I produttori di Hollywood sarebbero “scoraggiati” dalle nuove regole sul tax credit imposte dal governo italiano, che passerà dal 40 al 30% per quelle produzioni straniere che non assumono un regista, uno sceneggiatore o un attore protagonista italiano. Così scrive The Times, dando voce al malcontento provocato dalle dichiarazioni della sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni: “Quando in Italia arriva un attore, regista o sceneggiatore straniero gode di un credito di imposta del 40%, ma in realtà paga il 30% di tasse. Gli davamo indietro più di quello che pagava effettivamente. Il tax credit rimarrà al 40% per i film internazionali in Italia solo se queste produzioni comprendono un attore, sceneggiatore o regista italiano. Altrimenti scenderà al 30%. Un sistema di premialità per chi chiama sul set professionisti italiani”.

Negli ultimi anni player stranieri hanno scelto l’Italia per beneficiare dell’accordo sul credito d’imposta, offrendo anche una nuova stagione di gloria a Cinecittà. Ma le intenzioni del governo si orientano in ottica sovranista: “La polemica di Pierfrancesco Favino su Ferrari – sottolinea Borgonzoni – era giusta. Dobbiamo spingere i produttori a scegliere storie di italiani. Aumenteremo anche i contributi selettivi in questa direzione”.

Lucia Borgonzoni (foto di Stefano Micozzi)

Favino, lo ricordiamo, si era espresso contro l’usanza di affidare personaggi italiani a interpreti non italiani, chiedendo di “fare sistema” contro l’appropriazione culturale: “Se un cubano non può fare un messicano perché un americano può fare un italiano? – disse Favino presentando Adagio all’ultima Mostra di Venezia – Solo da noi. Ferrari in altre epoche lo avrebbe fatto Gassman, oggi invece lo fa Driver e nessuno dice nulla. Mi sembra un atteggiamento di disprezzo nei confronti del sistema italiano, se le leggi comuni sono queste allora partecipiamo anche noi”.

Il piano prospettato dalla sottosegretaria è in fase di elaborazione ma ha già messo in allerta i registi internazionali impegnati in Italia, come l’atteso biopic su Maria Callas diretto da Pablo Larraín e interpretato da Angelina Jolie: le riprese previste in Italia si sarebbero spostate in Ungheria, che offre un credito d'imposta del 30%, ma ha costi di produzione più bassi. Borgonzoni è convinta che non sarà un problema: “La norma serve a poter inserire uno strumento, discusso e in valutazione con tutte le associazioni del comparto audiovisivo, per rendere il sistema più efficiente – precisa – un descaletor legato agli investimenti. La valutazione parte dal fatto che un film da 30 milioni non può beneficiare di un 40% come uno da 10. Inserire un parametro decrescente senza creare problemi al settore e lasciandolo competitivo rispetto ai mercati nostri diretti competitor”.