In occasione del 50° anniversario della inaugurazione della Collezione di Arte Moderna dei Musei Vaticani, Papa Francesco ha ricevuto in udienza oltre duecento artisti provenienti da tutto il mondo nella Cappella Sistina. Registi, attori, scrittori, poeti, pittori, scultori, architetti e musicisti hanno accettato l’invito per celebrare la fondazione di una realtà museale voluta da San Paolo VI e inaugurata, assieme a molti artisti, il 23 giugno 1973.

La Fondazione Ente dello Spettacolo ha partecipato all’incontro. “Papa Francesco ha fatto sentire comunità le donne e gli uomini di tutte le arti: una consapevolezza inedita, apprezzata da tutti coloro che, da ogni parte del mondo, hanno accolto con entusiasmo l’invito per un incontro così prezioso” afferma mons. Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e direttore della Rivista del Cinematografo. “Attraverso l’immagine della Pentecoste, in cui lo Spirito Santo esalta le differenze e le originalità, il Papa ha voluto celebrare il valore della “disarmonia”: sia contemplando la potenzialità della molteplici arti e della loro polisemia, sia il valore e la visione di ogni singolo artista”.

“È una coralità – continua mons. Milani – che se cerca la bellezza autentica (e non “il trucco” come ha ammonito il Pontefice) può arricchire il mondo. In un’epoca in cui si cerca l’irenismo, l’apparente concordia che appiana e mortifica le originalità, Papa Francesco ci chiede di esaltare le differenze, andando alla radice etimologica di un termine che indica la possibilità di “portare fuori”, verso l’altro, la propria originalità. Una via per costruire la pace e una società più forte, consapevoli che, come ha detto il Santo Padre, “la creatività dell’artista sembra partecipare della passione generativa di Dio: la passione di creare”.

“Francesco – conclude mons. Milani – ci chiede di essere ‘alleati del sogno di Dio, occhi che guardano e che sognano’. Per la Fondazione Ente dello Spettacolo è stato un onore accompagnare il mondo del cinema in questo incontro che – già come avvenne 50 anni fa con Paolo VI – segnerà e farà crescere il rapporto tra la Chiesa e gli artisti, a beneficio dell’umanità”.