Quando Martin Scorsese scenderà sul palco del Teatro Antico di Taormina, seguito da Michael Douglas, Catherine Deneuve, Helen Hunt, Geoffrey Rush, Olivia Wilde e Henry Cavill, il festival 2025 non sarà soltanto un evento cinematografico, ma la sintesi di un modello di comunicazione fondato sul richiamo immediato delle star. Un approccio che rischia, però, di oscurare la programmazione cinematografica (pur buona) della manifestazione.

Tiziana Rocca, al timone per la seconda volta, punta decisamente sul glamour internazionale, dopo l’esperimento "cinefilo" di Marco Müller del 2024. Müller, già direttore di Venezia e Roma, aveva proposto un'edizione definita "festival popolare utile", con una programmazione rigorosa curata da un comitato internazionale composto da figure come Hebron, Magrelli e Waintrop. Tra i titoli selezionati c’erano opere come From Ground Zero (Palestina), Shikun di Amos Gitai e la versione integrale di Va savoir di Jacques Rivette, oltre a blockbuster estivi come Twisters (Fonte: cineuropa.org). Müller aveva cercato di bilanciare popolarità e ricerca, presentando ospiti come Nicolas Cage, Sharon Stone e Bella Thorne solo dopo aver annunciato i film. Risultato: stima critica ma scarsa attenzione mediatica mainstream.

Tiziana Rocca con le giurate italiane di Taormina 2025: Alessandra Mastronardi e Ilenia Pastorelli - GRM Foto srl (concessione @webphoto)
Tiziana Rocca con le giurate italiane di Taormina 2025: Alessandra Mastronardi e Ilenia Pastorelli - GRM Foto srl (concessione @webphoto)
GRM Foto / Guberti / Rasero Archivio Digitale Rasero / Guberti / GRM Foto srl spettacolo Conferenza Stampa Taormina Film Festival Nella foto: Tiziana Rocca, Alessandra Mastronardi, Ilenia Pastorelli (GRM Foto srl)

La scelta del 2025 di Rocca è invece diametralmente opposta: oltre trenta nomi di spicco annunciati in 48 ore, con comunicazioni che enfatizzano esclusivamente la presenza delle celebrity. Nella conferenza stampa del 5 giugno è stata mostrata una clip promozionale di tre minuti con immagini di tutte le star annunciate, precedendo qualsiasi accenno ai titoli in concorso. Nei giorni successivi alla conferenza stampa del 5 giugno, la maggior parte dei titoli sui media nazionali e lifestyle ha dato ampio risalto alla presenza delle star, con scarso riferimento ai film selezionati in concorso. Una tendenza confermata anche dalla comunicazione social ufficiale del festival, che ha dedicato la quasi totalità dei post e delle clip promozionali ai testimonial, con appena accenni alla selezione filmica o ai registi esordienti. La selezione dei film appare dunque marginale nella narrazione pubblica, oscurata da una promozione sistematica e intenzionalmente star-oriented.

La strategia star-driven non nasce dal nulla, ma affonda le radici in una storia festivaliera lunga settant'anni e segnata da continui cambi di direzione e format. Dal "Festival delle Nazioni" di Guglielmo Biraghi al "Blob" di Enrico Ghezzi, dal "Made in English" di Felice Laudadio al focus mediterraneo di Deborah Young, fino al modello charity-pop di Rocca stessa, il festival ha attraversato identità contrastanti e mai consolidate. Un'incertezza aggravata da una governance regionale e comunale soggetta a continui cambi politici, con la Fondazione Taormina Arte spesso commissariata o in balia di equilibri amministrativi precari.

Martin Scorsese (foto di Karen Di Paola)
Martin Scorsese (foto di Karen Di Paola)
Martin Scorsese (foto di Karen Di Paola)

I numeri del festival, pur non paragonabili a quelli dei principali competitor nazionali come Venezia o Roma, si collocano in una fascia intermedia: un budget annuale stimato tra 1,2 e 1,5 milioni di euro, sostenuto per oltre un terzo dalla Regione Siciliana, che nel 2025 ha stanziato 450.000 euro (Fonte: regione.sicilia.it). Un budget che obbliga il festival a puntare fortemente sulle sponsorizzazioni private (Ferrovie dello Stato, Guess) e sul potenziale d’incasso derivante dai ticket per le serate al Teatro Antico (20-40 euro a serata, con incasso potenziale fino a 300 mila euro). Tuttavia, la scelta glamour costa cara: secondo stime non ufficiali, il 40% del budget sarebbe destinato alla logistica e ai cachet delle star ospitate, limitando fortemente gli investimenti sulla qualità curatoriale e sul sostegno alla filiera cinematografica locale.

Le ricadute economiche immediate sono positive per Taormina: secondo quanto riportato da rappresentanti del comparto ricettivo locale (Consorzio Albergatori Taormina e Federalberghi Sicilia, in interviste e dichiarazioni pubblicate negli anni precedenti su testate regionali), durante la settimana festivaliera si registra in media un aumento del 30-35% delle tariffe giornaliere rispetto alla media stagionale, con picchi di occupazione nei segmenti 4 e 5 stelle (dati raccolti su base comparativa nelle edizioni 2022-2024). Sul piano della filiera produttiva cinematografica, il festival ha ancora margini di crescita: l’assenza di un mercato strutturato e di iniziative professionali stabili rappresenta un’opportunità per rafforzare il legame tra l’evento e lo sviluppo dell’audiovisivo in Sicilia, con prospettive concrete di miglioramento se sostenute da scelte strategiche di lungo periodo.

Olivia Wilde ©2014 HBO
Olivia Wilde ©2014 HBO

Olivia Wilde ©2014 HBO

Perché allora continuare a puntare sul richiamo immediato delle celebrità? La risposta risiede nella visibilità mediatica e nell’attrattiva immediata verso sponsor e pubblico generalista. Tuttavia, resta il rischio che, senza un adeguato equilibrio con la dimensione curatoriale, il festival venga percepito più come un evento glamour che come una vera piattaforma culturale. Rafforzare il racconto editoriale e valorizzare i contenuti artistici già presenti potrebbe contribuire a consolidare la sua identità nel panorama dei grandi eventi cinematografici.

L'edizione 2025 appare dunque come un bivio decisivo: da un lato, il rischio di perpetuare un modello "star-first" che amplifica la visibilità immediata ma erode credibilità culturale e qualità curatoriale; dall’altro, la possibilità di trovare un equilibrio più sostenibile tra glamour e cinema, trasformando il festival in un evento che possa finalmente coniugare prestigio internazionale e sostegno reale alla filiera audiovisiva locale.
La sfida, all'ombra dell’Etna, è ancora tutta da giocare.