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Glenn Powell in The Running Man
Dal brivido alla risata, dalla felicità alla tragedia. Il cinema di genere è vivo e pulsante, come dimostrano i prossimi quattro mesi. Il sorvegliato numero uno, soprattutto dopo gli ottimi risultati estivi, è l’horror. Abbiamo già parlato di The Conjuring: Il rito finale di Michael Chaves nella prima parte legata al nostro speciale. Ma non finisce qui.
C’è Together diretto da Michael Shanks, alla sua prima esperienza da regista, con Alison Brie e Dave Franco. Racconta di una giovane coppia (Franco e Brie sono sposati anche nella realtà) che si trasferisce in campagna. A scatenarsi è lo spirito del body horror, per riflettere sull’amore tossico e sulla dipendenza l’uno dall’altro nei rapporti.
L’horror si conferma uno dei migliori generi per ragionare sul presente. Si prosegue con Him di Justin Tipping (tra i produttori spicca Jordan Peele), che ci porta nel mondo dello sport. L’isolamento dalla comunità di appartenenza è sempre una caratteristica dominante del terrore su schermo. Questa volta a confrontarsi con la follia è una giovane promessa del football americano che, per allenarsi, si reca nella residenza privata di un leggendario quarterback.


Alison Brie e Dave Franco in Together
(Courtesy of NEON / Germain McMicking)Ha toni soprannaturali poi Black Phone 2 di Scott Derrickson, che si annuncia più violento del primo capitolo. È il sequel di Black Phone del 2021, ormai un piccolo cult. Ethan Hawke ritorna nel ruolo del malefico Rapace. Il tempo è passato, i protagonisti sono cresciuti, ma il telefono nero continua a squillare. Nella nostra società turbocapitalista, l’incubo è figlio della costante connessione, almeno per Derrickson.
Non può mancare il richiamo a Stephen King. The Long Walk, diretto da Francis Lawrence, è tratto dall’omonimo romanzo del maestro. Racconta la marcia annuale che coinvolge alcuni adolescenti, ma ne rimarrà solo uno. I massacri coinvolgono anche alieni molto riottosi, come in Predator: Badlands di Dan Trachtenberg, il nuovo capitolo del franchise. Qui un Predator emarginato dal clan è alla ricerca del suo nemico per la battaglia finale. Nel cast spicca Elle Fanning, che interpreta l’alleata del guerriero interplanetario.


Per gli amanti dell’action, a incuriosire è la corsa a perdifiato realizzata da Edgar Wright. Il titolo è The Running Man, con Glen Powell. È una fuga per la vita. Powell nel film è un padre in difficoltà, ha bisogno di soldi per far guarire la figlia. Così si iscrive a un gioco lungo trenta giorni, in cui lo scopo è sopravvivere: tutti gli danno la caccia, lui deve arrivare al fondo per ricevere un ricco premio. È il remake di L’implacabile di Paul Micheal Glaser del 1987, con Schwarzenegger. Anche qui il punto di partenza è un libro di King, L’uomo in fuga.
Si allunga la lista degli adattamenti kingiani arrivati sullo schermo, che non conoscono crisi. Si abbandona King per dedicarsi a “un’azione” in chiave più leggera con L'illusione perfetta - Now You See Me 3 di Ruben Fleischer. È il terzo capitolo del franchise, a riunirsi sono i Quattro Cavalieri (interpretati da Jesse Eisenberg, Isla Fisher, Mark Ruffalo e Woody Harrelson), che devono organizzare un colpo sospeso tra la magia e la verità. Ogni trucco è valido per i quattro talenti della rapina.
Ma c’è spazio anche per la commedia. Al Festival di Toronto è tra i più attesi, in Italia al momento non ha ancora una data di uscita: stiamo parlando di Good Fortune scritto e diretto da Aziz Ansari, al suo debutto alla regia. Si ride per i guai causati da un angelo maldestro, interpretato da Keanu Reeves, che si intromette nelle vite di un lavoratore in difficoltà e di un ricco capitalista. Che sia questa la vera metafora dell’anno venturo?