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Come si distrugge una famiglia? Dicendo la verità. Questo succede quando si decide di usare l’ingenuità o la disperazione facendo leva sulla vanità personale. “Che meraviglia è la diretta”, dirà a un certo punto Marina (Claudia Pandolfi) , protagonista del film Fuori la verità di Davide Minnella, prodotto da Lucisano e Piper in anteprima il 17 ottobre alla Festa del Cinema di Roma e in sala dal 6 Novembre. Il titolo è anche il nome dello show condotto da Marina, che ospita per la prima puntata i Moretti, la moglie Carolina (Claudia Gerini), il marito Edoardo (Claudio Amendola) e i tre figli.
L'unica regola è nel titolo, vince l’onestà. Ma come si fa a interpretare le risposte? A smascherare chi mente? Con uno face scanner che traduce e trasmette in tempo reale le espressioni facciali. Sotto le domande incalzanti di Marina, genitori e figli si ritrovano a dover svelare segreti, tradimenti e tensioni in un incubo crescente, a sgretolarsi sotto gli occhi del pubblico. Sembra un gioco però non lo è, perché mettersi a nudo di fronte al mondo? In palio ci sono molti soldi, non c’è nulla più facile che rispondere a domande su se stessi. Almeno così pensano i partecipanti, nessun libro da studiare o test da imparare a memoria. Beata ingenuità. D’altra parte, ci ricorda all’inizio la voce narrante (sempre Claudia Pandolfi), mentire è più facile, confortevole.
Mentre la verità ti sfida, ti mette con le spalle al muro. La trasmissione incomincia con richieste di circostanze, tipo “piaci a tuo suocero?”, o “Sei innamorata?” alla figlia che, presto sapremo, ha un bel peso sulla coscienza.
Si passa alla seconda fase, Le verità nascoste, in cui il tono dell’intervista diventa più aggressivo e personale, in ballo ci sono profili OnlyFans, ansiolitici senza prescrizione e altro, in cui i Moretti cadono come birilli, senza riuscire a evitare le trappole durante il percorso.
Con cinque gironi da oltrepassare e l’ultimo è (ovviamente) La bocca della verità. Ottimo cast, i già citati Gerini, Amendola, Pandolfi, Leo Gassman e Lorenzo Richelmy. Pistolotto morale a parte, l’idea è interessante, Fuori la verità non è solo una dimostrazione del cinismo della televisione italiana, ma anche una riflessione sul linguaggio nel momento in cui la verità viene trasformata in spettacolo.