, Benedetta Cimatti e Vinicio Marchioni su come l’amore, quando non ci annienta, riesce perfino a rimetterci in sesto. Un film da “carezza al cuore” in un listino in cerca di equilibrio tra inquietudini e consolazioni.

Piccola nota a margine sui trailer: quelli americani ti dicono subito che film stai per vedere. Quelli italiani, spesso, no. Bisogna decifrarli. Speriamo che l’indecisione si fermi al trailer.
E poi c’è il grande non detto: il suono. Il cinema italiano soffre, da anni, di un problema di fonica. I dialoghi spesso sembrano impastati, come se gli attori recitassero con un foglio in bocca, e il confine tra “sottovoce” e “inaudibile” è sempre più labile. Fine delle lamentazioni.

Fandango, la linea verde

Sul versante Fandango Distribuzione il quadro è altrettanto netto. A introdurre un listino fitto di scoperte è stato il direttore marketing e distribuzione Gianluca Pignataro, che ha rivendicato il lavoro di «un team molto giovane e affiatato». La scommessa principale è sulle opere prime. Gioia mia (dall’11 dicembre) di Margherita Spampinato è un film “piccolino e positivo” ambientato in Sicilia, sul rapporto dolce e combattuto tra un bambino e una zia anziana, già premiato a Locarno e mercoledì 10 dicembre ai Cinematografo Awards.
Arriva poi Tienimi presente di Alberto Palmiero, Premio Miglior Opera Prima alla Festa del Cinema di Roma. Con La salita , esordio alla regia di Massimiliano Gallo su Edoardo De Filippo, Fandango mette in campo memoria teatrale e biopic d’autore, mentre Caro mondo crudele di Niccolò Falsetti e Francesco Turbanti, realizzato in collaborazione con Zerocalcare (che disegna i sogni della protagonista), promette una contaminazione interessante tra cinema del reale, fumetto e rabbia generazionale. A chiudere l’area italiana Malavia di Nunzia De Stefano, prodotto da Matteo Garrone, che conferma il sodalizio tra l’autrice di Nevia e una produzione attenta alle periferie esistenziali prima ancora che urbane. Sul fronte internazionale, Fandango affila le armi con Miss Carbone di Agustina Macri, il francese La più piccola di Hafsia Herzi (Premio Interpretazione a Cannes per Nadia Melliti egià salutato in patria come “la nuova Vita di Adele”), e due documentari-evento: Andando dove non so. Mauro Pagani, una vita da fuggiasco , ritratto in fuga continua di uno dei musicisti più mobili del nostro canone, e Giulio Regeni. Tutto il male del mondo di Simone Manetti, a dieci anni dalla scomparsa del giovane ricercatore, che si annuncia come uno dei titoli più politicamente sensibili del prossimo anno.

Lucky Red, quando il cinema europeo fa sistema

Se cercate il cinema europeo di qualità, quello che fa il giro dei festival prima di approdare in sala, la bussola indica Lucky Red. A Sorrento, il Ceo Andrea Occhipinti ha aperto la presentazione con un bilancio più che soddisfatto: da Emilia Perez a We Live in Time, da Un semplice incidente a Father Mother Sister Brother, passando per riscoperte come La tomba delle lucciole e Le città di pianura, fino al “botto” di Dracula, capace di superare perfino l’incasso francese. In chiusura, l’annuncio: Valerio Scarinci è il nuovo Head of Theatrical Distribution.

Il listino del prossimo semestre punta a consolidare questa traiettoria. Torna, fresco di Leone d’Oro, Jim Jarmusch con Father Mother Sister Brother , mentre La piccola Amélie incarna il versante animazione, tra sensibilità autoriale e appeal family. Joachim Trier prosegue la sua esplorazione dei sentimenti con Sentimental Value , Park Chan-wook porta in dote No Other Choice – Non c’è altra scelta , prova di quanto il cinema coreano resti centrale anche fuori dal recinto del genere.

E ancora: Il silenzio degli altri di Eva Libertad, con Miriam Garlo e Álvaro Cervantes, Köln75 di Ido Fluk, Il prigioniero di Alejandro Amenábar con Julio Peña e Alessandro Borghi, Yellow Letters di İlker Çatak, Un anno di scuola di Laura Samani, La torta del presidente di Hasan Hadi, Due procuratori di Sergei Loznitsa e Nouvelle Vague di Richard Linklater.

Accanto alle novità, un robusto filone “eventi”: da Lo chiamavano Jeeg Robot (per i dieci anni dall’uscita) alla riproposizione di classici come La principessa Mononoke e Porco Rosso di Miyazaki (con nuovo doppiaggio), Ghost per San Valentino, Qualcuno volò sul nido del cuculo , Prima dell’alba , Eyes Wide Shut , Barry Lyndon , The Doors . Nostalgia calibrata, ma anche un modo molto concreto di riportare in sala i grandi cataloghi.

Bim, Wanted, Europictures, Movies Inspired: il piccolo è politico

È un listino di grandi autori quello presentato da Bim Distribuzione, introdotto da Antonio Medici. Dodici film per il 2026 che compongono una vera e propria mappa del cinema festivaliero. C’è Dead Man’s Wire di Gus Van Sant, storia vera ambientata alla fine degli anni Settanta, su un uomo qualunque spinto oltre il limite da una società spietata (uscita prevista a febbraio), Amrum – L’isola dell’infanzia di Fatih Akin, già successo in Germania, che guarda alla fine del nazismo attraverso gli occhi di un bambino, Night and Day , commedia inglese da Virginia Woolf, Jimpa – La casa degli affetti con Olivia Colman (a maggio), Flavia De Luce – Una piccola Sherlock Holmes , dal ciclo di romanzi Sellerio, Lo straniero di François Ozon, atteso per Pasqua, La notte dei cristalli con Clive Owen e Mélanie Laurent.

In più, un omaggio a Hirokazu Kore’eda con la distribuzione in versione restaurata dei primi quattro capolavori del maestro, da maggio in poi, e una seconda parte d’anno che vedrà arrivare Fjord di Mungiu di Cristian Mungiu, Gentle Monster con Léa Seydoux, La ragazza con la Leica di Alina Marazzi e Prima Facie di Susanna White, adattamento della pièce di Suzie Miller.

Come da tradizione, Wanted Cinema porta un listino ricercato e militante. Un inverno in Corea (dall’11 dicembre) è la “controproposta per il Natale”, mentre Memoria di una rivolta ricostruisce la Palestina del 1936 e la prima grande sollevazione contro il progetto coloniale britannico. Homebound , prodotto da Scorsese, attraversa famiglia e amicizia in India ed è anche il candidato agli Oscar del Paese; Tony, Shelly e la luce magica presidia l’animazione delle vacanze natalizie. Tra le chicche d’essai, The Wonderers di Joséphine Japy con Mélanie Laurent, Urchin di Harris Dickinson, Love Me Tender di Anna Cazenave Cambet con Vicky Krieps, The Chronology of Water , attesissimo debutto alla regia di Kristen Stewart (a maggio), e Miroirs n°3 di Christian Petzold. A completare il quadro, quattro documentari – Wider Than The Sky, Cutting Through Rock, Agent of Happiness: Il Bhutan e la felicità, Willie Peyote – Elegia sabauda – che confermano la vocazione politica e musicale della casa.

Europictures, presentata dalla Ceo Lucy De Crescenzo, rivendica l’orgoglio del cinema indipendente in sala. Il listino parte con Vita privata , thriller psicologico con Jodie Foster “proposta di Natale” (dall’11 dicembre), prosegue con La scomparsa di Josef Mengele (dal 29 gennaio), Chopin , biopic sugli ultimi anni del compositore (da febbraio), La donna più ricca del mondo , ritratto romanzato di Liliane Bettencourt con Isabelle Huppert (a marzo), e una robusta pattuglia di titoli italiani: Avemmaria , esordio alla regia di Fortunato Cerlino con Salvatore Esposito, Quasi Grazia , dedicato all’unica donna italiana premio Nobel, Grazia Deledda (in sala da aprile, dopo Torino), e Il grande Boccia , ritratto scanzonato del “peggior regista italiano” Tanio Boccia, passato anch’esso alla Festa del Cinema.

Chiude il giro Movies Inspired, definita dal suo fondatore Stefano Jacono “una società che fa opere d’arte, nel bene e nel male”, e che a Sorrento ha portato “film piccoli ma potenti”. Dieci titoli per il primo semestre 2026: Bus 47 ; il biopic Monsieur Aznavour , forte di 2 milioni di spettatori in Francia (in uscita dal 18 dicembre); Lo sconosciuto del grande Arco , passato da Cannes, dedicato all’architetto danese dell’Arco de La Défense; La stanza di Marianna di Emmanuel Finkiel con Mélanie Thierry; Le aquile della Repubblica di Tarik Saleh; L’amore che rimane di Hlynur Pálmason; Sundays di Alauda Ruiz de Azúa (vincitore a San Sebastián); Franz , biopic su Kafka di Agnieszka Holland; Le tigri di Mompracem di Alberto Rodríguez; Marco , storia vera di una menzogna sulla deportazione nei lager; L’Affaire Bojarski di Jean-Paul Salomé. Un listino che mescola letteratura, storia e politica.