Quindici anni dopo L’illusionista (2010) il regista francese Sylvain Chomet – che ha firmato la sequenza animata d’apertura del recente Joker: Folie à deux – torna a realizzare un lungometraggio d’animazione.

Lo fa con Marcel et Monsieur Pagnol, ospitato in Special Screenings a Cannes 78, film biografico sullo scrittore, drammaturgo e regista francese Marcel Pagnol (1895-1974), adattato dalla sua opera Confidences (1990).

L’azione prende forma nel 1955, quando a Pagnol, sessantenne, viene chiesto dalla rivista Elle di scrivere un romanzo a puntate sulla sua vita. La voglia c’è, a mancare – almeno inizialmente – è l’ispirazione in grado di farlo tornare indietro con la memoria. In suo soccorso arriva Marcel, la fantasmatica proiezione del se stesso bambino. Ed ora sì, il viaggio può davvero cominciare.

Con il riconoscibile tratto che lo rivelò al mondo (Appuntamento a Belleville, 2003), Chomet mette a punto questo biopic-omaggio dedicato ad una delle figure più importanti della cultura novecentesca francese, nato alla periferia di Marsiglia nello stesso anno in cui nacque il cinematografo (1895), divenuto famoso con Topaze, piéce teatrale del 1928, passando poi alla regia cinematografica e fondando nel 1934 la sua casa di produzione e gli studi cinematografici di Marsiglia, realizzando film con i più grandi attori dell’epoca, da Raimu a Fernandel. 

Marcel et Monsieur Pagnol @ 2025 What the Prod - Mediawan Kids & Family Cinéma - Bidibul Productions - Walking the Dog
Marcel et Monsieur Pagnol @ 2025 What the Prod - Mediawan Kids & Family Cinéma - Bidibul Productions - Walking the Dog

Marcel et Monsieur Pagnol @ 2025 What the Prod - Mediawan Kids & Family Cinéma - Bidibul Productions - Walking the Dog

L’aspetto più rivoluzionario rispetto ai due lavori precedenti di Chomet – entrambi senza dialoghi – è naturalmente dato dall’uso della parola. Sarebbe stato d’altronde un controsenso celebrare il cammino di un grande drammaturgo come Pagnol (che nel film ha la voce di Laurent Lafitte, il maestro di cerimonie quest’anno a Cannes) facendone a meno, ancor più considerando uno dei momenti chiave della sua storia e del film stesso, il passaggio al sonoro del cinema (non aveva una grande considerazione degli attori del muto, “costretti sempre a fare ridicole smorfie”) che lo convinse ad intraprendere anche quella strada. 

Strada che Chomet riempie anche di frammenti “reali”, infilando nella storia animata spezzoni di alcuni dei film realizzati da Pagnol (espediente già utilizzato con Tati in Appuntamento a Belleville, del resto), uomo-artista la cui vita ha preso spesso pieghe impreviste, e drammatiche (dalla morte della mamma quando ancora ragazzino alla morte della figlioletta di soli 3 anni, nel 1954).

Realizzato su impulso di Nicolas Pagnol, nipote di Marcel Pagnol, e Nicolas Poiret, nipote del produttore Alain Poiret, con il primo che ha raccontato a Chomet molti aspetti più nascosti della vita del nonno, Marcel et Monsieur Pagnol come spiega lo stesso regista, è diviso in due grandi parti: “La prima è filmata come se fosse un’opera teatrale, senza movimenti di macchina o zoom, i personaggi si muovono sul palco o nello spazio in cui vivono. Poi con l’arrivo del cinema nella storia ho utilizzato i movimenti di macchina: il tono generale è poetico, ma è soprattutto un film sul cinema e sull’invenzione dei dialoghi nel cinema”. 

Ecco quindi che l’animazione di Chomet non rende omaggio solamente alla storia del celebre drammaturgo ma anche alla storia del cinema: l’unica pecca è data forse dal sovraccarico di eventi che si susseguono nel percorso cronologico del film. Sicuramente necessari, ma alla lunga rischiano di offuscare la magia che il prologo prometteva.