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Carey Mulligan e Bradley Cooper in Maestro. Cr. Jason McDonald/Netflix
Non nasconde i problemi, Alberto Barbera, il direttore artistico della 80a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (in programma dal 30 agosto al 9 settembre): “L’ultima settimana è stata turbolenta, lo sciopero degli attori ha delle buone ragioni largamente condivisibili ma non avrà un grande impatto sul programma, che era praticamente concluso. Ringrazio produttori e registi che hanno confermato l’impegno che avevano presi con noi. Mancherà qualche star ma non sarà una Mostra autarchica, sarà largamente rappresentativa del cinema contemporaneo. In concorso 23 film come l’anno scorso, 15 sono diretti da registi mai stati in gara: non ho saputo fare rinunce”.
Con lui, per presentare la selezione ufficiale, Roberto Cicutto presidente della Biennale di Venezia: “La Mostra trova ogni anno un modo per festeggiarsi: l’anno scorso per il novantesimo anniversario, quest’anno per l’ottantesima edizione. Non si spaventa dei cambiamenti, sa vivere all’interno degli eventi storici che la contraddistinguono. Ormai siamo esperti in emergenze: dal Covid alla guerra in Ucraina passando per le repressioni in Iran. La Biennale ha il dovere di non ignorare il presente e la Mostra ha sempre saputo dare risposte a temi così importanti”. Confermato l’impegno per la neutralità carbonica. La Sala Perla è stata completamente rinnovata.
Barbera snocciola qualche numero: “4061 i film presentati (2100 lunghi, 1961 corti), 54 i paesi rappresentati. I titoli a regia maschile erano il 66%, quelli a regia femminile il 32%, più 60 che non hanno dichiarato genere. Per quanto riguarda la selezione, 82 in prima mondiale, 29 realizzati da donne (30%)”.
Selezione Ufficiale
Concorso
- Comandante di Edoardo De Angelis, “film d’apertura, grande sforzo produttivo e grande cast dominato da Pierfrancesco Favino”


Comandante. Cr. 01 Distribution
- Bastarden di Nikolaj Arcel, “regista già Orso d’Argento a Berlino per Royal Affair che rinnova il sodalizio con Mads Mikkelsen nel ruolo di un ufficiale di metà Settecento che decide di colonizzare una landa desolata”
- Dogman di Luc Besson, “film sorprendente che dimostra che Besson non è solo regista di action movie, con un memorabile Caleb Landry Jones”
- La bête di Bertrand Bonello, “prima volta a Venezia per il regista, libero adattamento di Henry James in un mondo in cui le emozioni sono diventate una minaccia, con Léa Seydoux che ricorre all’intelligenza artificiale per far riscoprire le emozioni agli esseri umani”
- Hors-Saison di Stéphane Brizé, “una coppia si ritrova per caso dopo quindici anni: Guillaume Canet nel ruolo di un attore in crisi e Alba Rohwracher come pianista che affronta ancora il trauma della separazione”
- Enea di Pietro Castellitto, “attesissima opera seconda, film produttivamente molto ambizioso in cui appaiono anche i suoi famigliari: una Grande bruttezza ammantata di cinismo e ipocrisia”


Enea
- Maestro di Bradley Cooper, “la complessità di Leonard Bernstein attraverso il rapporto con la moglie amatissima e tormentata (Carey Mulligan)”
- Priscilla di Sofia Coppola, “tentativo di raccontare la vera e tormentata storia della giovanissima moglie di Elvis Presley, coproduzione con l’Italia”
- Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, “ritorno al cinema dopo L’amica geniale, secondo più importante investimento produttivo del cinema italiano di quest’anno, con un grande cast: racconto della perdita dell’innocenza attraverso il fascino crudele di Cinecittà”


Finalmente l'alba. Cr. 01 Distribution
- Lubo di Giorgio Diritti, “film straordinario di un autore che di solito non mi convince, torrenziale storia vera (tre ore) di un gitano che negli anni Tranta fu perseguitato sia dai nazisti sia dagli svizzeri”


Franz Rogowski in Lubo (foto di Francesca Scorzoni)
- Origin di Ava DuVernay, “dal saggio di Isabel Wilkerson che ha cambiato l’approccio sul razzismo americano, che mescola fiction e saggistica”
- The Killer di David Fincher, “produzione di Netflix, il regista non veniva a Venezia dai tempi di Fight Club, da un graphic novel francese con Michael Fassbender e Tilda Swinton”


Michael Fassbender in The Killer. Cr. Netflix © 2023
- Memory di Michel Franco, “New York terzo personaggio insieme a Peter Sarsgaard e Jessica Chastain, c’è riserbo assoluto sulla storia”
- Io capitano di Matteo Garrone, “odissea contemporanea dal Dakar all’Europa, c’è la rinuncia al barocchismo visivo dei suoi ultimi film”


Io capitano. Cr. 01 Distribution
- Aka Wa Sonzai Shinai (Evil Does Not Exist) di Ryûsuke Hamaguchi, “mentre vinceva l’Oscar per Drive my Car, lui era già su questo progetto, racconto di una società che vuole costruire un camping in un territorio”
- Zielona Granica (The Green Border) di Agnieszka Holland, “non se ne sa nulla, girato quasi in clandestinità perché inviso al governo polacco: la pocp nota ma sconcertante tragedia dei clandestini bielorussi illusi dalle autorità polacche”


The Green Border di Agnieszka Holland
- Die Theorie Von Allem di Timm Kröger, “sostanzialmente un’opera prima dopo il film di diploma, un incubo gotico, un melodramma metafisico, un affascinante film di fantascienza che crea un immaginario puramente cinematografico capace di Ulmer, Fassbinder, Hitchcock, i b-movie italiani”


The Theory of Everything di Timm Kröger
- Povere creature! di Yorgos Lanthimos, “rielaborazione fantasiosa e sfarzosa sul tema gotico, Emma Stone (che non parteciperà alla Mostra) mai così scatenata come Frankenstein al femminile spinta da una insaziabile voracità sessuale”


Emma Stone in Povere creature!. Foto di Yorgos Lanthimos. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 20th Century Studios All Rights Reserved.
- El Conde di Pablo Larraín, “barocca rivisitazione del genere vampiresco con Pinochet che si risveglia dopo i funerali e continua a succhiare il sangue dei suoi cittadini, un duro attacco politico a un Paese che non ha mandato sotto processo il dittatore”


Jaime Vadell in El Conde. Cr. Netflix © 2023
- Ferrari di Michael Mann, “ne parlava già nel 2012 quando fu Presidente della Giuria e andò a Maranello per incontrare i vertici della Ferrari, si concentra sugli anni della crisi sia industriale che coniugali del protagonista”


Adam Driver in Ferrari. Cr. 01 Distribution
- Adagio di Stefano Sollima, “in una Roma distopica circondata da incendi, un film-cattedrale che celebra il funerale dei temi di Romanzo criminale e Suburra che hanno raccontato l’Italia attraverso il filtro del genere”
- Kobieta Z… (Woman Of) di Małgorzata Szumowska, Michał Englert, “secondo film polacco in Concorso, storia di un uomo che capisce di essere una donna e combatte contro la burocrazia e il sistema, un melodramma che arriva da uno dei paesi più transfobici d’Europa”
- Holly di Fien Troch, “storia di una bambina che scopre di avere uno strano potere, un film d’amore che gioca con i temi dell’horror”
Fuori Concorso – Fiction
- La sociedad de la nieve di J.A. Bayona, “film di chiusura, survival movie sulla storia vera dell’aereo caduto tra Argentina e Cile”


La sociedad de la nieve
- Coup de Chance di Woody Allen, “ritorno su un tema caro al regista, il caso nella vita degli individui: melanconico e divertente”


Niels Schneider e Lou de Laâge in Coup de chance di Woody Allen
- The Wonderful Story of Henry Sugar di Wes Anderson, “piccolo capolavoro, poco meno di 40 minuti dal racconto di Roald Dahl: Anderson al meglio”
- The Penitent di Luca Barbareschi, “dal testo di David Mamet, piglio polemico con profondità”


The Penitent. Cr. 01 Distribution
- L’ordine del tempo di Liliana Cavani, “racconto di 24 ore in una villa sul mare mentre incombe la catastroge, ispirato al saggio di Carlo Rovelli, occasione per festeggiare il Leone d’Oro alla carriera”
- Vivants di Alix Delaporte, “storia di un gruppo di giornalisti d’assalto con un grande cast”
- Welcome to Paradise di Leonardo Di Costanzo, “cortometraggio realizzato alla scuola di cinema di Bobbio”
- Daaaaaali! di Quentin Dupiex, “umorismo surreale sul narcisismo incontenibile degli artisti, con quattro attori che interpretano Dalì”
- The Caine Mutiny Court-Martial di William Friedkin, “diretta in tempo record sulla sedia a rotelle, ennesima versione del classico teatrale con Kiefer Sutherland, produce Showtime”
- Making of di Cédric Kahn, “secondo film diretto dal regista quest’anno, una specie di aggiornamento di Effetto notte con più problemi sindacali e conflitti sociali”
- Aggro Dr1ft di Harmony Korine, “più che un film è un’opera d’arte contemporanea che potrebbe figurare in un padiglione di Biennale Arte”
- Hit Man di Richard Linklater, “uno psicologo americano che lavora sotto copertura per la polizia americana e si offre come killer su commissione, con un irresistibile Glen Powell”
- The Palace di Roman Polanski, “scritto con Jerzy Skolimowski, satira che prende in giro l’inconsistenza umana di un ceto sociale”


The Palace. Cr. 01 Distribution
- Xue Bao (Snow Leopard) di Pema Tseden, “tributo al più grande autore del cinema tibetano, morto pochi giorno dopo aver concluso il film”
Fuori Concorso – Non Fiction
- Amor di Virginia Eleuteri Serpieri, “opera prima dell’artista romana: il cinema come terapia per riparare una frattura privata, poema visivo che parte dal suicidio della madre e si tuffa nella storia acquatica di Roma”
- Frente a Guernica di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, “commissionato dal Museo Reina Sofia, firmato da Yervant con la moglie scomparsa”
- Hollywoodgate di Ibrahim Nash’at, “regista di origine egiziana (ma la produzione tedesca) che è riuscito a farsi accreditare al seguito del nuovo comandante talebano dopo la partenza degli americani dall’Afghanistan”
- Ryuichi Sakamoto | Opus di Noe Sora, “commovente ripresa dell’ultimo concerto del musicista prima della morte, chiara volontà testamentaria”
- Enzo Jannacci Vengo anch’io di Giorgio Verdelli, “omaggio al lunare cantautore”
- Menus Plaisirs – Les troisgros di Frederick Wiseman, “a 93 anni il maestro offre un viaggio di quattro ore dietro le quinte di uno dei più famosi ristoranti francesi”
Fuori Concorso – Series
- D’argent et de sang (ep. 1-12) di Xavier Giannoli e Frédéric Planchon, “12 episodi da 50 minuti, un thriller d’alta classe con Vincent Lindon nel ruolo di un magistrato che deve guidare una task force sui reati fiscali”
- I Know Your Soul (ep. 1-2) di Jasmila Zbanic e Damir Ibrahimovic, “6 episodi con una magistrato alle prese con una vicenda di bullismo che coinvolge suo figlio, con Jasna Đuričić già protagonista di Quo vadis, Aida? di Zbanic”
Proiezione Speciale
- La parte del Leone: Una storia della Mostra di Baptiste Etchegaray e Giuseppe Bucchi, “materiali d’archivio per celebrare l’80a edizione”
Orizzonti
- A cielo abierto di Mariana Arriaga e Santiago Arriaga su sceneggiatura mai realizzata del padre Guillermo
- El paraíso di Enrico Maria Artale con Edoardo Pesce, “ritratto di un quarantenne con un rapporto simbiotico con la madre la cui vita viene sconvolta dall’arrivo di una donna”
- Behind the Mountains di Mohamed Ben Attia, “terzo film del regista, già premiato con l’Orso d’Argento a Berlino”
- The Red Suitcase di Fidel Devkota, “storia di fantasmi, esordio dal Nepal”
- Tatami di Guy Nattiv e Zar Amir Ebrahimi, “dall’Iran, una judoka costretta a fare una scelta fatale”
- Paradise is Burning di Mika Gustafson, “storia di tre giovani sorelle”
- The Featherweight di Robert Kolodny, “opera seconda del direttore della fotografia, uno dei due film del pugilato in selezione”
- Invelle di Simone Massi, “primo lungometraggio del grande animatore, lavorazione incredibile e lunghissima, storia vista dal basso di una famiglia di contadini dagli anni Venti ai giorni nostri”
- Tereddüt çizgisi (Hesitation Wound) di Selman Necar, “opera seconda, dalla Turchia, storia avvincente di un’avvocata che deve confrontarsi con un dilemma morale”
- Heartless di Nara Normande, Tiao, “tratto da un cortometraggio premiato alla Quinzaine nel 2014, storia di un’adolescente in un villaggio vacanze attratta da una ragazza del posto”
- Una sterminata domenica di Alain Parroni, “opera prima rigorosa e coraggiosa che abbandona i modelli tradizionali del cinema italiano, storia di nichilismo e ribellione nella periferia romana, esperienza sensoriale che aspira a diventare manifesto di una generazione perduta”
- Ser ser sahli (City of Wind) di Lkhagvadulam Purev-Ochir, “debutto della regista mongola premiata per il cortometraggio a Orizzonti, esplorazione dei sogni e dei desideri dell’adolescenza”
- Magyarázat mindenre (Explanation for Everything) di Gábor Reisz, “mi rimprovereranno di non averlo messo in Concorso, ritratto dell’Ungheria di oggi”
- Caroline Rainbow di Bill e Turner Ross, “opera prima di due fratelli già affermatisi nel documentario, con elementi tipici del cinema on the road americano”
- En attendant la nuit di Céline Rouzet, “dalla Francia un film di vampiri che va al di là del genere, la metafora del vampirismo per raccontare il disagio adolescenziale”
- Domakinstvo za pocetnici (Housekeeping for Beginners) di Goran Stolevski, “dalla Macedonia del Nord, apologo vibrante sviluppato da Biennale College, sul significato della famiglia e sulla difficoltà di essere gay e zingaro in quel territorio”
- Hokage (Shadow of Fire) di Shinya Tsukamoto, “un autore che non ci aspetteremmo a Orizzonti: torna su un tema caro, le conseguenze della guerra sugli esseri umani, tra un soldato traumatizzato e un bambino che incarna la speranza”
- Yurt (Dormitory) di Nehir Tuna, “opera prima sorprendente che ricorda I pugni in tasca che ci fa comprendere da dove nasce la Turchia islamica di Erdogan”
Orizzonti – Cortometraggi
- Aitana di Marina Alberti
- Sea Salt di Leila Basma
- A Short Trip di Erenik Beqiri
- Et si le soleil plongeait dans l’océan des nues di Wissam Charaf
- Wander To Wonder di Nina Gantz
- The Meatseller di Margherita Giusti
- Dive di Aldo Iuliano
- Area Boy di Iggy London
- Cross My Heart And Hope To Die di Sam Manacsa
- Dar Saaye Sarv (In The Shadow Of The Cypress) di Hossein Molayemi, Shirin Sohani
- Bogotá Story di Esteban Pedraza
- Sentimental Stories di Xandra Popescu
- Duan Pian Gushi (Short Story) di Wu Lang
Orizzonti Extra
- Bota Jonë di Luàna Bajrami, “attrice giovanissima che torna nel suo paese, il Kosovo, per un racconto adolescenziale”
- Nazavzhdy-Nazavzhdy (Forever Forever) di Anna Buryachkova, “girato prima del conflitto in Ucraina e completato solo oggi con tutte le difficoltà che si possono immaginare, ritratto adolescenziale”
- El rapto (The Rescue) di Daniela Goggi, “quarto lungometraggio della regista, ricostruzione di un sequestro molto famoso nell’Argentina dopo la svolta democratica”
- Day of the Fight di Danny Huston, “esordio dell’attore, ultime ventiquattro ore di un pugile che torna a combattere, con Michael Pitt e Joe Pesci”
- In the Land of Saints and Sinners di Robert Lorenz, “produzione irlandese di un ex collaboratore di Clint Eastwood, film di genere durante la guerra civile, con Liam Neeson, Kerry Condon e Jack Gleeson”
- Felicità di Micaela Ramazzotti, “unico italiano in Orizzonti Extra, debutto con sorprendente padronanza di un’aspirante truccatrice alle prese con una famiglia disfunzionale, legato a La pazza gioia e Vivere”


Felicità. Cr. 01 Distribution
- Pet Shop Boys di Olmo Schnabel, “opera prima con Jack Irv, Willem Dafoe, Emmanuelle Seigner e Peter Saargard, storia del legame tra due fratelli molto diversi tra loro”
- Stolen di Karan Tajpal, “opera prima indiana folgorante, inserito all’ultimo nel programma, si passa dalla dimensione sociale al thriller mozziafiato”
- L’homme d’argile di Anaïs Tellenne, “esordio di una giovane attrice belga, racconto bizzarro e sensuale con risvolti erotici, rivisitazione romantica del mito del Golem con sottofondo sociale ed evocazioni di Edgar Allan Poe”
Venezia Classici – Documentari sul cinema
- Bill Douglas – My Best Friend di Jack Archer
- Le film pro nazi d’Hitchcock di Daphné Baiwir
- Thank you very Much di Alex Braverman su Andy Kaufman
- Landrian di Ernest Daranas Serrano sul più grande documentarista cubano
- Un’altra Italia era possibile, il cinema di Giuseppe De Santis di Steve Della Casa
- Michel Gondry – Do It Yourself di François Nemeta
- Ken Jacobs di Fred Riedel
- Dario Argento Panico di Simone Scafidi
- Frank Capra – Mr. America di Matthew Wellss