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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
“L’arte non è lusso, ma una necessità scomoda. E così deve essere. In un mondo sempre più superficiale, il grande rischio è perdere lo stupore. Ripartiamo da qui: dall’arte come stupore”. È con le parole di Papa Francesco, pronunciate in occasione dell’udienza per i 75 anni della Fondazione Ente dello Spettacolo, che Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano, ha aperto l’incontro al Quirinale con i candidati ai David di Donatello 2025, ricordando come il lavoro del cinema sia “fare l’armonia nelle differenze, non annientarle”.
E a proposito di stupore, quello non è mancato quando Detassis ha annunciato un David Speciale al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del 70esimo anniversario dei premi. “Per essere un punto saldo e per la sua affettuosa complicità – ha detto – lo ringrazio per aver colto l’omaggio del cinema italiano”.
Commosso e partecipe, il presidente Mattarella ha risposto con un discorso denso di visione e memoria storica: “Il cinema è organo vitale delle nostre comunità. Ha raccontato e formato la nostra identità, ha contribuito a creare una lingua comune e a rafforzare la democrazia. È parte della nostra storia repubblicana”.
Un passaggio toccante ha ricordato l’imminente 80esimo anniversario della Liberazione, evocando Roma città aperta di Rossellini come “la finestra aperta su un’Italia che voleva ripartire”. Da lì, ha ripercorso i grandi trionfi del nostro cinema, da Ieri, oggi, domani di De Sica a Amarcord di Fellini, sottolineando come i David di Donatello siano un libro della nostra memoria collettiva, capace ancora di stupire con nuove voci e nuovi sguardi.
Non ha taciuto, però, le preoccupazioni: “Le sale cinematografiche soffrono una pericolosa erosione. Non possiamo rassegnarci. Il cinema è anche valore sociale, luogo di incontro e condivisione”. Un appello, il suo, alla responsabilità delle istituzioni per tutelare l’intero sistema culturale.
La cerimonia, condotta con la consueta verve da Geppi Cucciari, ha trovato il suo picco comico nei duetti con il ministro della Cultura Alessandro Giuli, bersaglio affettuoso di una satira che ha ironizzato sul suo stile oratorio: “Ministro, i suoi interventi possono essere ascoltati al contrario come un disco dei Black Sabbath. A volte migliorano”.
Giuli ha risposto con ironia (“Un saluto a Geppi, che al contrario potrei chiamare ‘Ippeg’”), prima di entrare nel merito del suo intervento, concentrato sul sostegno concreto al settore:
“Abbiamo messo a disposizione una squadra di 30 tecnici per velocizzare l’erogazione degli incentivi. Il rapporto tra ministero e cinema deve essere una storia d’amore”. Ha poi parlato di trasparenza e necessità di “confronto realistico”, citando il recente decreto correttivo sul Tax Credit e l’impegno a rendere le procedure più certe per produttori e autori, specialmente i più giovani.
A suggellare l’incontro ancora Piera Detassis, che ha dato un titolo a questa edizione: L’arte della crescita. “Per la prima volta, nella cinquina per Miglior film e Miglior regia ci sono tre donne: Francesca Comencini, Valeria Golino e Maura Delpero. Ma è tutta un’edizione che parla di storie di donne che si ribellano, che dicono no. E di giovani autori, di sguardi sul presente, sulla guerra, sulla memoria”.
La cerimonia di premiazione dei 70mi David di Donatello si terrà in diretta su Rai 1 alle 21:40, dal leggendario Teatro 5 di Cinecittà, il “tempio” del cinema italiano. Conducono Elena Sofia Ricci e Mika.