Mi viene un po' difficile parlare di questo film. Perché è di un Bertolucci tornato al cinema. Perché è un piccolo film, quasi indifeso. Perché oltre tutti i difetti che ha è pur sempre un film al fianco di un ragazzo e una ragazza, spersi tra adulti lontani, o feriti, o inerti.
Dal racconto di Ammaniti. Lui è adolescente, non parla quasi con nessuno, la madre è come non averla, lui dice di andare alla settimana bianca con la scuola, invece si chiude in cantina, solo con le cuffiette e il rock nelle orecchie. In cantina arriva la sorella, fuori di testa, strafatta, in cerca di uno scatolone con le sue cose, lei che se n'è andata dopo un furioso litigio con la madre. Dunque, due giovani che non vanno d'accordo con il mondo, e vengono in mente i tre protagonisti di The Dreamers che non stavano in cantina ma nella tenda in salotto. Bertolucci sta dalla loro parte, a fianco di ogni dreamer, fino alla promessa che i due si scambiano, prima di uscire di nuovo per strada, prima di tornare alla luce del sole, promessa per lui di aprirsi agli altri, per lei di non bucarsi più.
Film rinserrato, chiuso al buio, film minimo, con tenerezze difficili e nascoste, film malato e inguaribile. Voto 3 stelle, perché è di Bertolucci.