Il debito con la Rai, le perplessità della prima ora su Zingaretti, il timore reverenziale verso Eduardo De Filippo. Si apre con un appassionante incontro con Andrea Camilleri la prima edizione del Roma Fiction Fest, in programma fino al prossimo 9 luglio. Autore televisivo prima ancora che romanziere, il creatore del commissario Montalbano che ha spopolato in libreria e in tv, si racconta con la stessa ironia che accompagna la sua celebre saga. Si parte dagli inizi della sua carriera, negli anni '60, quando dopo l'esperienza d'insegnante all'Accademia d'Arte Drammatica, viene assunto in Rai come delegato di produzione. E' la stagione d'oro dei grandi sceneggiati tv: "Quella è stata una grande scuola - dice oggi Camilleri, che poi, parlando delle trasposizioni televisive dei racconti di Maigret e Il tenente Sheridan, racconta: "E' lì che ho imparato il vero mestiere di scrittore di gialli".
Sempre per la tv, negli anni a seguire si occupa di teatro. Lo fa curando le opere di uno dei maestri della commedia napoletana, Eduardo De Filippo: "Avevo paura anche a salire in ascensore insieme a lui", ricorda lo scrittore siciliano. E' infine negli anni '90, dopo esperienze di scrittura di scarso successo, che partorisce il suo personaggio più celebre, il commissario Montalbano: "Ero uno scrittore disordinato e per dividere correttamente i capitoli del romanzo mi affidai al giallo, un genere che necessita per forza di una griglia". "Ne scrissi uno - prosegue - e un altro perché non ero soddisfatto. Poi mi dissi basta, ma il ricatto infame dell'editore mi costrinse a proseguire ed eccomi qua". Nonostante le diversità tra il personaggio televisivo e quello del libro, l'autore dice di apprezzare molto l'adattamento per la tv. "Ho avuto delle perplessità sulla testa calva dell'attore Luca Zingaretti, perché il mio personaggio ha tanti capelli e i baffi, ma quando lo vedo in tv, divento uno spettatore come voi".