Non si dica che Sofia Coppola non è un'autrice: martella sempre lì, sulla cultura pop e i suoi derivati, più o meno malsani. Abbandonati Maria Antonietta e lo Chateau Marmont (Somewhere), la regista Usa punta la camera su The Bling Ring, aka Hollywood Hills Burglars, ovvero la teen-gang che dall'ottobre 2008 all'agosto 2009 rubò più di 3 milioni di dollari tra abiti, accessori e altro ai ricchi di fama, da Paris Hilton a Orlando Bloom, penetrando nelle loro case dopo aver cercato l'indirizzo su Google...
The Bling Ring apre Un Certain Regard 2013, e si capisce perché il direttore Thierry Fremaux abbia (presumibilmente) sbarrato le porte del Concorso: è un piccolo film, e se fosse questione di dimensioni e budget poco importerebbe, ma la “piccineria” è palese nelle intenzioni, nelle stesse ambizioni di un lavoro che certifica l'accaduto, fotografa a posteriori l'evento ma senza nulla aggiungere sul come, il perché e il cui prodest. Accontentandosi di ironia e nonsense, null'altro. Sullo schermo, è shopping criminale, qui affidato alla maghetta Emma Watson e un tot di quasi carneadi (Claire Julien, Israel Broussard, Katie Chang, Georgia Rock, etc) che svaligiarono le cabine armadio delle loro celebrities preferite per rubarne insieme l'appartenenza allo showbiz, la capacità di fare tendenza, in breve, lo status divistico. La capobanda Rebecca idolatra Lindsay Lohan, il braccio destro Mark vuole sincerarsi di non essere brutto, le altre vanno a ruota, pavoneggiandosi su Facebook dei loro colpi, fotografandosi beate nei privee, tirando coca quando capita (spesso).
Una solitudine di stampo social da far rabbrividire, ma è niente in confronto ai loro genitori variamente presenti, uniformemente assenti. Se Nicki (Emma Watson) si ritaglia un futuro da leader, punta alla charity destinazione Africa e, complice la madre, si droga di spiritualità pret-à-porter, le amiche non sono meno orfane di senso esistenziale: tutte wannabe, ma –a parte i lustrini posticci delle celebrità derubate - manca il complemento oggetto. Ebbene, finisce qui: Sofia Coppola non incide, non ha stile, nemmeno quello per aderire parossisticamente, ineluttabilmente al suo oggetto, alle sue morte di fama. A proposito, Spring Breakers vi dice qualcosa? Questa è la brutta copia, s'intende, di un originale mai esistito, almeno per la Coppola, mancata lord of the ring...