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The Buccaneers
Un gruppo di giovani ragazze americane ha fatto esplodere la Londra strizzata nel corsetto degli anni Settanta dell'Ottocento. Sono belle, audaci e indipendenti, ma sono nuove ricche. Perciò le famiglie le invitano a lasciare New York e ad andare all’assalto dell’aristocrazia inglese per assicurarsi mariti e titoli, con cui fare ritorno a casa da persone rispettabili. Ora però le Buccaneers non sono più l'invasore: l'Inghilterra è diventata casa loro. Anzi, la stanno praticamente governando.
Nan è diventata la Duchessa di Tintagel, la donna più influente del Paese. Conchita è Lady Brightlingsea, eroina di un'ondata di giovani ereditiere americane, e Jinny è su tutte le prime pagine dei giornali, ricercata per il rapimento del figlio che porta in grembo. Le giovani americane sono cresciute e ora lottano per essere ascoltate, portando una ventata d’aria fresca nell’Inghilterra più conservatrice.
Torna con una seconda stagione ancora più avvincente, The Buccaneers, l'acclamata dramedy musicale scritta da Katherine Jakeways e ispirata all'omonimo romanzo incompiuto della scrittrice statunitense Edith Wharton. La seconda stagione, diretta dal vincitore del Bafta, William McGregor, dalla vincitrice del DGA Award, Rachel Leiterman, da John Hardwick e Charlie Manton, ci porta nel vivo dello scontro culturale tra l’Inghilterra vittoriana e l’America della Gilded Age. Le figlie dell’età dell’oro statunitense scandalizzano l’élite inglese per la libertà dei loro costumi e orientamenti sessuali. Le giovani americane rivendicano la loro indipendenza e non sono più disposte ad essere proprietà di alcun uomo.
The Buccaneers sono fastidiosamente americane agli occhi dell’alta società inglese, che è però in declino ed è costretta a sopportare le volgari ereditiere del Nuovo Mondo pur di mantenere titoli e proprietà. Ma al di là dell’ambientazione, a Katherine Jakeways non interessa l’accuratezza storica. Piuttosto è l’antica diatriba tra ragione e sentimento ad accendere gli animi delle giovani avventuriere, che si rifiutano di considerare il matrimonio come un contratto sociale e si divertono a far saltare tutte le etichette della rigida aristocrazia inglese.
Così se le donne non hanno ancora voce, basta un provocatorio vestito rosso perché la duchessa possa iniziare la sua rivoluzione. “E se tra vent’anni mi sveglio accanto all’uomo sbagliato?”, chiede Lizzy a sua sorella. Finalmente i sentimenti contano quanto gli interessi economici. Le giovani bucaniere si tormentano sulle scelte di vita di qualunque ragazza di qualunque epoca. E a uomini che promettono una vita agiata spesso scelgono una vita felice, mettendo in primo piano passioni e sentimenti. All’obbedienza di una vita da duchessa, al fianco di un uomo che non ama, Nan sceglie la libertà.


The Buccaneers
(Angus Piggott)Drammi, intrighi, romance, segreti e colpi di scena contribuiscono quindi a confezionare questo piacevole dramedy dal tocco femminile. Nan (Kristine Frøseth), Conchita (Alisha Boe), Lizzy (Aubri Ibrag), Mabel (Josie Totah) e Jinny (Imogen Waterhouse) sono di nuovo riunite in una seconda stagione che approfondisce la sorellanza e l’amicizia femminile, nonostante alcune turbolenze. Katherine Jakeways ricrea l’effervescente atmosfera della Gilded Age con scenografie sontuose, costumi preziosi e melodrammi.
Attraverso una raffinata regia e un’accurata fotografia ci sentiamo invitati agli esclusivi balli al castello di Tintagel affacciato sull’oceano Atlantico, alle cerimonie nelle eleganti residenze tra Londra e New York, alle corse a cavallo, ai giochi tra giardini labirinto, in un imprecisato paesino italiano sul mare baciato dal sole mediterraneo. A una festa continua tra maschere, piume, corsetti, pizzi e velluti dai colori brillanti.
Il ritratto dell’alta società anglo-americana di fine Ottocento dialoga perfettamente con una colonna sonora contemporanea, prodotta da Stella Mozgawa, composta da brani delle migliori interpreti femminili di oggi, tra cui Taylor Swift. The Buccaneers riesce ancora una volta a conciliare la freschezza del pop contemporaneo e la tradizione del period drama.