Amadeus espande in cinque succulenti episodi da circa un'ora l'uno la celebre narrazione (frutto di fantasia) della feroce rivalità intercorsa tra il genio musicale di Salisburgo e il compositore di corte Antonio Salieri, in quel di Vienna della seconda metà del Settecento.

La miniserie originale, in esclusiva su Sky e in streaming su NOW, è tratta dall'omonima opera teatrale del 1979 di Peter Shaffer, qui adattata da Joe Barton, proprio come lo era l'Amadeus di Milos Forman, capolavoro cinematografico del 1984.

Il giovane Mozart, ex enfant prodige, è un venticinquenne in cerca di ingaggio. Il suo arrivo alla corte viennese porta una ventata di aria nuovissima tra le parrucche imbalsamate dei cortigiani, imperatore compreso. E delle cortigiane, pronte a lasciarsi sedurre dal musicista che indossa invece parrucche folli, atte a esaltare la sua unicità. L'unico a vivere male l'esuberanza di questa rockstar ante litteram è Salieri, un principe di mediocrità in cerca della gloria eterna.

È come sempre proprio Salieri il personaggio più carismatico, scisso tra la purezza promessa a Dio in cambio del talento e la gelosia verso un ragazzino empio ma capace di comporre musiche divine. L'animazione che accompagna i titoli di testa mostra la provenienza sanguinolenta delle corde che fanno suonare gli archi, a sottolineare la meravigliosa complessità dell'arte, tra viscere e musica, carne ed estasi. L'intera corte è pervasa da ciò che la rivoluzionaria produzione musicale di Mozart porta con sé, e anche dalla sua verve personale.

Il giovane è come un vento che sconvolge e rinnova, e ciò è visivamente reso anche attraverso la multietnicità del cast, frutto probabilmente del cosiddetto color-blind casting, una pratica sempre più in voga, al cinema come nella serialità, anche nei period drama ispirati a personaggi realmente esistiti, come in questo caso. A partire dal protagonista, interpretato da un vibrante e sensuale Will Sharpe, attore britannico-giapponese, questa scelta è anche un modo per prendere le distanze dall'irraggiungibile esempio cinematografico, innescando, proprio come fece Mozart, un mondo nuovo.

Sono anni musicalmente straordinari, che vedono la creazione e la messa in scena de Il flauto magico e Le nozze di Figaro, ma è anche, come è noto, l'ultimo decennio di vita del compositore, funestato dagli spettri di passato e presente. A questo contribuisce anche l'abisso di odio e amore di Salieri verso Mozart, reso palpabile e vivo grazie a un Paul Bettany in stato di grazia (è il caso di dirlo).