Ieri, 8 dicembre 2021, festa dell’Immacolata, il film più visto nelle sale italiane è stato Harry Potter e la pietra filosofale, tornato sugli schermi in occasione del ventennale dalla sua prima uscita.

Quasi 380mila euro incassati e 49.042 presenze – per carità, numeri irrisori rispetto ai record dell’era pre-Covid (si pensi agli oltre 5 milioni di euro incassati nell’aprile del 2019 al primo giorno di programmazione di Avengers: Endgame) – per certificare l’anomalia di un momento storico in cui il film in sala richiama pubblico laddove si respiri, più o meno realmente, l’atmosfera dell’evento.

Con buona probabilità, la quasi totalità delle 50mila persone che ieri ha raggiunto le sale aveva già visto il film in occasione della prima uscita, ragazzi/bambini di ieri che oggi – 20 anni dopo – hanno voluto riassaporare la magia della visione su grande schermo del primo capitolo di una tra le saghe cinematografiche più fortunate degli ultimi due decenni.

Spettatori che magari hanno voluto condividere con i figli (loro magari ancora da instradare sui binari verso Hogwarts o, chissà, già introdotti da visioni domestiche) il nuovo inizio di un percorso da (ri)fare insieme.

Per un giorno, dunque, l’animazione Disney Encanto cede la prima posizione del box office (309.288 euro incassati per 3.599.934 euro complessivi, 44.932 le presenze), cosa che non era accaduta ad esempio lo scorso 29 novembre, quando riuscì a “fronteggiare” l’uscita celebrativa di Arancia meccanica, cult di Stanley Kubrick tornato in sala per il cinquantesimo anniversario: il film si fermò al secondo posto, con 32.185 euro e 4.643 spettatori. Ma era comunque anche quello un indicatore di non poco conto.

A prescindere dal dato numerico (non più totalmente esaustivo “nell’insieme” data l’assenza dei dati relativi ai film Netflix, come È stata la mano di Dio di Sorrentino o Don’t Look Up di Adam McKay, quest’ultimo in sala da ieri per poi planare sulla piattaforma il 24 dicembre), la percezione è che il trend sia sempre più quello di “accettare” la visione in sala principalmente laddove il titolo in questione non esaurisca la sua funzione di semplice film.

https://www.cinematografo.it/recensioni/dont-look-up/

Attenzione però, perché non basta neanche più il gancio poetico della nostalgia (che sia quella di un ritorno all’infanzia come nel caso di Harry Potter o quella – più che legittima – verso capolavori segnanti della storia del cinema, come nel caso di Kubrick), e lo dimostra l’andamento al box office di un film – tra l’altro anche bello – come Ghostbusters: Legacy, capace di riaccendere la fiammella di un franchise nato (e morto?) negli anni ’80 ma non di attrarre in maniera così decisiva le masse: dal 18 novembre in sala, 2.308.310 euro incassati fino a ieri (in Italia) e 146.573.364 dollari in tutto il mondo.

Già, perché il fenomeno sembrerebbe non riguardare solamente il nostro paese, ma l’esercizio cinematografico mondiale. Il più recente termine di paragone su scala planetaria potrebbe essere dato da No Time to Die, 25esimo film della saga su James Bond e – cosa di non poco conto – ultimo a vedere la partecipazione di Daniel Craig nei panni di 007: 8.011.752 euro incassati in Italia, 765.073.451 dollari in tutto il mondo. Il precedente Spectre aveva superato i 12,5 milioni in Italia, mentre a livello worldwide aveva guadagnato 880.674.609 dollari.

https://www.cinematografo.it/recensioni/no-time-to-die/

Possibile che l’evento di una più che ipotetica dipartita di Bond non abbia smosso più spettatori del non mirabolante Spectre? O, più facilmente, ormai anche il cosiddetto film “che va visto al cinema” si può comodamente attendere a casa, pagando 16,99 euro per una visione premium (o accesso vip che dir si voglia) sulle varie piattaforme disponibili?

Tornando ad Encanto, ad esempio, family movie per eccellenza, dal 24 novembre a oggi ha incassato in sala 3.599.934 euro: dal 24 dicembre, il film Disney troverà il suo approdo naturale su Disney+, visibile senza il sovrapprezzo di un accesso vip ma disponibile per gli abbonamenti base. Di fatto, rispettando alla lettera il decreto finestre approvato lo scorso maggio, che fino al 31 dicembre 2021 stabilisce di poter dirottare su piattaforma un film dopo 30 giorni di sfruttamento in sala.

Prima di allora, da Spider-Man: No Way Home (15 dicembre) a Diabolik e House of Gucci (entrambi il 16 dicembre), fino ad arrivare a West Side Story e Sing 2 (23 dicembre), i titoli di richiamo non mancano e sarà curioso capire quanto la magia del Natale potrà influire su un ritorno massiccio in sala.

https://www.youtube.com/watch?v=g0sHIIwI2C4

Dall’1 gennaio 2022 entrerà in vigore un nuovo decreto relativo alle windows? Al momento non è dato saperlo. Certo è che la data è sicuramente simbolica, visto che coincide con l’arrivo al cinema di Matrix Resurrections, quarto capitolo dell’iconico franchise che riprende il discorso interrotto nel 2003 con Matrix Revolution: sarà percepito come un evento che meriti la prima visione solo – e solamente – in sala? Chissà.

L'ultima domanda, infine, alla quale non riusciamo a trovare una risposta certa è la seguente: la riapertura delle sale al 100% della capienza ha generato i risultati sperati? O, paradossalmente, si è rivelato un boomerang imprevedibile?