Incredibile, ma vero: Batman e Robin sono tornati, e combattono contro i barbari. Back in the days, dominus e slave, padrone e schiavo (saranno intercambiabili), si avventurano oltre i confini del mondo conosciuto.
II secolo DC, il romano Marco Aquila (Channing Tatum, l'espressività non è il suo forte) e il fido schiavo Esca (Jamie Bell, piccoli Billy Elliot crescono…) attraversano il Vallo Adriano per riabilitare la memoria di papà Aquila, che vent'anni prima a capo della Nona Legione romana aveva perso 5mila uomini e, soprattutto, l'Aquila d'Oro. Prima della missione della vita, il training autogeno: Marco guida valorosamente le sue truppe assediate in un fortino, ma per le gravi ferite riportate viene congedato, e trasportato dallo zio in pensione (Donald Sutherland). Qui salva la vita allo schiavo Esca, e in lui trova il proprio Robin: insieme, oltreconfine, affronteranno la tribù del temibile Principe delle Foche (Tahar Rahim).
Talento (Oscar per il doc Un giorno a settembre, poi La morte sospesa, L'ultimo re di Scozia e State of Play) precocemente e progressivamente sacrificato sull'altare del mainstream fracassone, Kevin MacDonald porta sullo schermo il romanzo La legione scomparsa di Rosemary Sutcliff: è The Eagle, che ibrida Il gladiatore e Apocalypto sul fronte action, Brotherhood e Brokeback Mountain sul fronte - un sottotesto molto esposto - del “gay tribe”. Tutto il resto è fantastoria d'accatto, apologo del cameratismo e concessione senza se e senza ma allo spettacolo (?), con il regista costretto a ricordarsi chi è con sfocature, transfocate ed effetti flou messi tra parentesi d'autore. Rimane il sacrificio, l'orgoglio e un oggetto del desiderio ornitologico:  l'Aquila.
Ps: nomen omen ma non solo, perché lo distribuisce Bim e non Eagle?