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Benjamin Voisin in Carême
Nella Francia di Napoleone Bonaparte, post-rivoluzionaria e ancora in pieno fermento, Antonin Carême sogna di diventare il cuoco più famoso del mondo. Orfano dal talento eccezionale, Carême viene adottato da Sylvain Bailly che lo inizia all’arte della pasticceria. Ma proprio nel momento in cui inizia a far conoscere le sue creazioni, Bailly viene arrestato dal temuto ministro della Polizia, Fouché. Sarà invece il ministro degli Esteri, Talleyrand, a prenderlo sotto la sua ala protettrice e a promettergli di aiutarlo a liberare suo padre adottivo.
Carême così accetta un patto con il diavolo e diventa una spia al servizio di un uomo machiavellico che ha elevato la politica a forma d'arte e la cucina ad arma della diplomazia. Il giovane chef riesce a impressionare l’alta nobiltà parigina e i più potenti di Francia, incluso il Primo Console, con i suoi squisiti croquembouches dai colori pastello e dalle forme architettoniche stravaganti. Determinato a sfuggire alla povertà e a realizzare il suo sogno, Carême si ritrova quindi a scegliere tra la vendetta o la possibilità di avere tutto: amore, ricchezza, fama. Ma a quale prezzo?
Ispirato al libro Cooking for Kings: The Life of Antonin Carême, The First Celebrity Chef del pluripremiato storico e attore Ian Kelly, Carême è la nuova dramedy di Apple TV+ in lingua francese che racconta la storia del primo chef famoso della storia. Creata dallo stesso Kelly e Davide Serino (The Bad Guy), la serie è diretta da Martin Bourboulon (I tre moschettieri - D'Artagnan, Eiffel) e interpretata dal vincitore del Premio César Benjamin Voisin (Illusioni perdute), che veste perfettamente i panni dell’ambizioso chef e pâtissier. Al suo fianco, il candidato al premio César, Jérémie Renier (My Way) nel ruolo di Talleyrand, la vincitrice del premio César, Lyna Khoudri (Non conosci Papicha), pericolosa amante di Carême, e Alice Da Luz Hanami), affascinante sous chef.
“È il cibo che fa un Paese, come la sua lingua, come la sua arte. È il primo che conosciamo. Il cibo può essere più eloquente delle parole”. Carême capisce presto come sedurre i palati più fini, ma anche come raggirarli. Così uno chou potrebbe avvelenare in modo fatale il suo acerrimo nemico, una soupe può portare un messaggio in codice a un detenuto in carcere, una cena privata nell’appartamento di Joséphine Bonaparte può essere l’occasione per rubare informazioni segrete.
“Lo chef dei re, il re degli chef”, com’era soprannominato, però, ha un’aria sexy e rock’n’roll nella serie di Martin Bourboulon, che si ispira a Lenny Kravitz e Mick Jagger per far emergere lo spirito irriverente e anticonformista del protagonista e aggiungere un tocco moderno alla storia. Lontano dallo stile del dramma d’epoca, il regista infatti non cerca l’accuratezza storica quanto piuttosto una sua rielaborazione, in chiave pop.
La ricostruzione dell’epoca è precisa e le riprese in luoghi emblematici come le Tuileries, l'Opéra Garnier e il Palais Royal permettono di rivivere gli antichi fasti. Ma poi Bourboulon preferisce erotizzare i primi piani sul cibo, esaltare gli intrighi politici, teatralizzare l’alta società francese fino a far di Madame de Staël o Fouché delle perfette caricature. A chi tiene meno alla fedeltà storica, dunque, piacerà inebriarsi del piacere di degustare con le dita le diverse crème fraîche di Carême, fare l’amore sui tetti del Palais Royal o attraversare lussuosi saloni e giardini reali sui ritmi electro-pop.