Inarrestabile Marco Bellocchio. Dopo aver ricevuto l’EFA per Innovative Storytelling per Esterno notte, dedicata ai giorni del sequestro di Aldo Moro, e in attesa dell’uscita del nuovo film, La conversione, vuole tornare a dirigere una serie. E, ancora una volta, vuole affrontare una ferita della storia italiana: il caso di Enzo Tortora.

La serie racconterà il dramma del giornalista e presentatore televisivo, divo del piccolo schermo grazie alla trasmissione Portobello, che nel 1983 fu arrestato e impuntato di associazione camorristica e traffico di droga, restando in carcere per sette mesi. Condannato a dieci anni, fu definitivamente assolto nel 1987 perché le accuse dei collaboratori di giustizia si rivelarono false. Tortora morì un anno dopo.

Un caso di malagiustizia che ha segnato la storia del nostro Paese: “Quei giudici – ha detto Bellocchio all’ANSA – di fronte a tutte le evidenze lo condannarono a dieci anni e non è che per il loro errore si siano dimessi. E poi nessuno ha pagato”. L’ipotesi è quella di replicare il modello delle sei puntate, ma al momento il progetto è in fase embrionale e manca un produttore.

Prima della serie, il maestro tornerà nelle sale con La conversione, che racconta la storia vera del bambino ebreo Edgardo Mortara, che nel 1858 fu sottratto alla famiglia per essere battezzato e cresciuto come cattolico, sotto la custodia di Papa Pio IX”. Scritto con Susanna Nicchiarelli e Stefano Massini, il film è interpretato da Leonardo Maltese, Barbara Ronchi, Fabrizio Gifuni, Filippo Timi, Fausto Russo Alesi, Paolo Pierobon.