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"Mi fanno piacere tutti premi. Questo in modo particolare". Parole "sante" quelle di Paolo Sorrentino, non fosse altro che il regista italiano ha vinto oggi a Cannes il Premio Ecumenico, ovvero il riconoscimento conferito da cattolici (SIGNIS) e protestanti (INTERFILM) al film in concorso che si è maggiormente messo in luce per valori estetici e umani. Un premio "che molti registi detesterebbero ricevere", ha scherzato Therry Fremaux, riferendosi probabilmente al discusso Lars von Trier, appena bandito dal festival per le sue dichiarazioni anti Israele.
This Must Be the Place vince con questa motivazione: "Attraverso Cheyenne, una rock star decaduta e addolorata, Paolo Sorrentino ci invita a seguire un viaggio interiore e l'odissea di un uomo alla ricerca delle sue radici, di maturazione, di riconciliazione e speranza. Dramma classico di grande ricchezza e ricerca estetica, il film offre con grazia diverse piste di riflessione seria e profonda".
La giuria ecumenica - composta da Daniel Grivel (Presidente), Mikael Mogren, Francois Lods, Christiane Hofmann, Martin E. Bernal Alonso e Gianluca Arnone - ha assegnato anche due menzioni speciali: a Le Havre di Aki Kaurismaki e a Et maintenant on va ou? di Nadine Labaki, quest'ultimo in concorso in Un Certain Regard.