Ogni volta che Netflix cancella delle serie, parte una girandola di lamentele assurda per toni e contenuti. Si inizia ovviamente dai social, ma poi arrivano i mass media tradizionali, accusando la società di eliminare dei prodotti popolarissimi. Nessuno, ovviamente, si ferma a pensare che, fossero veramente così seguiti, nessun dirigente sano di mente deciderebbe di fermarli.

La cosa interessante è che tante altre realtà in questi mesi hanno chiuso un lungo elenco di serie. Penso ad Amazon, che recentemente ha deciso di non proseguire con prodotti come Inverso - The Peripheral e A League of Their Own , che in realtà erano stati rinnovati (questa sicuramente una differenza rispetto a quello che è avvenuto con Netflix). Anche in quel caso, si è parlato di serie di successo (ma a vedere i numeri Nielsen negli Stati Uniti, proprio no). Anche AppleTv+ quest’anno ha bloccato tanti prodotti, come The Mosquito Coast , High Desert , Amber Brown , Truth Be Told e Dear Edward . Qui, l’idea del successo che viene propagandata da alcune testate è veramente ridicola, visto che sono prodotti dagli ascolti miseri.

Ma come erano andati in realtà i prodotti di Netflix cancellati?

Glamorous: Michael Hsu Rosen, Miss Benny, Ayesha Harris, Kaleb Horn e Lisa Gilroy nell'episodio 10 della prima stagione. Cr. Amanda Matlovich/Netflix © 2023
Glamorous: Michael Hsu Rosen, Miss Benny, Ayesha Harris, Kaleb Horn e Lisa Gilroy nell'episodio 10 della prima stagione. Cr. Amanda Matlovich/Netflix © 2023

Glamorous: Michael Hsu Rosen, Miss Benny, Ayesha Harris, Kaleb Horn e Lisa Gilroy nell'episodio 10 della prima stagione. Cr. Amanda Matlovich/Netflix © 2023

Glamorous ha conquistato solo 43 milioni di ore, significa che a malapena si trova nelle prime duecento serie in lingua inglese da quando Netflix fornisce i dati (luglio 2021) e quindi si può legittimamente sostenere che sia uno dei flop di Netflix del 2023. Per quanto riguarda le altre tre ( Agent Elvis , Captain Fall e Farzar ) è molto semplice: non sono mai finite nelle top ten mondiali. Insomma, è come se non esistessero, altro che fan disperati.

E veniamo al prodotto più in vista, Tenebre e ossa . In realtà, a differenza di quello che dice l’Independent, la seconda stagione non è mai finita in testa alle classifiche, fermandosi al secondo posto nelle prime due settimane di permanenza. Complessivamente, ha fatto 160,7 milioni di ore, che sembrano tante, ma che poi significano stare al 75esimo posto delle serie in lingua inglese più viste. Peraltro, Tenebre e ossa si trova appena sotto le 160,9M di ore della seconda stagione di Fate: The Winx Saga , altra serie che è stata cancellata. Insomma, una produzione dal budget importante, risultati non straordinari ed ecco perché avviene una cancellazione. Come è sempre avvenuto nel mondo della televisione, nulla di particolarmente originale o inspiegabile.

Fate: The Winx Saga - Immagine dal set
Fate: The Winx Saga - Immagine dal set

Fate: The Winx Saga - Immagine dal set 

Se poi parliamo di questo periodo in particolare, la realtà di queste soppressioni è semplicissima. Prima i grandi dell’audiovisivo (major e piattaforme) hanno colpevolmente aspettato troppo a risolvere le questioni legate agli scioperi, tutto per poter interrompere un flusso di produzione che ormai era andato fuori controllo e migliorare i bilanci aziendali. Ci sono riusciti (a costo di bloccare un’industria e tutto il suo indotto) e Netflix è la realtà che ne è uscita meglio, anche solo perché ha talmente tanti prodotti, che può gestirseli bene nei prossimi mesi per non avere troppi ‘buchi’ nella programmazione.

E adesso, ovviamente, può anche tornare a spendere meno per gli Original, come ha già annunciato per i suoi film, e come è naturale fare anche per le serie. D’altronde, ormai le altre società hanno abbandonato il mito del walled garden e non si fanno problemi a vendere a Netflix i loro prodotti, anche quelli più importanti. È notizia di questi giorni, per esempio, che le prime cinque stagioni di un titolo popolarissimo (questo lo è veramente!) come Young Sheldon saranno disponibili negli Stati Uniti da questa settimana.

Modesta proposta: Netflix, non stare ad ascoltare troppo le lamentele dei fan (che tanto gli appassionati a un prodotto ci sono sempre e, quando sono arrabbiati, scrivono sui social), né i quotidiani che pigramente li riprendono. Cancella quello che devi cancellare, ma rifletti se, nel caso di serie di successo, non sia il caso di aumentare notevolmente il numero di puntate e renderle qualcosa che possa creare una library corposa. Esattamente come quella di Suits , la serie di maggiore successo di quest’anno su Netflix, anche se è un prodotto di catalogo…

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